Giunge alla XXXVII edizione il Premio Colombe d’oro per la Pace, organizzato da Archivio Disarmo con il sostegno delle Cooperative aderenti a Legacoop.

Le Colombe d’oro di quest’anno hanno come filo rosso i conflitti che aggrediscono il Sud del mondo, in particolare quel Medio Oriente allargato afflitto da violenza politica, assenza di democrazia e violazioni dei diritti umani.

Il prossimo 13 ottobre verranno premiati a Roma i giornalisti:

Giulia Bosetti, inviata e co-autrice di numerose inchieste della trasmissione televisiva Rai “Presadiretta”, nel 2021 ha curato – insieme a Marianna De Marzi, Pablo Castellani, Raffaele Manco e Alessandro Marcelli – l’inchiesta sul business delle esportazioni italiane di armi. Osserva Giulia Bosetti:

La dittatura della armi è uno Stato a sé, uno Stato trasversale che si mette al servizio del profitto e sfugge alle leggi nazionali e sovranazionali. Con il mio lavoro ho cercato di dare voce a chi lotta per i diritti umani calpestati come Patrick Zaki e a chi ha perso la vita come Giulio Regeni, in Egitto, in Kurdistan, in Yemen; a loro voglio dedicare questo premio e il suo importante messaggio di pace.

Irpi – Investigative Reporting Project Italy, primo centro di giornalismo investigativo non profit italiano, realizza inchieste indipendenti in una prospettiva transnazionale su mafie, corruzione, ambiente e diritti umani. Ritireranno il Premio Lorenzo Bagnoli e Giulio Rubino, membri del Consiglio direttivo di IRPI, che dichiarano:

Sapere di rappresentare valori come pace e nonviolenza è il miglior attestato di stima che potessimo chiedere. IrpiMedia, la nostra testata, è online da un anno e mezzo e sapere che tra il pubblico possiamo contare su una comunità come quella di Archivio Disarmo ci fa da stimolo per continuare con il nostro impegno.

Francesca Mannocchi, giornalista e documentarista, collabora da anni con testate nazionali ed estere occupandosi di migrazioni e di conflitti mediante reportage e video dalle aree di crisi. Dice Mannocchi:

Ricevere questo premio è un onore e una responsabilità. Soprattutto in mesi come questi durante i quali, una volta ancora, siamo di fronte al costo delle guerre e al paradosso dei costi del cessate il fuoco. È il caso dell’Afghanistan, dove il prezzo della calma apparente è il sacrificio dei diritti per giovani donne, ragazzi, attivisti e cittadini comuni, di nuovo ostaggio di un regime oscurantista.

Un premio come questo mi rammenta la funzione prima del nostro mestiere: l’esercizio della critica. Il tentativo, talvolta fatto di inciampi, di non fermarci alla mera cronaca degli eventi ma cercare di unire i puntini nel tempo e nello spazio.

La Giuria – formata da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta – ha inoltre assegnato due Colombe d’oro internazionali. Una a Amani El Nasif, ragazza di Bassano del Grappa di origine siriana. Dopo che all’età di 16 anni è stata segregata per tredici mesi perché promessa sposa a un cugino, ora scrive e testimonia del problema dei matrimoni forzati.

Durante tutti questi anni – afferma El Nasif – quando incontravo i ragazzi nelle scuole, le persone alle presentazioni nelle città e librerie di tutta Italia, mi domandavo quanto il mio messaggio, la mia battaglia germogliasse dentro loro. Oggi, so che ho raggiunto più cuori di quanto potessi immaginare. Questa battaglia è di tutti noi, non solo di chi vive queste esperienze così drammatiche in prima persona. Il cambiamento lo facciamo assieme, quando anche voi parlerete di questa esperienza, di aggrapparsi alla vita lottando contro un destino contro ogni principio morale.

L’altro premio internazionale è stato assegnato a Alidad Shiri, giovane afghano che, dopo un’interminabile fuga durata quattro anni, è finalmente riuscito ad arrivare in Italia, dove ora vive, studia e scrive. Dice Shiri:

Sento questo riconoscimento come un incoraggiamento non solo per me, ma per tanti e tante, uomini e donne, che non solo in Afghanistan, ma in giro per il mondo, combattono con la cultura della nonviolenza, contro i fondamentalisti di ogni tipo che distruggono invece di salvare le vite. Io sono frutto delle molte persone che mi hanno accompagnato nel lungo cammino di formazione che mi ha portato ad una nuova vita e ad una rinascita oltre i miei sogni. Dedico questo premio soprattutto a tutte le donne e le giovani che vivono in questi giorni sotto l’oppressione perché trovino la forza insieme di reagire in modo nonviolento; e alle tante persone che in questi anni nel silenzio mi hanno sostenuto.

La Colomba d’oro per la pace, opera dello “scultore dei Papi” Pericle Fazzini, viene assegnata ogni anno a personalità del mondo dell’informazione che si sono distinte nel far conoscere casi virtuosi di gestione nonviolenta dei conflitti e di cooperazione internazionale e che, nella società civile, si sono fatte portatrici di ideali di empatia, solidarietà e dialogo fra le persone.