Il fondatore di WikiLeaks verso la consegna agli Stati Uniti: nei tribunali americani il giornalista australiano rischia una condanna pesantissima ed ingiustificata, dato che é imputato per l’Espionage Act, legge del 1917 applicabile ai cittadini americani e quindi inapplicabile a Julian Assange che é un cittadino australiano.

In primo grado, a gennaio, la giudice Valeria Baraister aveva negato l’estradizione, sulla base delle condizioni di salute e psichiche del giornalista che ha trascorso sette anni come rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, accolto dalla presidenza di Rafael Correa e poi consegnato da Lenin Moreno ai militari britannici: ha trascorso tre anni nel penitenziario di massima sicurezza londinese di Belmarsh in attesa di giudizio.

É di poche settimane fa la decisione della Corte suprema inglese che respinge il ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti, dove rischia 175 anni di carcere, per aver pubblicato documenti che rivelano crimini commessi dalle forze militari americane in Iraq e in Afghanistan.

La prossima udienza sarà il 20 di aprile, la decisione dei giudici sarà convalidata della Ministra dell’Interno Priti Patel.

Ci stiamo avviando all’ultima tappa per condurre Assange nelle carceri USA che serve ad intimidire chi osa fare un giornalismo che informi sui crimini di Stato e provare a mettere sotto il tappeto i crimini e le guerre create senza motivo, di cui nessuno risponderà.