Noi, Siloisti, Umaniste e Umanisti, Messaggere e Messaggeri e Maestre e Maestri della Scuola di Silo, vibriamo con il clamore millenario che percorre il pianeta, che sgorga dalle viscere della Storia di questa civiltà patriarcale, che oggi sta osando trasformare il mondo. Così diamo il nostro contributo, facendo luce nei nostri ambiti, per dare coerenza al nostro Progetto di Umanizzazione del mondo.

Siamo donne e dissidenti che non vogliono trascurarsi o esporsi mai più a qualsiasi tipo di violenza, per l’ingenuità di credere che i nostri ambiti siano sicuri, perché non lo sono. Saranno al sicuro nella misura in cui si realizzerà quanto espresso in questo manifesto. Sappiamo con certezza che diversi casi di violenza sessuale si sono verificati nel corso della nostra storia e che il silenzio ha permesso la loro continuità nelle generazioni successive. Non vogliamo che questa violenza faccia parte delle esperienze delle nuove generazioni.

Paura, degrado e patti di silenzio hanno perpetuato l’antiumanesimo nei nostri ambiti umanisti. Non accetteremo che continui ad accadere, questi comportamenti non hanno nulla a che fare con la dottrina siloista.
Rafforziamo il nostro rifiuto di tutte le forme di violenza, che abbiamo sperimentato per il semplice fatto di essere donne e dissidenti.

Abbiamo rotto il patto del silenzio di cui abbiamo fatto parte per tanti anni.

Chiediamo rispetto per la nostra soggettività e il valore dell’intenzionalità di ogni essere umano, in risonanza con i nostri principi di azione valida.
Intenzioniamo l’interscambio, il contenimento e l’essere attive tra di noi, rompendo le inimicizie patriarcali che ci sono state imposte, riparando i danni che abbiamo trascinato per secoli.

Da oggi in poi ci proteggiamo a vicenda e vogliamo costruire ambienti affidabili e veramente non violenti, senza mantenere le apparenze, per tutte le donne, tutte le dissidenze e per l’infanzia.

Ripudiamo fermamente nelle nostre sfere i violenti che mettono in pericolo l’integrità fisica e psicologica di coloro che vi partecipano.

Coerentemente con quanto affermato, daremo visibilità alle situazioni di violenza, secondo la metodologia della nonviolenza attiva, denunciando pubblicamente l’ingiustizia in base al nostro protocollo di procedimenti.
Ci sforziamo affinché nei nostri ambiti la degradazione, il ridicolo, l’umiliazione, la cosificazione siano veramente rifiutati. E soprattutto, la negazione dell’intenzionalità degli altri, che soddisfa la violenza di alcuni.
Lavoreremo affinché ognuno trovi finalmente la forza di esprimersi, perché se l’interesse è l’umanizzazione e il futuro aperto, questo processo è essenziale.

Esprimiamo la nostra solidarietà attiva alle amiche e amici umanisti che hanno bisogno di una rete di contenimento come questa e li invitiamo ad unirsi ai nostri interscambi e alle nostre azioni non violente.

Ora che quanto era naturalizzato non lo è più, le ferite sono allo scoperto. E non solo le proprie, anche quelle delle nostre antenate gridano insieme a noi, attraversando i secoli. Non solo a causa della violenza più aberrante, ma anche a causa di quella più sottile e simbolica.

Questo è un atto di fede negli insiemi che saranno capaci di migliorare gli individui. Ed è un passo ulteriore nell’umanizzazione del mondo e di noi stessi.

PACE, FORZA E ALLEGRIA.
Barricata internazionale
Maggio 2021