La vicenda di Saman Abbas, la ragazza di origine pakistana scomparsa dal 30 aprile a Novellara, e della quale non si sono avute più notizie, ha posto l’attenzione su alcune tematiche, nello specifico sulla pratica dei matrimoni combinati. Saman aveva chiesto rifugio in una casa protetta per evitare di dover sottostare al volere della sua famiglia, ossia di sposare un uomo scelto per lei, un’usanza tuttora contemplata in alcune società. Cedendo poi alle richieste della madre, la ragazza era rientrata in casa propria, sparendone misteriosamente. Il fatto che Saman fosse musulmana ha ulteriormente inasprito la questione, che è stata oggetto anche di discussioni partitiche, a cominciare dalle esternazioni di Salvini, con dichiarazioni contro l’immigrazione, le comunità straniere e la religione islamica. L’Italia in realtà conosce in maniera ancora molto superficiale la cultura e la condizione femminile nei Paesi arabi, molto spesso dipinte a tinte fosche. Il nuovo direttore della Lega Musulmana Mondiale in Italia, S.E. Abdul Aziz Sarham ha acconsentito a rispondere ad alcune domande al proposito, dichiarandosi pronto ad attuare diversi progetti nel nostro Paese, tra i quali anche di contrasto alla violenza contro le donne.

S.E. Abdul Aziz Sarham, si discute da diversi giorni sul caso di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa il 30 aprile scorso. Cosa pensa di questa vicenda?

La scomparsa della giovane Samman è una vicenda accaduta in Italia, che purtroppo capita spesso e poteva accadere a Saman Abbas o a chiunque altra, al di là della religione. Noi, come ufficio della Lega Musulmana Mondiale, non interferiamo negli affari interni del Governo italiano perché il Governo italiano ha la sua legge, la sua Costituzione e i suoi tribunali che si stanno occupando di questo caso: la scomparsa, appunto, della giovane Saman Abbas. E non sappiamo se si tratti di un reato o di un altro tipo di crimine, perché di questo si stanno occupando le autorità italiane. Questa è la posizione della Lega Musulmana Mondiale su questo caso.

Vuole parlarci dei diritti delle donne nell’Islam?

I diritti delle donne nell’Islam sono molti e vari, e possiamo riassumerli nei punti seguenti. L’Islam ha riconosciuto alle donne il diritto all’uguaglianza e ha dato loro il diritto di contrarre e concludere accordi. Esse hanno anche il diritto di gestire i propri affari e di esercitare il commercio. Le donne hanno il diritto all’istruzione, e l’Islam ha dato loro il diritto di possedere delle proprietà e di ereditare. Le donne hanno anche il diritto di scegliere il proprio marito. E’ un loro diritto avere la libertà di disporre del proprio denaro, e questi e altri diritti assicurano alle donne un posto attivo nella società. Le donne, come sappiamo, rivestono un grande ruolo nella società, in quanto ne sono la metà e ne partoriscono l’altra metà. Per questo motivo la donna rappresenta l’intera società: è lei che la mantiene unita, è lei che la educa e perciò ne ricopre ruoli molto importanti, incluso il fatto che ha un grande peso nell’educazione dei figli, nel preservare i valori e la morale, nel proteggere la famiglia, oltre ad avere un ruolo nella shura. Quindi la sua opinione può essere richiesta nella shura su molte questioni che riguardano la vita sociale.

E’ possibile secondo Lei lavorare meglio e di più sull’integrazione delle comunità musulmane in Italia?

In realtà, le comunità che vivono in Italia o negli altri Paesi del mondo devono integrarsi culturalmente e socialmente, preservando comunque le loro proprie peculiarità e tradizioni religiose. La comunità musulmana in Italia deve integrarsi nella società italiana, e tale integrazione tuttavia non deve portare alla perdita dei suoi valori islamici, poiché ogni comunità ha i suoi propri aspetti culturali, religiosi e sociali. Se dovessero esserci delle peculiarità non conformi alla Costituzione italiana, la comunità deve presentare la sua richiesta affinché queste siano garantite attraverso la Costituzione. Non esiste infatti una modalità per agire queste peculiarità se non attraverso la Costituzione e le autorità competenti. L’integrazione può facilitare una convivenza pacifica, in sicurezza e tranquillità, all’interno del tessuto sociale.

Quali sono i progetti che intende realizzare in Italia durante il Suo mandato?

I progetti della Lega Musulmana Mondiale in Italia sono molti. In primo luogo, il lavoro dell’ufficio è mettersi al servizio della comunità islamica, rispettando le leggi locali, difendendo i diritti dei musulmani in maniera regolare, legale e costituzionale, cooperando con enti e organizzazioni religiose, culturali, sociali e assistenziali in Italia. Inoltre, ci occupiamo della distribuzione del Corano e delle sue traduzioni alle varie comunità che ne fanno richiesta. L’ufficio contribuisce anche al progetto Iftar, dedicato a chi digiuna durante il mese sacro di Ramadan. Un altro progetto in essere è l’organizzazione di convegni e simposi che incarnino il significato della fratellanza nell’Islam e nell’umanità. Stiamo anche lavorando per rafforzare il dialogo interreligioso, per attivare la cooperazione e agire pratiche in comune. Tra i nostri lavori c’è inoltre il rafforzamento dei rapporti bilaterali tra la Lega e gli altri enti. Lavoriamo anche a presentare una visione islamica complessiva volta a promuovere la diffusione di una comune convivenza pacifica. Altro impegno del nostro ufficio è organizzare le visite del Segretario Generale della Lega Musulmana, dottor Muhammad bin Abdul Karim Al-Issa, per incontrare organi e personalità del governo italiano e vaticano. La Lega ha fornito anche importanti aiuti economici durante la pandemia da Covid-19.

Tra questi progetti rientra anche il contrasto alla violenza di genere? E come intende attuarlo?

Credo che tutti dovrebbero cooperare nell’affrontare la violenza contro le donne. Questo fenomeno, come ho letto e studiato, è globale che si diffonde in tutte le società. Prima di tutto, dobbiamo sensibilizzare i nostri bambini al rispetto verso l’altro genere nelle scuole, specialmente nelle classi primarie e intermedie. Dobbiamo educarli a rispettare il sesso opposto, sia uomini che donne, reciprocamente. Questo è il primo passo da fare, ossia curare l’educazione. Dopodiché, è anche necessario diffondere la cultura del rispetto per le donne in tutti i mass media. E come sappiamo bene, molti film sono pieni di violenza contro di loro. Noi, come Lega Musulmana Mondiale in Italia, dobbiamo collaborare in questo senso con altri organi competenti.

 

Articolo originale:

http://www.periodicoitalianomagazine.it/notizie/terzo_polo/pagine/Abdul_Aziz_Sarham_Lavoriamo_insieme_per_una_convivenza_pacifica