E’ partita oggi da Trieste per arrivare a Maljevac sul confine croato-bosniaco la carovana per la libertà di movimento “Balkanroute calling” con lo scopo di denunciare le politiche di respingimento dell’Unione Europea.

La carovana, a cui hanno partecipato circa cinquanta mezzi, ha scelto di puntare l’attenzione sulla frontiera esterna dell’Unione Europea, in quanto la Croazia è il “paese armato e pedina dell’UE lungo la Balkan route nella sporca guerra contro i migranti”.

L’iniziativa, promossa dall’ass. Linea D’Ombra di Trieste insieme alla campagna Lesvoscalling, all’ass. Ya Basta di Bologna, al Gruppo Melitea di Roma, Move to Resist, Officina 31021, al collettivo Über_Grenzen di Vienna, alla Ong Etorri Errefuxiatuak, al collettivo Small Axe e Infokolpa segue in piena continuità la manifestazione del 17 aprile scorso, quando oltre 200 persone si sono ritrovate a Trieste nei pressi del Consolato Croato e al valico di confine di Pesek per denunciare i continui respingimenti, operati anche dall’Italia, e le brutali violenze nei confronti delle persone migranti.

“Con questa nuova tappa, che si inserisce all’interno di un percorso quotidiano di impegno solidale – affermano gli organizzatori – vogliamo chiedere a gran voce l’apertura delle frontiere, la chiusura di qualsiasi campo di confinamento e la fine delle violenze e dei pushback”. Le realtà promotrici sono organizzazioni antirazziste e antifasciste, gruppi e associazioni impegnate nella solidarietà e nel soccorso civile via terra e via mare lungo i confini dell’Europa fortezza.

Gli organizzatori chiedono inoltre di abolire Frontex, l’Agenzia che gestisce la guardia di frontiera e costiera europea per le sue politiche di gestione e atteggiamenti ostili verso i migranti e di favorire maggiormente la politica dell’accoglienza in Italia.

Il primo appuntamento della carovana si è tenuto alle ore 11 in Piazza Libertà a Trieste (luogo simbolo dell’accoglienza dell’associazione Linea D’Ombra) per la conferenza stampa che presentava l’iniziativa (qui il video con interventi dei partecipanti). Successivamente ci si è trovati al valico italo-sloveno di Pesek con camper e automobili al seguito con partecipanti provenienti anche da Bologna, Toscana, Roma e altre località italiane.

La carovana è riuscita a raggiungere il valico croato-bosniaco di Maljevac nel tardo pomeriggio dopo una tappa a Karlovac, dove si sono unite le associazioni croate che si battono per gli stessi diritti.

Bandiere e striscioni con slogan hanno fatto sentire la loro presenza in ogni tappa.

Info: act4balkanroute@protonmail.ch