Lo scorso 8 marzo il Pen Club Norvegia (organizzazione internazionale di scrittori e letterati, n.d.t.) ha celebrato il compleanno di Ilhan Sami Çomik. Il suo avvocato, Ipek Özel, ha dichiarato che quando Ilhan è stato informato di questa celebrazione, ha detto: “Dì loro che dopo 27 anni in prigione, ho ancora 22 anni”.

Ilhan è stato condannato al carcere a vita nel 1994, dopo essere stato torturato e dopo che gli fu estorta una confessione. Fin da allora egli ha sostenuto la propria innocenza. La Corte Europea per i Diritti Umani ha stabilito nel 2007 l’illegittimità del suo processo. A seguito di un appello, nel 2016, la corte turca ha confermato l’ergastolo sulla base delle stesse prove ottenute illegittimamente nel 1994.

Durante la sua reclusione, Ilhan ha scritto otto libri di poesia, e gli è stato assegnato il prestigioso premio Sennur Sezer per la poesia . È membro onorario del Pen Norvegia.

La madre di Ilhan ha preso parte con un discorso all’iniziativa per celebrare la sua vita e la sua immaginazione, e sono stati letti brani di diversi poeti da molte parti del mondo.

Abbiamo visto anche noi i video di due belle canzoni: “The Ivy”, di Suna Alan, cugina di Ilhan, e “Come to me”, di Øivind Hånes e Kaersten Brustad, che prende il nome dal titolo di una poesia dello stesso Ilhan.

Prossimamente Pressenza rilascerà un’intervista esclusiva concessa dal poeta. Per il momento riproponiamo le sue parole, confidando nella sua rapida liberazione: “Ho voglia di vedere i vigneti in fiore, ho voglia di uscire nelle strade dove i bambini si arrampicano sui muri dei giardini per saltare la scuola, desidero fiumi che scappano dalle mappe”.

Di: Jhon Sánchez

Per maggiori informazioni e per supportare la campagna per la sua liberazione visitate per favore www.ilhancomak.com. Anche messaggi auguri sono graditi.

Traduzione dall’inglese di Manuela Donati. Revisione: Silvia Nocera