Sabato 15 maggio Michel Sabbah
Riesplode il conflitto in Palestina. Ancora una volta la violenza diventa l’unica valvola di sfogo, in assenza di prospettiva politica. Il mondo intero resta a osservare, così come l’Europa e l’Italia . Ci rendiamo conto che esistono guerre anche in altre parti del mondo, ma questo conflitto dove convivono le tre grandi religioni monoteiste, ha ripercussioni negative nell’intera umanità. Sabato 15 maggio alle ore 18, appuntamento con Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme. Prima visione italiana del documentario “Il Patriarca del Popolo” (The People’s Patriarch). Sono oramai passati decenni in cui i media generalisti ci hanno fornito una narrazione del “conflitto” israelo-palestinese con l’intento di rappresentare uno scenario inesistente tra “pari” e con pari responsabilità.Si parla di “violenze” nella città Santa ma non si dice che Gerusalemme Est è occupata militarmente da Israele fin dal 1967. E non si ricorda il sopruso dello stato occupante che si è impossessato della città, quasi ormai totalmente “depalestinizzata”, mentre dovrebbe essere una città condivisa fra due popoli e due stati. Nessuno spiega chi sono i coloni e con quale arrogante violenza occupano le case palestinesi di Sheikh Jarrah ed altri quartieri della città vecchia. Gli scritti del patriarca emerito Michel Sabbah hanno un titolo significativo: “Voce che grida dal deserto”. L’incontro online documenterà le vicende del suo popolo sotto occupazione militare in attesa di giustizia. Monsignor Michel Sabbah parteciperà in diretta, dopo il film, al webinar promosso dalla campagna “Ponti e non muri” di Pax Christi Italia insieme alla produttrice del film Lily Habash, a Violette Khoury e a Omar Harami di Sabeel (Centro ecumenico della teologia della liberazione).” Un webinar trasmesso sulla piattaforma di EMI: 15 maggio, ore 18 Per ISCRIVERSI cliccare su questo link: http://www.emi.it/sabbah

Lunedì 17 maggio Gerusalemme
ore 19.00 Gerusalemme brucia. Storia e politica dell’attuale crisi israelo-palestinese incontro in streaming sul canale Youtube della Biblioteca Cabral . Mentre non si fermano le violenze in Palestina e Israele, ripercorriamo le cause storiche della situazione attuale: dalla guerra del 1948 all’occupazione di Gerusalemme est nel 1967, dalle dimensioni religiose del conflitto alle crisi politiche in Israele, Cisgiordania e Gaza. Roberto Mazza (storico, Università di Limerick) e Paola Caridi (giornalista, Invisible Arabs) dialogano con Francesca Biancani (Università di Bologna) e Maria Chiara Rioli (Università Ca’ Foscari).

Lunedì 17 maggio Accoglienza
ore 21 “COSA RESTA DELL’ACCOGLIENZA?”. Ex Aequo-Bottega del Mondo ed il Gruppo di Iniziativa Territoriale di Bologna dei soci di Banca Etica tornano ad affrontare un tema sempre attuale ma passato in secondo piano in questi ultimi 14 mesi: i fenomeni migratori, le risposte che le istituzioni mettono in campo lungo le frontiere e i meccanismi che permettono di ignorare completamente leggi, che pur esistono, sulla tutela dei diritti umani. Insomma…Cosa resta dell’Accoglienza?
Se lo chiederanno: Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, che da tempo come giornalista si occupa di questi temi, Luigi D’Alife, documentarista di SMK Factory, autore tra le altre cose di “The milky way”, che segue i percorsi dei migranti sui monti lungo il confine tra Italia e Francia , Marta Peradotto di Carovane Migranti, associazione torinese che dà voce e supporto alle persone che si mettono in viaggio.
“Di fronte alle violenze sui/sulle migranti è sempre vivo nel corpo sociale un modo di affrontare con consapevolezza e coraggio le situazioni di chi cerca di proteggersi e migliorare la propria condizione. Un tentativo che ci accomuna sempre tutti e tutte, migranti o no, in quanto di fronte alla prepotenza come sistema possiamo diventare tutti e tutte, da un momento all’altro, bersagli.” A partire da questo spunto parleremo di rotta balcanica, tristemente attuale, e di tanti altri luoghi di frontiera dove si consumano queste dinamiche.
La serata può essere seguita in diretta online dalle ore 21:00 sulla pagina Facebook di Ex Aequo https://www.facebook.com/ExAequoBottegaDelMondo/

