Le elezioni del Bundestag appena concluse rappresentano una svolta storica. Con il crollo della CDU (Unione Cristiano Democratica) al 24,1 % e l’SPD (Socialisti) al 25,7 %, l’era dei partiti popolari in Germania è finita.

Il nuovo governo federale – che sia guidato dalla CDU o dalla SPD – continuerà ampiamente le politiche del passato. Le disuguaglianze continueranno a crescere, dato che sia la CDU che l’FDP (Liberali) chiedono sgravi per i redditi alti. Non c’è da aspettarsi un’energica resistenza da parte della SPD (Socialdemocratici) e dei Verdi. Poiché l’FDP è necessario per formare un governo, non ci sarà nemmeno una tassa sulla ricchezza o sull’eredità degna di questo nome. Che sia Scholz o Laschet: il nuovo governo federale non cambierà la formula delle pensioni, non eliminerà la povertà degli anziani e non introdurrà un salario minimo che garantisca una vita adeguata. Il mantenimento della “Hartz IV”, una riforma che obbliga chi chiede un sussidio sociale ad accettare qualsiasi lavoro, non importa quanto mal pagato, inibisce un migliore sviluppo salariale nonostante il peggioramento della carenza di lavoratori.

In politica estera, CDU, CSU (Unione Cristiano-Sociale in Baviera), SPD, FDP e Verdi sono a favore di un ulteriore riarmo e di operazioni dell’esercito tedesco all’estero. Nessuno dei possibili partiti di governo vuole contrastare l’aggressiva politica statunitense di accerchiamento della Russia e della Cina, che mette in pericolo la sicurezza tedesca. La politica del premio Nobel per la pace Willy Brandt per la distensione e il disarmo continuerà ad essere sostituita da una politica estera che mette in pericolo la pace.

La caduta della LINKE (Partito di Sinistra) dall’11,9 % del 2009 all’attuale 4,9 % era prevista da anni. Il tentativo di adottare politiche verdi – frontiere aperte per tutti, forte enfasi sulle questioni delle minoranze e sulla protezione del clima aumentando il prezzo di benzina, gas e gasolio da riscaldamento – è la causa principale della perdita di fiducia dei lavoratori e dei pensionati e indirettamente anche del rafforzamento della AfD (estrema destra).

Con la LINKE c’è almeno un partito nel nuovo Bundestag che si impegnerà contro i tagli sociali e la guerra.

Il risultato elettorale ha due conseguenze. In futuro, DIE LINKE non deve più dare l’impressione di mettere in discussione i suoi principi di politica di pace: no alle operazione di guerra dell’esercito, no all’esportazione di armi, fine degli assassinii con droni dal suolo tedesco, no ai droni da combattimento armati per condurre guerre che violano il diritto internazionale. La richiesta di sostituire la NATO con un’alleanza di sicurezza che includa la Russia è una richiesta dell’SPD ai tempi di Willy Brandt. Che Olaf Scholz (SPD) abbia visto questo come un ostacolo alla formazione di un governo con la sinistra, la dice lunga. La richiesta sua e di Baerbock (Verdi) che DIE LINKE debba riconoscersi nella NATO avrebbe meritato la replica: senza un impegno della SPD e dei Verdi a favore del diritto internazionale, la cooperazione in un governo federale è inaccettabile per DIE LINKE. E si sarebbe dovuto anche chiarire che la capacità di governare deve essere negata a tutti quei partiti che, nonostante la devastante guerra in Afghanistan, con le sue migliaia di morti, tra cui 59 soldati tedeschi, continuano a pronunciarsi a favore di operazioni di guerra in violazione del diritto internazionale.

La nuova Agenda 2030 già messa in campo da media importanti come Spiegel e Handelsblatt e dagli imprenditori tedeschi non sarà rifiutata da un cancelliere Scholz, né da un cancelliere Laschet. I lavoratori e i pensionati saranno ancora una volta chiamati a pagare. Invece dello “spostamento a sinistra” evocato dai media neoliberali, ci sarà un chiaro “spostamento a destra” nella politica estera, sociale e fiscale con una politica ambientale a favore del clima che dovrà essere pagata dalle famiglie a medio e basso reddito.

Fonte: https://www.facebook.com/oskarlafontaine/posts/4490155837712515

Traduzione dal tedesco di Thomas Schmid. Revisione: Silvia Nocera