Per comprendere il senso profondo dell’Ecologia come scienza è necessario fermarsi a riflettere sul pensiero di un grande scienziato: Gregory Bateson.

Si parla continuamente di ecologia e transizione ecologica, ma per passare ad un sistema ecologico è indispensabile un’educazione ecologica profonda assente in molte persone, altrimenti non si spiegherebbero non solo i grandi inquinamenti industriali ma anche le discariche abusive che imperversano nei boschi e sul greto dei torrenti, per non parlare della immondizia abbandonata per le vie delle città pur avendo a disposizione i cassonetti e i locali pattumiera dei condomini. Urge quindi una educazione ecologica, c’è bisogno non solo di informazione ma di formazione e conoscenza sul fatto che tutto deve partire dalla mente: l’ecologia parte dalle idee che abbiamo in testa, lo comprese il grande scienziato del ‘900.

L’ecologia della mente è una scienza che ancora non esiste, scriveva Gregory Bateson nel suo libro uscito nel 1977 “Verso un’ecologia della mente”. Questa scienza in formazione, continuava l’autore, permette di comprendere le più svariate questioni come la disposizione strutturata delle foglie in una pianta, l’amplificazione successiva della corsa agli armamenti, le pratiche del corteggiamento, la natura del gioco, la schizofrenia…

Gregory Bateson, antropologo di formazione biologica, figlio del biologo William Bateson, nacque a Grantchester (U.K.) il 9 Maggio 1904, il padre gli diede il nome Gregory, in onore del monaco scienziato Gregor Mendel. Terzo di tre figli, era considerato dal padre il meno capace, egli visse in una famiglia patriarcale dove il genitore fu per 20 anni rettore a Cambridge. I suoi fratelli morirono giovani, uno in guerra e l’altro, Martin, suicida a Trafalgar Square lo stesso giorno e la stessa ora in cui era nato il fratello maggiore John: il povero Martin non riusciva a soddisfare le aspettative paterne in quanto voleva fare il poeta e il drammaturgo. Tali vicende familiari giocarono, con ogni probabilità, un ruolo non secondario nel sensibilizzare l’attenzione di Gregory per le patologie delle interazioni umane, in particolare nel contesto familiare, oggetto di alcuni suoi studi.

Il nostro, che possiamo ritenere anche filosofo, non era tanto per la specializzazione quanto per una visione olistica, come le cose sono interconnesse tra loro, il rapporto che le unisce.

Verso un’ecologia della mente è una raccolta di saggi e conferenze raccolte nell’arco di circa 35 anni. Si può comunque dire che raccolga tutto il suo pensiero. Le sue opere furono in qualche modo il frutto di particolari legami, scambi intellettuali ed affettivi interpersonali, con Margaret Mead che fu la prima moglie, con il gruppo dei cibernetici, con la Scuola di Palo Alto, con la figlia Mary Catherine e con molti altri che gli furono vicini.

Cosa intende per ecologia della mente? Egli paragona la mente, con tutti i suoi processi, ad un bosco dove tutto interagisce e ciò che non lo fa decade. Tutto deve essere sempre considerato nel suo insieme. È noto per essere stato uno dei fondatori della Cibernetica e l’ispiratore della Scuola di Palo Alto.

Se si vuole considerare il contributo lasciato con la sua opera, va sottolineato che, sebbene abbia influenzato significativamente alcuni settori della psichiatria e della psicologia, nei singoli ambiti disciplinari di cui si è occupato la sua influenza non è stata in generale molto rilevante. Tuttavia se si valuta il suo contributo non a partire dalle discipline ma dal punto di vista delle idee, egli ha rappresentato un importante punto di riferimento per diversi studiosi ed indirizzi di ricerca fornendo nel contempo un apporto decisamente importante ed innovativo nei dibattiti su questioni chiave della cultura e della società contemporanea quali la questione ecologica, la relazione mente-corpo, le teorie sulla comunicazione, le considerazioni su scienza ed epistemologia, la riflessione relativa alle pratiche sociali e al mondo della scuola e dell’educazione. Considerarlo ispiratore dell’ecologia come la intendiamo oggi credo sia un riconoscimento doveroso.

Riscoprirlo, lo affermo come studiosa del suo pensiero, permette di avvicinarsi al mistero dell’evoluzione biologica e a comprendere la crisi in cui oggi si trovano i rapporti tra l’uomo e l’ambiente. Siamo tutti connessi e di questo dobbiamo prenderne profonda consapevolezza. Dire che fu un grande mente, ecologica, è d’obbligo.