Lettera aperta
Diverse organizzazioni per la pace (tra cui Rete Pace Disarmo e Pax Christi), Cgil Cisl Uil nazionali, associazioni della società civile, hanno inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Presidente della Commissione Esteri Senato, al Presidente della Commissione Esteri della Camera per esprimere la profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in Palestina e Israele. Per vedere la lettera, le adesioni e le proposte andare su https://retepacedisarmo.org/

Bologna sulla rotta balcanica
C’è chi viene, a costo di enormi sacrifici e privazioni: i migranti che tentano il ‘game’ sulla rotta balcanica. E c’è chi va, per “risvegliare le coscienze”, testimoniando la sofferenza e tamponando le ferite come può: i volontari della piattaforma di ‘Bologna sulla rotta’ che da venerdì 21 maggio torneranno nella zona del confine Bosnia-Croazia, dove erano già stati a marzo scorso. Solo che in occasione del primo viaggio non avevano potuto portare gli aiuti raccolti per dare una mano ai migranti e a chi, ‘sul campo’, prova ad assisterli mentre restano bloccati lungo il confine. E così da Bologna partiranno oltre 800 kg di aiuti. A marzo “siamo andati senza gli aiuti– racconta Nico Ferioli, uno dei sei volontari partiti, durante una videoconferenza di venerdì scorso- a causa dell’emergenza sanitaria. Ma siamo comunque rimasti, per prendere contatto con le associazioni che lavorano nei centri diurni sul confine, come Emmaus Bosnia- associazioni che sono fondamentali perché ci indicano il tipo di aiuti da inviare”. E ora “vorremmo che la raccolta diventasse una buona abitudine bimestrale per la nostra città. Questi drammi avvengono a 800 chilometri da noi, non possiamo voltarci dall’altra parte”. L’idea che sostiene progetto di ‘Bologna sulla rotta’ è semplice: tramite i contatti con le associazioni presenti sulla rotta si selezionano gli aiuti da inviare.Così, i volontari si sono resi conto che i profughi intrappolati fra Bosnia e Croazia hanno bisogno di farmaci, vestiti adatti al clima, e soprattutto telefoni, con cui orientarsi nei boschi. “Ed è fondamentale– precisa ancora Ferioli- che questi aiuti arrivino periodicamente“. Per questo apriranno cinque centri raccolta a Bologna, tre in centro (uno dentro le mura), uno a San Lazzaro e uno a Casalecchio. I primi cinque centri di raccolta dovrebbero poi moltiplicarsi: “Ci piacerebbe aprirli in luoghi che non siano solo sedi di associazioni o le parrocchie, realtà che sono state finora fondamentali, ma anche nelle pro-loco e nei centri sociali”. Già decise intanto le date della prossima ‘finestra’ di raccolta: 1-6 giugno. Prima, intanto, le auto cariche di ‘Bologna sulla rotta’ partiranno dirette verso luoghi come Bihac, nel cantone bosniaco di Una-Sana. “A Una-Sana- spiega Lejila Smajic, di Emmaus Bosnia, anche lei intervenuta durante l’incontro online di venerdì- abbiamo aperto un nuovo centro diurno due mesi fa. I profughi ci vengono un paio di ore al giorno, si lavano e caricano il telefono, poi tornano negli squat”, luoghi di fortuna disseminati lungo il confine. “Sarebbe fondamentale– continua Smajic- mettere insieme una rete di associazioni, perché in Bosnia manca totalmente il coordinamento fra la base dei volontari e il Governo, che non riesce a gestire la situazione dei profughi, né a organizzare gli aiuti e l’assistenza. Il rischio più grande è rappresentato dalle proteste della cittadinanza locale. Ogni settimana abbiamo dei presidi fuori dai centri che gestiamo. Vogliono che ce ne andiamo, così da far sparire anche i profughi che aiutiamo”. Ci eravamo chiesti: che cosa possiamo fare? La risposta è stata: ‘quasi’ niente. Abbiamo messo insieme questo progetto indipendente, fatto da cittadini che ora sono suddivisi in gruppi operativi. Siamo partiti da quel ‘quasi’” e scoprendo, dice ancora Ferioli, che “ci si mette meno che andare in Bosnia che in Salento“. (da www.dire.it )

Questa newsletter è stata curata da Dario Puccetti e Antonio Ghibellini. Per notizie nazionali e internazionali poco note segnaliamo www.pressenza.com e www.vaticannews.va.