Domenica sera, a Bastia in Corsica, al termine di pesantissimi scontri tra manifestanti, armati di bombe molotov, e la polizia francese, armata di cannoni ad acqua e bombe lacrimogene il bilancio era di 66 feriti, 44 tra le forze dell’ordine [1].

Erano stati tra i 7 e i 12.000 i manifestanti a scendere in strada contro il governo francese, dietro l’unico striscione “Statu francese assassinu”, per protestare contro l’aggressione contro uno dei leader degli indipendentisti corsi avvenuta lo scorso 2 marzo all’interno della prigione di Arles.

Ora l’uomo, Yvan Colonna, sarebbe in coma per alcuni, deceduto per altri.

Poco importa ai manifestanti che Yvan Colonna fosse in carcere a scontare una condanna definitiva all’ergastolo per omicidio. L’uomo infatti fu ritenuto colpevole d’aver fatto parte, 24 anni fa il 6 febbraio del 1998, del gruppo di fuoco che uccise ad Ajaccio, « il prefetto Claude Erignac, massimo rappresentante del governo di Parigi in Corsica » [2].

Solo una settimana prima, « il Fronte di liberazione nazionale corso-Ala storica, la fazione più estremista del separatismo, aveva annunciato la fine d’ una tregua durata 7 mesi perché il governo del premier socialista non aveva accolto le sue richieste ».

Corsica: le quattro richieste dei manifestanti

I manifestanti corsi chiedono ora al governo, espressamente, per bocca di Pasquale Picoury, rappresentante del sindacato degli studenti “Ghjuventù Indipendentista”:

  • « La creazione di una commissione d’inchiesta sul tentato assassinio di Yvan Colonna,
  • la liberazione immediata dei prigionieri politici,
  • il riconoscimento del popolo corso,
  • e uno statuto di piena autonomia » [3].

Corsica: manifestazioni e scontri con la polizia in tutta l’isola

In tutta la Corsica la situazione è incandescente: « Già nel pomeriggio del 7 marzo la manifestazione di Corte, organizzata dagli studenti dell’Università della Corsica e a cui avevano preso parte oltre diecimila persone, si era conclusa con lanci di molotov, bengala e bombe rudimentali, oltre che con diversi feriti da entrambe le parti (ufficialmente: 24 manifestanti e quattro poliziotti) », ci fa sapere Gianni Sartori su “Osservatorio repressione” [4]

Poi Sartori, aggiunge:

  • « Il 9 marzo, a Bastia si erano radunati nel pomeriggio davanti alla prefettura (come era già avvenuto il giorno prima, l’8 marzo) per poi scontrarsi con la polizia, incendiando auto e cassonetti.
  • Così a Calvi, in serata, dove venivano infranti numerose vetrine e lanciate bottiglie molotov contro la facciata della prefettura.
  • Contemporaneamente in quel di Ajaccio una manifestazione si concludeva con un tentativo di assalto al carcere.
  • Nella mattinata di venerdì 11 marzo una sessantina di indipendentisti tentava di forzare l’entrata della “gendarmerie” di Porto Vecchio ».

Italia: stampa e Tivù di stato oscurano i fatti della Corsica

Tutte queste notizie sono circolate in rete, su Twitter prevalentemente.

La stampa dominante in Italia e la tivù di stato non han dato particolare attenzione ai fatti della Corsica. Occorre dare atto, certo, che il cronista Claudio Del Frate per il Corriere è stato onesto e completo nel redarre il proprio articolo [5].

La direzione del Corriere, come quella di Repubblica, tuttavia, ha nascosto, come spesso capita, la notizia su una pagina interna del sito web. Silenzio assoluto, invece, sul TGcom24 di Mediaset e su TG1 della Rai.

La rivolta che infiamma la Corsica da circa una settimana non deve né distogliere l’attenzione sull’assedio all’Ucraina da parte dei russi, né stimolare improbabili emulazioni nel nostro Paese.

Questo è lo stato dell’informazione in Italia.

Fonti e Note:

[1] Corse Net Infos, 13 marzo 2022, “Nouvelle journée de tensions à Bastia : 66 blessés”.

[2] Repubblica, 7 febbraio 1998, “Corsica, torna il terrore”.

[3] Corse Net Infos,14 marzo 2022, “Les syndicats étudiants corses veulent élargir la mobilisation populaire pour “faire plier le gouvernement””.

[4] Osservatorio repressione, 14 marzo 2022, “Ancora proteste in Corsica per il tentato omicidio di Yvan Colonna”.

[5] Corriere, 15 marzo 2022, “Corsica: scontri in piazza dopo l’aggressione di Yvan Colonna, leader separatista”.

L’articolo originale può essere letto qui