Il ghiacciaio Thwaites, soprannominato “Doomsday Glacier” (“Ghiacciaio del Giorno del Giudizio”), nell’Antartide occidentale, sta preoccupando gli scienziati. Le immagini dal satellite proiettate al recente meeting del 13 dicembre dell’Unione Geofisica Americana hanno rivelato numerose grandi crepe trasversali che si estendono lungo il cuneo di ghiaccio galleggiante del Thwaites.

Si tratta di un’informazione nuova e sconvolgente, anche solo per il fatto che sta accadendo così rapidamente, molto prima di quanto ci si aspettasse. Il ghiacciaio potrebbe collassare. Ed è enorme: 130 chilometri di larghezza con una profondità fino a 1200 metri e una piattaforma di ghiaccio larga 45 chilometri che si estende sul Mare di Amundsen.

Nel frattempo, l’incontro del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) tenutosi a Glasgow alla COP 26 a novembre 2021, di notevole importanza a causa della minaccia strisciante di Thwaites, è stato criticato dagli scienziati come un ulteriore evento soporifero che non è riuscito ad affrontare la più grande sfida del mondo occidentale dall’epoca dell’invasione di Roma da parte degli Unni. Questo scandaloso fallimento dei leader mondiali, evidenziato da proposte deboli, rappresenta decisamente una minaccia per le città costiere di tutto il mondo, specialmente con il ghiacciaio Thwaites che mostra segni di imminente collasso.

Secondo la glaciologa Erin Pettit della Oregon State University, i punti deboli dello strato di ghiaccio del Thwaites sono come crepe in un parabrezza: “Un’altra raffica di vento e si possono propagare come una ragnatela lungo l’intera superficie della piattaforma di ghiaccio.” (Fonte: Crucial Antarctic Ice Shelf Could Fail Within Five Years, Scientists Say, SFGATE, 13 dicembre, 2021)

In un articolo del settimanale New Scientist del 13 dicembre 2021 è stata commentata la riunione dell’Unione Geofisica Americana riguardante le immagini satellitari delle massicce crepe: “Il ghiacciaio Thwaites dell’Antartide potrebbe staccarsi dal continente entro 10 anni, creando così un aumento catastrofico del livello del mare innescando un potenziale effetto domino nel ghiaccio circostante.”

Thwaites è gigantesco, uno dei più grandi ghiacciai del mondo. Un articolo del 2017 sulla rivista Rolling Stone, che ha seguito il viaggio di un team di glaciologi al Thwaites, ha riassunto la situazione, come espresso da Ian Howat, glaciologo dello Stato di Ohio: “Se ci sarà una catastrofe climatica, inizierà probabilmente dal Thwaites. Se non rallentiamo il riscaldamento del pianeta, potrebbe accadere entro qualche decennio.” (Fonte: The Doomsday Glacier, Rolling Stone, 9 maggio, 2017)

Questo cinque anni fa, ma dopo il rapido cambiamento delle condizioni della calotta polare in soli cinque anni, gli scienziati non dicono più: “Potrebbe accadere entro alcuni decenni.” Ora l’orizzonte temporale è cambiato in: “Entro un decennio,” cioè entro il 2032. Inoltre, come suggerito nel citato articolo SFGATE, alcuni ipotizzano che potrebbe verificarsi all’improvviso “più presto che tardi.”

Il mondo non è preparato per un enorme disastro che inarrestabilmente si propagherebbe attraverso tutto il pianeta al di fuori di ogni controllo. Per questo, è proprio un peccato che i leader mondiali non siano riusciti ad adottare misure adeguate, specialmente se si considera che gli scienziati avvertono da decenni delle terribili conseguenze del fallimento della limitazione o cessazione di emissioni di CO2. La verità è che i leader mondiali non sono riusciti a tutelare le popolazioni che rappresentano a causa dell’ignoranza, dell’avidità e di tonnellate di denaro sporco.

