L’assalto da parte dei militanti di Forza Nuova alla sede della CGIL ha provocato tante reazioni e lasciato tanti dubbi. Pare che la deviazione del corteo fosse concordata con le forze dell’ordine. Per evitare guai maggiori, dice il ministro Lamorgese, senza però spiegare come è possibile che a quel punto non siano state messe in opera misure di protezione della sede sindacale. Come accade spesso nelle situazioni difficilmente spiegabili, ogni illazione dietrologica diventa possibile, ed in qualche modo plausibile al comune sentire. Il complottismo è tuttavia sport che non ci entusiasma. Ci limiteremo pertanto a considerare solo ciò che, in conseguenza dei fatti, ci appare evidente.

La CGIL, insieme agli altri sindacati storici e a tutte le forze di sinistra, ha immediatamente chiesto lo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti neo-fascisti, che per la verità sarebbe atto dovuto, a prescindere da quanto accaduto, in considerazione della normativa vigente sul divieto di ricostituzione del partito fascista. Qualcuno tuttavia ha voluto sottolineare come, in questo modo, possa anche passare surrettiziamente l’idea (voluta o no che sia) di come l’opposizione a questo governo non possa che essere violenta e tendenzialmente fascista, compresa quella dei “non green pass”. Su questo diremo in seguito.

La destra intanto ha cercato di parare il colpo proponendo di sciogliere tutte le organizzazioni sovversive di destra o di sinistra che siano. Posizione che purtroppo ha tutti i crismi per apparire di buon senso di fronte all’opinione pubblica, e che è invece inaccettabile e pericolosissima. Innanzitutto per la sua genericità (che vuol dire “sovversivo”?) e che sarebbe ancora peggiorata da una eventuale mediazione parlamentare, che potrebbe portare ad una legge di vuoto-principio. Una vera e propria “arma di distruzione di massa” nelle mani di giudici volenterosi e compiacenti. Sarebbe oltretutto un modo per sancire il nuovo corso della politica: La grande ammucchiata di tutte le forze sotto il comando di capitan Draghi. Una riedizione dell’arco costituzionale in lotta contro gli opposti estremismi. Come dire: ognuno la può pensare come vuole, purché si rimanga nell’ambito delle forze parlamentari. In caso contrario sei “fuori”, e sei un pericoloso sovversivo.

Non credo sia un caso che il  direttore di Repubblica si sia affrettato, in un suo editoriale, a bollare come sovversivo il movimento No Tav. D’altra parte si sa che i “cattivi” sono cattivi a prescindere dalle bandiere che vengono agitate e dalle idee che vengono proposte. Si consideri oltretutto che sciogliere una organizzazione come Forza Nuova non comporta necessariamente l’incriminazione di tutti i suoi aderenti. Ma un movimento come si scioglie? Sono spesso gli stessi militanti a dire di non avere capi. Tutti responsabili e dunque potenzialmente tutti in galera!

Non credo tuttavia che il PD sia così stupido da cadere, almeno in questa fase, in una simile trappola. In fondo le difficoltà della Meloni sono oggi reali ed evidenti. Per un verso è infatti facile capire in quale passato lontano, ma anche recente, affonda le sue radici “Fratelli d’Italia”. Una tradizione di cui il partito non vuole e non può fare a meno, innanzitutto per l’intima convinzione di una parte significativa dei suoi militanti. D’altra parte però è innegabile che i recenti successi sono legati ad una deriva nazional-populista legata in parte alla acquisizione di modi e atteggiamenti di origine “libertariana” e anarco-capitalista.

Si tratta in sostanza di quella tendenza, oggi dominante nei social e purtroppo presente anche in tante piazze di protesta, a porre come parola d’ordine il grido “Libertà! Libertà!”, intesa semplicemente come autoaffermazione egoistica di sé e della propria parte. Alla base sta l’idea che ogni individuo ha il diritto di trasformare la massimizzazione degli interessi personali e di parte, e le proprie opinioni, anche non meditate e verificate, nell’immediatezza di un agire sociale e politico che disprezza il confronto, la discussione ed ogni forma di agire comunicativo finalizzato alla comprensione delle ragioni dell’altro. Insomma, non importa chi tu sia. Importa con chi stai. O la pensi come me, oppure sei un nemico, senza altre discussioni. E soprattutto sei un nemico della libera espressione della mia libertà senza confini.

A ben vedere questa logica libertariana dell’agire libero da qualsiasi restrizione non è poi così lontana dalla “volontà di potenza” della azione diretta del vecchio militante in camicia nera. Ma questa radice è meglio lasciarla dietro le quinte. Meglio supportare il grido “Libertà! Libertà!”, come oggi spesso fa la Meloni, con generici richiami alla Costituzione, non più “nata dalla resistenza”, e mai citata veramente. D’altra parte la piazza No Vax, così appetibile per la destra, è piena di militanti provenienti dalla sinistra radicale e antifascista, e oggi più o meno confusi.

In ogni caso, le presunte o reali difficoltà della destra e il contemporaneo relativo riavvicinamento di 5 stelle e PD, sono tutti fenomeni che vanno visti nel quadro dell’attuale situazione politico istituzionale, che è caratterizzata dalla centralità della figura di Mario Draghi, quale garante di fronte alle istituzioni europee, del rispetto delle regole comunitarie da parte del nostro riottoso, e per molti inaffidabile, paese. In ballo ci sono i 191 miliardi del Recovery fund, troppo appetibili per essere messi in discussione da qualche bega di schieramento.

Ma cosa vuol dire che Draghi è garante di fronte all’Europa? Senza entrare troppo nel merito, è tuttavia necessario ricordare un paio di cose per capire meglio le vicende di casa nostra:

1- le cifre investite nell’ambito del PNRR non vengono elargite automaticamente e in modo preventivo dall’Europa, ma restituite con scadenza semestrale dopo essere state spese, e previa approvazione da parte della commissione europea che valuta l’aderenza ai programmi concordati. Un no dell’Europa sarebbe una catastrofe finanziaria.

2- dal 2023 tornerà operativo il Patto di Stabilità, che se fosse applicato alla lettera, dovrebbe prevedere per l’Italia rientri del deficit con avanzi primari del bilancio dello Stato mostruosi e valutabili intorno ai 150 miliardi (vi risparmio i dettagli del calcolo).

E’ difficile, e anzi pressoché impossibile, che si arrivi a tanto. Resta tuttavia il fatto che la pandemia in atto, porterà ad una sempre maggiora dipendenza del nostro paese dai ricatti finanziari e politici delle istituzioni europee. In questo quadro è ragionevole pensare che, in prossimità di tempi che potrebbero essere molto duri, la politica dell’arco parlamentare, da destra a sinistra, e malgrado la veemenza dello scontro verbale, finirà per compattarsi verso una qualche forma di criminalizzazione o almeno di marginalizzazione dei movimenti e delle opposizioni di piazza. La logica degli opposti estremismi, in fondo, è già implicita nella compattezza del sostegno della politica all’operato di Draghi (malgrado qualche sbiadita critica opportunista e di circostanza).

A questo punto sarebbe necessario ribaltare il discorso e vedere il tutto da un opposto punto di vista: quello dei tanto variegati movimenti di lotta e di opposizione. Ma questo è un altro (fondamentale, difficile e complesso) discorso che rimandiamo ad altro luogo.