Sono in corso in questa mattinata di domenica grandi manifestazioni nella capitale Khartoum, per chiedere le dimissioni del generale golpista Burhan.

Centinaia di migliaia di persone si sono riversate nelle piazze per chiedere un processo agli assassini dei 5 manifestanti di giovedì scorso. La situazione politica è bloccata e non ci sono orizzonti di un accordo tra le componenti politiche e i militari per la gestione della fase transitoria.

Si sono diffuse ieri voci sulla messa agli arresti domiciliari per la seconda volta del primo ministro Hamdouk, ma il suo ufficio ha smentito via social. In occasione della giornata dell’indipendenza, il premier non ha trasmesso pubblicamente un suo messaggio e questo “impedimento” è stato interpretato da più parti come un’azione coercitiva dei generali golpisti che tengono di fatto le redini del potere nelle loro mani.

Il generale Burhan ha chiesto la formazione di un governo tecnico e ha assicurato che l’unica strada per il governo civile è quella del voto nel 2023, sottintendendo che fino a quella data i militari non molleranno il potere. Il premier Hamdouk sta svolgendo consultazioni con le forze politiche per la formazione del governo e voci dal suo entourage hanno confermato che in caso di impossibilità a raggiungere un accordo lui si dimetterà entro domani, lunedì 3 gennaio.