La Gira italiana si è conclusa: solo adesso, nel momento in cui questa grande avventura volge al termine, forse si può cominciare a raccontare. E’ stato difficilissimo conciliare l’organizzazione di tutti gli eventi con le richieste di sicurezza e riservatezza (incontri privati e no pubblici, niente facebook, giornalisti, foto, riprese) che fin dall’inizio sono arrivate da parte dell’EZLN agli interlocutori europei (tra cui, per l’Italia, LAPAZ Libera Assemblea Praticando Autonomia Zapatista): innumerevoli le riunioni che hanno seguito ritmi visionari ed entusiastici sul filo dei 6 comunicati diramati dall’EZLN che, come la rotta in mare della prima delegazione (in senso opposto rispetto alla rotta dei conquistadores di 501 anni fa), vanno al contrario, cominciano col n.6 e finiscono col n.1.

I testi dei 6 comunicati, rendono il senso della Gira, il primo è del 5 ottobre di un anno fa, ha come titolo “Una Montagna in mezzo al mare” (dal nome del veliero che salperà poi dal Messico il 3 maggio con la prima delegazione a bordo), è firmato dal SupMoises e diretto al Congreso Nacional Indigena, alla Sexta Nazionale e Internazionale, alle Reti di Resistenza e Disobbedienza in tutti gli angoli del Pianeta, e parte da sei punti fermi:

1-il mondo è malato nella sua vita sociale, oppresso dall’aberrazione di un sistema che tutto travolge pur di placare la sua sete di profitto e da una realtà criminale che ha nel femminicidio la sua massima espressione;

2-la Natura è ferita a morte ed è l’azione del sistema umano a provocare catastrofi impropriamente definite “naturali”;

3-i potenti si nascondono nei cosiddetti Stati nazionali e nelle loro mura seguendo un solo padrone, il denaro, mentre le organizzazioni internazionali languono;

4-la pandemia Covid 19 ha mostrato la vulnerabilità dell’essere umano ma anche l’avidità e la stupidità di diversi governi nazionali e loro presunte opposizioni, mentre ora il grande capitale vuole che si torni nelle strade in modo che le persone possano riprendere lo status di “consumatori”;

5-esistono resistenze e ribellioni che rifiutano di seguire il sistema nella sua veloce corsa al collasso e che lottano per la difesa della cosa più sovversiva che esiste, la Vita; queste resistenze capiscono e insegnano che le soluzioni potrebbero essere “sotto”, negli scantinati e negli angoli del mondo, per cui è necessario mettersi in cammino, navigare fiumi e mari per ritrovarsi, per questo gli/le zapatist@, che in tutti questi anni hanno ricevuto l’abbraccio di tante persone provenienti da ogni luogo, hanno pensato a tutto questo cuore collettivo e al fatto che è ora di corrispondere all’ascolto e alla parola di tutti questi mondi;

6- partendo da queste premesse gli/le zapatist@ hanno deciso di viaggiare nel mondo cercando non la differenza, non la superiorità… tanto meno il perdono e la pietà… ma ciò che rende uguali, ed hanno deciso di cominciare questo viaggio interplanetario dal continente europeo verso cui annunciano di voler salpare ad aprile 2021 (in realtà si partirà poi il 3 maggio, giorno della semina) per essere il 13 agosto, 501 anni dopo la presunta conquista di quello che oggi è il Messico, a Madrid.

Questo viaggio sottolineano che è come una continuazione della marcia del Colore della Terra del 2001 che dal Messico viene portata in tutto il Pianeta.

Al Sesto comunicato ha fatto poi seguito il Quinto, “Lo Sguardo e la distanza dalla Porta”, a firma del SupGaleano: rispetto allo sguardo c’è l’auspicio che ci si liberi dalla tirannia dei social network, che impongono cosa guardare e di cosa parlare ma anche come guardare e come parlare, per poter posare uno sguardo “umano” sul mondo e chiedersi cosa fare; solo così si potrà capire come è possibile che chi resiste alla centrale termoelettrica in un minuscolo angolo del Messico possa interessarsi alla Palestina, ai Mapuche, al migrante, all’afroamericano, alla donna Curda o a quella che lotta in un angolo del mondo… Rispetto alla Porta, viene presentata la suggestione che la morte sia una porta che si può varcare anche per scelta, com’è avvenuto per i popoli originari, oggi zapatisti, quando il 1°gennaio 1994 furono disposti ad attraversarla per lottare al fine di spostare avanti il più possibile la porta per tutti i più deboli che in Chiapas erano da sempre costretti ad attraversarla molto presto… (“ecco perché abbiamo detto all’inizio del levantamiento che per vivere moriamo”) ma anche per segnare il cammino da lasciare in eredità – “perché se non ereditiamo la Vita, cioè il sentiero, per che cosa viviamo?”

Arriva poi il Quarto comunicato “Memoria di ciò che sarà”, a firma del SupGaleano, dove si citano le parole del Vecchio Antonio di un lontano ottobre di 35 anni prima “… e il potente non morirà senza prima vedere la sua ignorante arroganza crollare senza quasi fare rumore, e nel suo ultimo respiro conoscerà il Despota che non sarà altro forse che un brutto ricordo nel mondo che si è ribellato e si è opposto alla morte che il suo comandare mandava”.

