Gli allevamenti intensivi sono i cupi mietitori della civilizzazione, poiché si allevano e si abbattono in modo disumano decine di milioni di mucche, maiali e polli, così come involontariamente ma effettivamente si avvelenano, mutilano e uccidono uccelli, insetti, anfibi, mammiferi, e gli ecosistemi cruciali per il mantenimento della vita, che sono la chiave della vita umana. Tutto questo è legale.

Gli allevamenti intensivi sono improvvisamente sorti dal nulla, ad esempio in Iowa “il numero nazionale di operazioni di alimentazione animale concentrata, conosciute come CAFOs (Confined Animal Feeding Operations), è balzato da 722 nel 2001 a più di 10.000 nel 2017, secondo uno studio sull’industria di due professori in pensione dell’Università dell’Iowa” (fonte: Environmentalists Make Long-Shot Attempt to Ban New Factory Farms, Pew Trust, 19 febbraio 2021)

La prima frase dell’articolo del Pew Trust recita: “L’Iowa ha un problema di cacca.”

Nel frattempo, gli allevamenti intensivi sono sfociati in un disastro fuori controllo. Il Centro per la Diversità Biologica, in collaborazione con World Animal Protection-US ha rilasciato un nuovo report intitolato “Danno collaterale” (4 febbraio 2022) che ha studiato l’impatto di 106.600 tonnellate annue (stima) di erbicidi e insetticidi applicati sui raccolti per mangimi destinati agli allevamenti intensivi per gli Stati Uniti durante l’anno scorso, per il quale un’informazione completa è disponibile. I prodotti chimici vengono distribuiti su mais e soia per mangimi per animali da allevamento negli USA. Circa il 50% dei pesticidi ad alto rischio di tossicità viene usato su base globale su mais e soia per allevamenti intensivi.

Il report descrive un processo brutale e aberrante di allevamento/ alimentazione estremamente confinato e disumano, per un ingrasso più veloce possibile degli animali in vista dell’abbattimento al fine di soddisfare la dipendenza mondiale al fast-food. L’intero processo dalla A alla Z usa delle tecniche da catena di montaggio, per portare cibo dai campi di monocolture arricchite di pesticidi/erbicidi nelle sozze mani di creature umanoidi dalla bocca spalancata protesa, che mangiano e sudano come dei porci ingozzati, mentre la Sindrome da Bulbo Umido (Wet Bulb Syndrome – WBS – temperatura 35°- umidità 90%) comincia a suonare la campana del morto al di sopra e al di sotto dell’equatore. Il riscaldamento globale ha portato all’insorgenza di questo evento letale in grado di uccidere una persona entro 6 ore se non può sfuggire dalla combinazione mortale di caldo e umidità.

Il report Danno Collaterale descrive l’impatto dell’uso su larga scala di prodotti chimici altamente tossici, specificatamente erbicidi e insetticidi, sui raccolti per mangimi destinati agli allevamenti intensivi.

Secondo lo studio Collateral Damage: How Factory Farming Drives Up the Use of Toxic Agricultural Pesticides di World Animal Protection, New York, NY, febbraio 2022: “Alti livelli di consumo di carne provocano il declino delle popolazioni di animali selvatici tramite l’intensificazione sempre crescente di monocolture di raccolti per mangimi destinati al bestiame negli allevamenti intensivi, che producono la maggior parte della carne consumata negli USA oggi. È meglio evidenziato dalle centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze chimiche a rischio impiegate sui raccolti di mais e soia come pesticidi negli USA. Questi prodotti chimici tossici impediscono ad insetti, uccelli, pesci e altri organismi di sopravvivere e prosperare, così come distruggono la diversità delle piante native su cui essi fanno affidamento per ripararsi e nutrirsi.”

È un discorso complesso. In altre parole, il ciclo vitale di interi ecosistemi viene messo a rischio affinché degli umani possano ingozzarsi fino alla gola. Quell’intero processo è carico di problemi morali, e anche il semplice vecchio buon senso dice: “qualcosa non va.” Suscitando il chiedersi se l’umanità è intrappolata in un mondo chimico tossico per la propria sopravvivenza. Questo paradosso è inaccettabile, ma reale.

Il glifosato, che è l’erbicida più ampiamente usato a livello mondiale, conosce un impiego massiccio nell’allevamento intensivo. Questo è un incubo chimico, letteralmente appeso sopra alla società come un cappio. Alcuni studi dimostrano che il glifosato riduce la biodiversità complessiva del 22%. Secondo uno studio EPA del 2020, “esso danneggia, ferisce o uccide il 93% di piante e animali protetti dall’Endangered Species Act”, ibid. Sta in linea con dei numeri da estinzione totale. Ciò significa che un solo fitofarmaco sta compiendo nell’arco di pochi decenni quello che l’estinzione di massa del Permiano-Triassico, nota anche come la Grande Moria, di 252 milioni di anni fa, compì su un periodo di diversi milioni di anni.

