Amsi, UMEM e UXU: a numerosi concorsi per medici si presentano pochi o nessuno; in Italia, nonostante questo, continuano i muri burocratici contro i medici stranieri.

Questa è la fotografia, in sintesi, della grave situazione per la carenza di medici, infermieri e altri professionisti della sanità. In Italia, negli ultimi 2 anni, questa situazione è diventata una patologia acuta e cronicizzata, senza cure e soluzioni efficaci dal 2009. Negli ultimi 2 anni sono aumentate del 25% le richieste di medici specialisti (radiologi, anestesisti, ortopedici, fisiatri, chirurghi, internisti, medici d’urgenza e dei 118, ginecologi, medici sportivi, pneumologi, allergologi, virologi  e infermieri) all’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), sia da parte del pubblico che del privato e degli RSA da tutte le regioni, in particolare Lombardia,Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Sicilia e Valle D’Aosta. I più richiesti sono medici per il pronto soccorso e del 118.

Inoltre, a numerosi concorsi per medici specialisti in Italia si presentano pochi o nessuno e  nonostante ciò continuano i muri burocratici contro i medici stranieri, con l’obbligo della cittadinanza per sostenere i concorsi pubblici. Le richieste di informazioni per lavorare all’estero, da parte di medici e infermieri italiani e stranieri, sono aumentate del 15%, in particolare verso Europa, Paesi Arabi e America. Numerosi medici ospedalieri stanno lasciando il pubblico per il privato per colpa dello stress lavorativo e dei turni massacranti: non si sentono protetti, e non c’è un equilibrio tra chi va in pensione e l’ingresso nel mondo del lavoro di medici giovani.

“Continuiamo a fotografare la tragica situazione di carenza di medici specialisti, infermieri e fisioterapisti ormai da 10 anni, ma purtroppo non vediamo soluzioni concrete a parte l’aumento delle borse di specializzazione, che non è sufficiente per colmare il turnover, previsto nel 2026 in oltre 50 mila medici. Inutile ripeterlo, visto che nessuna istituzione pubblica ha avuto interesse a risolvere la questione dei concorsi per medici e professionisti stranieri della sanità. L’Italia è tra i pochi paesi al mondo a non aver risolto questo problema, una questione di civiltà e di integrazione.

Tanti colleghi italiani e di origine straniera lasciano l’Italia per paesi dove ci sono trattamenti economici migliori, meno medicina difensiva e eguaglianza nei diritti e non solo nei doveri. Noi continuiamo a fare il nostro dovere in Italia come abbiamo fatto sempre e in particolare nella pandemia, in cui sono morti 18 medici di origine straniera e numerosi colleghi italiani. Non facciamo appelli a nessuno, ognuno viene giudicato per quello che fa e non per quello che dice e promette: di promesse, in 20 anni, ne abbiamo sentite tante e tutte sono cadute nel vuoto”. Cosi denuncia Foad Aodi, presidente Amsi e UMEM (Unione Medica Euro Mediterranea ) e membro esperto registro Fnomceo, e chiede agli albi professionali e ai sindacati medici e professionisti della sanità di unirsi e collaborare insieme, oltre che sostenere questa ingiustizia contro i medici di origine straniera, per l’interesse comune e del SSN pubblico e privato.