Anche il Terzo comunicato “La Missione”, sempre a firma SupGaleano, cita le parole del Vecchio Antonio “..la Madre Terra non aspetta che finisca la tormenta per vedere il da farsi, ma inizia prima a costruire… perchè il domani non arriva così di punto in bianco, ma sta già appartato tra le ombre e chi sa guardare lo trova tra le crepe della notte..gli uomini e le donne di mais quando guardano questo mondo guardano anche il mondo che bisognerà edificare e si creano un cammino..hanno tre sguardi, uno per il prima, uno per l’adesso, uno per quel che viene”.

Il Secondo comunicato, il penultimo, dicembre 2020, “Il Bar”, sempre a firma SupGaleano, ci presenta una surreale ricostruzione del mondo soggiogato dal sistema del profitto: nell’insegna si legge “LA STORIA CON LE MAIUSCOLE Snack Bar”, non sono ammessi bambini, donne, indigeni, disoccupati, otroas, anziani, migranti e altri ..rifiuti, ai lati sono ammucchiati cadaveri di donne, dentro si può dire di tutto…non serve intelligenza… basta fare rumore.. c’è impunità per tutti..la realtà non conta nulla… c’è solo la moda del momento, i follower…  e gli occhi dei padroni in alto che supervisionano tutto”.

Infine il Primo documento, l’ultimo, arriva il 1°gennaio 21 ed è “Una Dichiarazione per la Vita”, è diretto a tutti i popoli del mondo e alle persone che lottano in Europa, che sarà la prima meta, ed invita tutti coloro che condividono le stesse preoccupazioni e lotte ad unirsi, a sostenere e a partecipare agli incontri e a fare propria la Dichiarazione per la Vita… seguono decine di pagine di firme di tutte le realtà che aderiscono.

Tutti i comunicati sono consultabili sul sito https://enlacezapatista.ezln.org.mx

Sfidando tutti i problemi legati a visti, passaporti, covid, gli/le zapatist@ alla fine sono arrivat@ nel continente Europa: la prima delegazione, El Escuadròn 421, a bordo de “La Montagna” salpata da Isla de Las Mujeres il 3 maggio, è arrivata nel porto di Vigo, in Galizia, il 20 giugno scorso, composta da 4 donne, 2 uomini e 1 otroa, Marijose, che per prima ha calpestato il suolo d’Europa rinominandola: “A nome delle donne, dei bambini, degli uomini, degli anziani e delle otroas zapatist@, dichiaro che il nome di questa terra che i suoi nativi ora chiamano Europa d’ora in poi si chiamerà SLUMILK’ AJXEMK’ OP, che significa “Terra Indomita”.

Poi il 14 settembre è arrivata a Vienna, in aereo, l’altra delegazione “La Estemporanea”, composta da 177 delegat@, più donne che uomini, ma anche da un Comando Palomitas, da rappresentanti del Congreso Nacional Indigena e del Fronte in Difesa della Terra e dell’Acqua, dalle donne della squadra di calcio femminile e dal Gruppo di Coordinamento. La delegazione si è suddivisa in diversi gruppi di “Escucha y Palabra” che hanno cominciato la Gira visitando una prima zona d’Europa, poi, il 12 ottobre, è arrivata in Italia, dove tutte le 11 macroaree hanno potuto organizzare incontri.

L’assemblea Sicilie Zapatiste, nella nostra macroarea, ha scelto di costruire una rete di iniziative che in qualche modo hanno riattraversato le 7 tessere di cui già nel 1997 il SupMarcos (oggi SupGaleano) ci parlava in un documento intestato “La quarta guerra mondiale è cominciata”. Da Palermo ad Alcamo, a Cinisi, a Niscemi, a Catania, a Siracusa, abbiamo cercato di portare avanti i nostri incontri seguendo con attenzione “la palabra” dei e delle compas che in ognuna delle realtà hanno fatto in maniera puntuale e rigorosa il racconto dei 5 punti della storia della ribellione e resistenza zapatista (vita dei popoli originari prima del levantamiento, organizzazione e clandestinità, Municipi autonomi e costruzione dell’autonomia, Giunte di Buon Governo, Resistencia y Rebeldìa).

Anche noi abbiamo raccontato le nostre lotte (migrazioni, confini, Mediterraneo, difesa della Madre Terra, e altro). Ma c’è stato anche lo spazio per il sorriso, per la gioia… abbiamo condiviso profumo di frijoles e di cafè de olla… ma anche le note malinconiche della chitarra di Martin la sera… e lo stupore di Luisa e delle altre compas nel guardare il mare. E che dire dell’emozione che ci ha trasmesso il messaggio lasciato su un tavolo dai compas nella casa di Palermo dove un gruppo di donne abbiamo avuto cura di loro… Penso che a noi che rimaniamo qui occorrerà molto tempo per sbozzare tutte le emozioni che ci affollano il cuore… certo sappiamo che adesso tutti dobbiamo qualcosa di più a@ zapatist@.