Ieri, allo Spazio Popolare Neruda, Torino per Moria ha incontrato i cittadini solidali torinesi

Torino per Moria è un gruppo nato circa un anno fa per sopperire ai bisogni in occasione dell’incendio del campo (dell’UNHCR) di Moria a Lesbo, distrutto nel settembre del 2020.

I Papa è in Grecia, oggi è a Lesbo.

Che la Chiesa sia l’unico organo di ampio consenso che abbia esplicitamente preso una chiara, limpida, posizione non pregiudiziale sulle migrazioni, che non identifichi la persona migrante come un invasore, come un pericolo, ma come una persona in difficoltà, è uno scandalo politico senza precedenti.

Ecco perché la galassia solidale, politicamente orfana o quasi, s’incontra.

Si sono incontrate persone della Torino solidale di provenienza diversa, impegnate su fronti diversi, ma con una forte volontà di condivisione.

Nell’incontro di ieri, avvenuto proprio in uno spazio simbolo della condivisione, Torino per Moria ha incontrato persone che non si stanno voltando dall’altra parte.

La nostra città è al centro di flussi migratori, emblematiche sono le situazioni emergenziali di Oulx e Claviere.

E’ stato un confronto anche di natura politica oltre che di operatività sul territorio, operatività sempre più difficile in un clima politico che favorisce la repressione di coloro che semplicemente stanno applicando il dovere dei cittadini all’aiuto, alla solidarietà, al soccorso, principi immanenti e puntuali dell’Ordinamento.

Forti le istanze di coesione, di scambio d’informazione, di confronto sui criteri di operatività pratica per cercare di far fronte dal basso ad un progressivo e ormai insostenibile smantellamento del welfare.

Al centro delle discussioni il contratto tra il Politecnico e Frontex e il CPR (Centro per rimpatri Brunelleschi di Torino), sono stati dati gli appuntamenti sulle mobilitazioni: l’11 dicembre una manifestazione contro il CPR, l’ennesima della cittadinanza torinese che, come abbiamo scritto, non lo vuole e che è travolto dalla scandalo, trapelato, dei tentati suicidi.

Il 14 dicembre, in occasione della riunione straordinaria del Senato Accademico del Politecnico sul contratto tra Frontex – estremamente controversa e indagata – e l’Ateneo torinese, ci sarà una manifestazione davanti ad uno dei due ingressi (da definirsi) della sede di coso Duca degli Abruzzi (l’altro ingresso è in c.so Castelfidardo).

Per il 18 dicembre ci sarà una mobilitazione per la giornata internazionale dei migranti.

Quello di ieri è stato un ulteriore, ultimamente ne vediamo sempre di più, laboratorio fattuale e di politica dal basso, di unione delle forze.