Con la solita cura, precisione e chiarezza Gloria Germani ha dato alle stampe l’anno scorso per Castelvecchi il volume “Verità della Decrescita. Via dalla scienza totalitaria per salvare il mondo”.

Il volume è uscito nel marzo del 2021 ma è evidentemente nato nella mente dell’autrice prima della pandemia. L’unica critica che mi sento di fare è al titolo che non dà conto della vastità dei temi toccati che vanno, a mio avviso, al di là della proposta di Serge Latouche ed epigoni e che immette il tema della “verità” in un momento in cui in nome della “verità” succedono cose terribili. Chi conosce Gloria sa che nel titolo rieccheggia la verità gandhiana del satyagraha, non certo quella dei fanatici di turno.

Il libro costituisce una critica e una smontatura profonda del dogma centrale della società moderna: quello che la società occidentale abbia sviluppato una superiorità non solo economica ma anche intellettuale e che sia un modello per il resto del mondo. Questo concetto, autoreferenziale per i membri di detta società finisce quasi per essere introiettato nelle culture rese subalterne dalla smania di conquista e potere che ha caratterizzato gli occidentali nel corso della storia.

Lo svilimento delle altre culture, e in particolare di quella antichissima e raffinatissima orientale, ha vette impensate in filosofi come Hegel, di cui l’autrice cita frasi francamente orripilanti. Ma sono le basi fondanti del newtonismo cartesiano a fornire il supporto ideologico per da una parte denigrare i “selvaggi” da conquistare e dall’altra esaltare l’Homo Faber che sboccia nella rivoluzione industriale gettando le basi fondanti di una società dominatrice basata sul concetto di crescita economica smisurata, di “progresso” tecnologico, di esaltazione dell’Ego con le sue inevitabili conseguenze di violenza verso gli altri esseri umani e la natura.

Gloria poi passa, nella seconda parte del libro, a comparare il modo di pensare ed agire del mondo occidentale con quello dell’oriente; non solo, coglie e studia con attenzione quanto la parte migliore del mondo occidentale sia arrivata a conclusioni analoghe a quelle millenarie delle grandi scuole di pensiero e di pratica orientali. In questa comparazione coglie e spiega i principi fondamentali del mondo orientale che possono essere di ispirazione in questo momento di crisi: culturale, umana, ecologica, spirituale. Una crisi che, come al solito, possa essere laboratoriao di costruzione del nuovo mondo.

Infine la proposta rivoluzionaria di ripensare il mondo in base a principi, a una visione del noi che prevale sull’io, a una concezione della vita di tutti i giorni basata sulla spiritualità, sulla frugalità, la decrescita.

Un bel libro, pieno di spunti, di citazioni, di spiegazioni estremamente chiare e che mette il lettore in una condizione di calma interiore, di desiderio di studio e riflessione: tutti stati estremamente necessari nel caos che stiamo vivendo.