Questa mattina (18 marzo) abbiamo superato il confine tra Polonia e Ucraina al valico di Medyka nel pomeriggio siamo giunti a Leopoli, città il cui aeroporto è stato colpito all’alba di oggi da un attacco missilistico.

Si è alzata la tensione ed è aumentata la paura nelle strade di Leopoli. La città che nelle prime settimane di guerra era diventata un porto sicuro e un punto di accoglienza per le migliaia di persone in fuga dall’est del Paese, ora sta allestendo barricate e protezioni davanti ai suoi uffici pubblici.

Con sei voli da Bologna, Roma, Milano e dal Veneto Mediterranea, che si appoggia al Centro Don Bosco, ha terminato la prima consegna di farmaci, coperte, cibo a lunga conservazione e beni di prima necessità e si prepara a incontrare associazioni e organizzazioni, laiche e religiose, attive in prima linea in città nell’aiuto ai profughi.

Da domani inizierà l’organizzazione del trasporto verso l’Italia di tutte le persone in fuga, senza alcuna distinzione: “Non accetteremo che le persone vengano discriminate alle frontiere dell’Unione Europea in base alla loro provenienza, il loro passaporto o il colore della loro pelle” dichiara Beppe Caccia, capomissione di Mediterranea Saving Humans.

In serata è partito da Korczowa, in Polonia, il secondo autobus della carovana #SafePassage. A bordo 36 persone in fuga da Zaporižžja e per la maggior parte da Kharkiv. L’autobus è diretto a Bologna e Napoli, e trasporta diversi nuclei familiari con molti bambini e alcune persone ferite.

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