Ieri sera, al Cap 10100 a Torino, l’incontro indetto da Sinistra Ecologista con Nicola Fratoianni (Segretario SI) e Giuseppe Provenzano (Vice Segretario PD)

Hanno partecipato al dibattito:
Rosa Fioravante – dottoranda in economia Università di Urbino
Anita Marafioti – avvocata giuslavorista
Alessandra Quarta – professoressa associata diritto civile Università di Torino

Non si può dire che l’incontro non sia partito entrando nella “carne viva” dei problemi: la prima domanda posta a Fratoianni ha riguardato il salario minimo, osteggiato dalle destre e criticato dai sindacati, “anche con ragione”, ha affermato Anita Marafioti, perché può rappresentare un “indebolimento della contrattazione collettiva”. Il salario minimo è un provvedimento da tempo nell’agenda di SI, su cui Enrico Letta ha manifestato un’apertura.

Nicola Fratoianni:  “Non esiste oggi, per ciò che mi riguarda, una sinistra degna di questo nome che non sia radicalmente ecologista e non esiste un ambientalismo degno di questo nome che non sia impegnato per la giustizia sociale.”

“Letta, e anche Conte per la verità, hanno detto parole (sul salario minimo, n.d.r.) che considero importanti, quindi bene.” Fratoianni ha continuato mettendo l’accento sulla necessità di cominciare a mettere delle basi per la costruzione di una coalizione, che il Segretario considera necessaria, non solo per battere, ma per costruire un’alternativa alla destra.

Servono quindi, continua Fratoianni, proposte che rendano chiara quale sia l’altrenativa. “Una delle emergenze del nostro Paese si chiama lavoro povero: è tollerabile? Io dico no, perché il lavoro povero diventa il terreno sul quale si costruisce una dinamica salariale ed occupazionale regressiva”. Fratoianni ha continuato affermando che ritiene questa questione una condizione minima da cui partire per aprire la discussione, anche col sindacato.

“Dentro una lunga regressione io penso che il salario minimo rappresenti anche per il sindacato l’occasione per rideterminare una piattaforma dalla quale, in termini espansivi, ridefinire il suo ruolo sul piano della contrattazione collettiva. Sia chiaro: il salario è decisivo, sennò diventa schiavitù e la schiavitù non è mai un fattore di cittadinanza”

La domanda che Rosa Fioravante ha posto a Provenzano ha riguardato l’ulteriore aumento delle diseguaglianze che la pandemia ha determinato: il Governo Draghi, che il PD sostiene convintamente, è un governo che sembra fare troppo poco per far sì che non siano le fasce più deboli a pagare questa crisi.

Giuseppe Provenzano: “A differenza della crisi precedente non abbiamo risposto con l’austerità, non abbiamo risposto con la macelleria sociale, ho fatto parte di un Governo (Il Conte 2, n.d.r.) che ha fatto debito e ha accompagnato le conseguenze economiche e sociali di quella pandemia con una sensibilità sociale che in questo Paese non si era mai vista”. Secondo il vice segretario la qualità delle misure prese è un indicatore dei cambiamenti, anche all’interno del PD “che consente oggi di fare un percorso comune che porti a mettere in campo una proposta politica per il paese” .

“La ripresa (economica, n.d.r.) ci sarà e sarà forte” ha continuato, “ma potrebbe essere diseguale. Uscire a sinistra da crisi così profonde significa mettere in campo una proposta vera sulla giustizia ambientale e giustizia sociale”. Ha poi sottolineato che il Governo Draghi è un Governo di necessità che ha avuto 2 mandati.

Il primo è uscire dalla pandemia, e su questo punto ha rivendicato la distanza dalle posizioni di leader come Salvini e Meloni, mettendo al centro l’interesse della persona anche come prima risposta economica.

“Il secondo mandato del Governo riguarda il PNRR che è una sfida ancora tutta aperta, una partita che il PD deve giocare. Ritengo anche che questo governo debba rinegoziare le regole della governance economica europea. Quello è stato il vincolo in tutti questi anni per l’impossibilità di mettere n campo politiche di sviluppo e giustizia sociale”.

La domanda posta sia a Fratoianni che a Provenzano da parte di Alessandra Quarta ha riguardato la costruzione di alleanze che portino ad una costruzione di un’alternativa politica alla destra.

Fratoianni: “Penso che quel governo (il Conte 2, n.d.r.) abbia fatto cose che raramente si sono viste in questo Paese, per la sua condizione perfino di instabilità. Serve ricostruire uno spazio largo e in grado di indicare una strada.”

“Facciamo davvero in modo che questo Governo (Draghi, in cui SI è all’opposizione n.d.r.) sia una parentesi, perché sul fatto che non sia politico ho dei dubbi. Il Governo Conte 2 aveva fatto il blocco (dei licenziamenti, n.d.r.), questo Governo il blocco lo ha tolto. Occorre parlare di un decreto contro le delocalizzazioni. Orlando ci ha provato, ma senza esito e questo per una scelta politica”.

“Come Peppe (Provenzano, n.d.r.) ha detto, la crisi ha aumentato enormemente le diseguaglianze: il covid non si è inventato nulla, ha agito come un ‘evidenziatore’ e allora occorre andare alla radice dei problemi che il covid ci ha sbattuto in faccia, problemi lunghi decenni. Occorre una pulizia del dibattito. Enrico Letta ha fatto una proposta: aumentare la tassazione sulle successioni superiori a 5 milioni di euro, che nei dettagli si può discutere, ma che francamente è moderata e di assoluto buon senso: è stato ‘sbranato’ su una cosa sulla quale non si dovrebbe neanche discutere.”

“Io propongo una patrimoniale sulle grandi ricchezze, con questo non dico che sia o debba essere l’unica possibile, ma quel tema è un altro tema su cui dobbiamo definire. La transizione ecologica e digitale – come ha detto Peppe –  chi la paga? Come la affrontiamo anche dal punto di vista del lavoro e della sua ridefinizione? Qui si apre un altro tema: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.”

“Occorre una grande discussione pubblica, dobbiamo incontrare i corpi sociali, e io credo occorra anche ricostruire partiti: il civismo è una grande risorsa di questo Paese, ma credo occorra ricostruire anche corpi organizzati, collettivi, democratici che abbiano un’identità e un punto di vista.”

Provenzano: “Esiste una grande questione sociale dappertutto in Italia: è in quella parte di territori, di realtà – che si sentono escluse in termini lavorativi, dai benefici, dai processi di trasformazione, dal progresso che dovrebbe migliorare il benessere – nelle quali nasce il risentimento e che diventano terreno fertile per la propaganda reazionaria”.

“Mentre (nel governo Conte 2, n.d.r.) facevamo 170 miliardi di deficit, nei conti correnti bancari delle famiglie italiane si sono accumulati 170 miliardi di risparmi privati, nello stesso periodo abbiamo avuto un milione in più di nuovi poveri: questo significa che un disegno di redistribuzione e di riequilibrio dev’essere messo in campo perché questo è il nostro compito. Già sarebbe importante fare la revisione delle rendite catastali”.

“Il vero salto di qualità è guardare, a mio avviso, quello che c’è di buono nella società che fa cose di sinistra, che lo fa senza di noi e in qualche caso malgrado noi. Occorre fare un grande lavoro di riorganizzazione sociale. Una risposta parziale il PD sta provando a darla con il progetto delle agorà democratiche che entrerà nel vivo subito dopo queste amministrative”.