Thwaites è quello che gli scienziati definiscono “un sistema di soglia.” Il che significa che invece di sciogliersi lentamente come un cubetto di ghiaccio in una giornata estiva, è più simile a un castello di carte: è stabile fino a quando non viene spinto troppo, poi crolla con un tonfo clamoroso!

Cosa succederebbe dopo il collasso della piattaforma di ghiaccio?

La piattaforma di ghiaccio del Thwaites è una delle principali contrafforti nell’Antartide occidentale contro l’innalzamento del livello del mare. Nuovi dati forniscono una chiara prova che il riscaldamento delle correnti oceaniche sta erodendo dal basso la piattaforma orientale di ghiaccio. Un grave rischio è che la serie di crepe individuate sulla superficie frantumi il ghiaccio formando centinaia di iceberg. Come afferma la glaciologa Erin Pettit: “Improvvisamente collasserebbe l’intera struttura.”

Il collasso della piattaforma di ghiaccio non avrebbe un impatto immediato sull’innalzamento del livello del mare, poiché la stessa sta già galleggiando sulla superficie dell’oceano. Il suo peso è già dislocato nell’acqua. Tuttavia, collassando, il ghiacciaio molto più voluminoso bloccato dietro la piattaforma di ghiaccio verrebbe liberato, e aumenterebbe in modo drammatico la velocità del suo flusso verso il mare.

Il collasso del Thwaites non è una cosa di poco conto. A seconda di diversi fattori, innescherebbe l’inizio di un innalzamento del livello del mare di un certo numero di metri, e, paradossalmente, accadrebbe a dispetto delle indicazioni di IPCC che prevedono un aumento del livello del mare di circa 30 cm entro il 2100, ipotizzando che tutte le condizioni rimangano invariate. Potrebbe rivelarsi un’inezia in confronto al collasso del Thwaites se innescasse un effetto domino nel ghiaccio circostante dell’Antartide occidentale, come accennato nell’articolo del New Scientist sopra citato.

Per il mantenimento dello status quo naturale, Thwaites ha un potenziale impatto così importante come forza negativa che un team di scienziati sta effettuando uno studio del ghiacciaio intitolato: The International Thwaites Glacier Collaboration (La collaborazione internazionale del ghiacciaio Thwaites). Il glaciologo a capo del team, Ted Scambos (Università del Colorado a Boulder), ha affermato via Zoom dal Thwaites che “La situazione sta evolvendo davvero rapidamente qui…. è preoccupante”.

Il collasso della piattaforma di ghiaccio porterebbe ad un massiccio “crollo della scogliera di ghiaccio”, un crollo ininterrotto di pareti di ghiaccio torreggianti direttamente affacciate sull’oceano che si sbriciolerebbero nel mare. E, una volta che il collasso della scogliera di ghiaccio inizia, diventerebbe probabilmente “una corsa di crolli” che si autoalimenta.

Questo segnale allarmante dell’imminente collasso di uno dei più grandi ghiacciai del mondo rappresenta un forte messaggio politico: cosa pensano di fare i leader mondiali, per esempio il Congresso degli Stati Uniti, riguardo alle emissioni di gas serra derivanti dai combustibili fossili di auto, camion, treni, aerei, agricoltura e industria che invadono l’atmosfera e riscaldano gli oceani al punto che un vero e proprio colosso di ghiaccio è sempre più vicino a spaccarsi e a collassare con conseguente innalzamento del livello del mare che inonderà Miami, tanto per cominciare?

Il piano americano “Build Back Better” include il finanziamento di dighe contro l’acqua alta in tutto il continente?

E ancora, la più grande incognita in questa drammatica vicenda è la tempistica: ipotizzando che il Thwaites crolli entro un decennio, quanto presto i crolli delle scogliere di ghiaccio porteranno all’innalzamento del livello del mare che sommergerà le metropoli costiere del mondo? Nessuno conosce la risposta a questa deprimente domanda, ma è sicuro che sembra imminente.

Traduzione dall’inglese di Barbara Segato. Revisione di Thomas Schmid.