Per quanto riguarda la salute umana, sono già più di 13.000 azioni legali a sostenere che questo pesticida causi il linfoma non-Hodgkin. La Ricerca sul Cancro dell’OMS asserisce che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per gli umani”.

“Studi scientifici mostrano una forte correlazione tra il glifosato e i seri rischi per la salute che includono disturbi del sistema ormonale e del microbiota intestinale, danni al DNA, tossicità sullo sviluppo e la riproduzione, malformazioni neonatali, altri tumori e neurotossicità”, ibid.

Oltre al glifosato, l’atrazina è uno dei pesticidi agricoli più ampiamente usati, e tossici, negli USA, principalmente su mais, sorgo e canna da zucchero. Secondo Collateral Damage: “La più grande parte impiegata negli USA, circa il 87%, viene usata solo sul mais, e una parte stimata al 60-70% di tutto il mais è trattata con atrazina.”

In più, come dichiarato nel report e altamente preoccupante, e quasi impossibile da credere: “Malgrado la sua popolarità negli Stati Uniti e nell’Asia Pacifica, l’atrazina è stata bandita da 35 paesi. E ‘stata vietata nell’UE in ragione di contaminazione persistente delle falde acquifere. E’ relativamente mobile, entrando regolarmente nelle masse idriche per deflusso o con le acque piovane, ed è stata rilevata sia nella pioggia sia nell’aria in Europa e negli Stati Uniti più di ogni altro pesticida di uso corrente. Secondo misurazioni di United States Geological Survey (USGS), l’atrazina è stata rilevata in fiumi fino a livelli di 200 microgrammi/litro (μg/L) e ripetutamente rilevata in quantità superiore a 100 μg/L. In acque adiacenti a campi trattati, l’atrazina è stata trovata in concentrazioni raggiungendo 1.000 μg/I”, ibid.

Ai fini di confronto dell’impatto: “L’atrazina è altamente tossica per le alghe in coltura a concentrazioni superiori a 100 μg/L.” (fonte: Kyle D. Hoagland, ed al, Effects of Organic Toxic Substances, Algal Ecology, 1996)

Secondo il report, l’atrazina è un perturbatore endocrino conosciuto, dall’elevata tossicità, ad esempio: “l’atrazina è un potente perturbatore endocrino ed è legato a una varietà di problemi di salute umana, inclusi diversi tipi di cancro, malattia di Parkinson e danni al sistema riproduttivo. Dopo soltanto 6 ore di esposizione, un incremento di morte cellulare e danni al DNA sono stati osservati. Lo stesso livello di danno da esposizione a raggi Gamma richiederebbe 15 minuti pieni. L’atrazina altera inoltre i livelli di dopamina e norepinefrina nel cervello e diminuisce l’attività elettrica di alcune cellule nel cervelletto (la regione del cervello che controlla le funzioni motorie). In quanto perturbatore endocrino può interferire con l’equilibrio degli ormoni nel corpo, impattando significativamente la fisiologia complessiva e lo sviluppo.” ibid.

Non è affatto sorprendente che 35 paesi, inclusa l’EU, abbiano vietato l’atrazina. Tuttavia è enormemente popolare negli USA.

Le citazioni soprammenzionate di Collateral Damage non fanno che scalfire la superficie delle 50 pagine di analisi approfondita del “costo tossico dell’agricoltura industriale.” Ecco un link al report completo:

https://dkt6rvnu67rqj.cloudfront.net/sites/default/files/media/WAP_Collateral_Damage_Report_02_04_22_R3.pdf

Il report fornisce tre pagine di raccomandazioni specifiche per i governi, le organizzazioni intergovernative, le aziende, le istituzioni e i privati. E, come approccio generale, il report chiama privati e istituzioni a privilegiare diete e menu più salutari, dando priorità ad alimenti vegetali per “diminuire l’impatto sugli animali e sul pianeta”.

Vale anche la pena notare che solo recentemente uno studio internazionale maggiore sull’impatto dei fitofarmaci sul pianeta è stato pubblicato. Esso corrobora Collateral Damage, vedi: Marc Préel, Plastic, Chemical Pollution beyond Planet’s Safe Limit: Study, Phys.org, 15 febbraio 2022.

Lo studio afferma che i prodotti chimici hanno superato i limiti di sicurezza per il pianeta: “abbiamo delle prove schiaccianti dell’impatto negativo sui sistemi della Terra, inclusi la biodiversità e i cicli biogeochimici.”

In totale, trecentocinquantamila prodotti chimici alterano attualmente la composizione della superficie del pianeta. L’Istituto Svizzero di Ingegneria Ambientale ha solo di recente stilato le quantità, scoprendo a sorpresa che le quantità di sostanze chimiche sono tre volte di più di quelle stimate finora.

Allo stesso modo, i gas serra alterano la composizione dell’atmosfera. Insomma, la Terra è diventata un pianeta artificiale sopraffatto dalla chimica. Di conseguenza, nessuno sa cosa succederà in seguito con il più grande esperimento chimico di tutti i tempi. Ma come potrebbe mai essere benefico?

Traduzione dall’inglese di Dominique Florein. Revisione di Raffaella Forzati.