Si è tenuta ieri mattina la prima udienza conoscitiva in Consiglio Comunale a Bologna sulle Assemblee Cittadine. Una delle condizioni sottoscritte dall’amministrazione per smettere il secondo sciopero della fame di Extinction Rebellion, lo scorso 16 settembre del 2020

 

“Siamo di fronte a due emergenze epocali: quella climatica e quella della democrazia rappresentativa. In una situazione del genere, le Assemblee Cittadine potrebbero essere una risposta incisiva ad entrambe” – Così il prof. Rodolfo Lewanski ha concluso il suo intervento introduttivo nella prima delle due udienze conoscitive alla presenza di due commissioni congiunte -ambiente e affari istituzionali- in seno al Consiglio Comunale di Bologna.

Le due udienze conoscitive- la prossima sarà il 20 gennaio– hanno l’obiettivo di presentare a tutto il Consiglio lo strumento innovativo delle Assemblee Cittadine, in vista di un’eventuale modifica dello Statuto Comunale. Sono state organizzate da Fondazione Innovazione Urbana,  che ha ricevuto il mandato dall’Amministrazione e fanno parte dell’accordo sottoscritto dagli attivisti e dalle attiviste di Extinction Rebellion Bologna  il 16 settembre scorso per fermare lo sciopero della fame di Daniele Quattrocchi.

Il gruppo ecologista, sulle sue pagine social ha confermato il confronto con la Fondazione per l’organizzazione degli incontri e ha invitato tutta la cittadinanza a seguire la diretta streaming delle udienze. Una “relazione” con le istituzioni che sta stretta al gruppo radicale, ma necessaria per ottenere i cambiamenti drastici richiesti

Una storia cominciata oltre un anno e mezzo fa con la dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica, disattesa nei suoi punti principali e tornata in auge grazie al secondo sciopero della fame. Infatti, già nel testo approvato a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale nel 2019 c’era l’impegno a lavorare per indire delle “assemblee cittadine sul clima”.

Quello di ieri è stato il primo incontro illustrativo che ha visto la presenza di ospiti di rilievo mondiale. Oltre al professore Lewanski- uno dei massimi esperti italiani di processi partecipati- c’erano anche il Dott David Farrel – teorico e uno degli organizzatori delle Assemblee cittadine irlandesi- e la dott.ssa Mathilde Imer, una delle organizzatrici della Convention Sur le Climat francesi. Un parterre, definito dalle consigliere e consiglieri di “alto livello”,  per convincere il Consiglio Comunale della fattibilità- a tutti i livelli di governo- delle Assemblee Cittadine, qui da noi attive solo nel piccolo comune di Susa, ma che sono sempre più consuete  in molti paesi del mondo.

Uno strumento fortemente voluto da Extinction Rebellion, che è anche il terzo obiettivo del movimento. Ma l’interesse per lo strumento è forte anche fuori dal movimento ecologista. Infatti, a dicembre si è costituito il comitato “politici per caso” a promozione della proposta di legge nazionale sulle assemblee cittadine depositata in cassazione nel dicembre 2019. Nelle intenzioni dei favorevoli alle  AC , queste “potrebbero aiutare la politica a prendere le decisioni- necessarie ma drastiche- per uscire dall’emergenza insieme ai cittadini e le cittadine, senza avere la paura di risultare impopolari”

Insomma, uno strumento- come emerso anche in udienza- per avvicinare i cittadini alla politica, per renderli più partecipi e responsabili di  decisioni, che normalmente subiscono. Come confermato anche da Imer che, parlando della genesi della Convention, ha spiegato che sia nata proprio dalla convergenza tra Jillet Jaunes ,gli attivisti climatici e il Governo. Infatti, il movimento dei Jlillet  Jaunes nacque in risposta alla Carbon Tax , voluta dal presidente per raggiungere gli obiettivi della Coop di  Parigi, ma che venne presa a scapito delle fasce popolari, più svantaggiate.

Insomma, come tratteggiato ieri dalle esperte ed esperti, le Assemblee cittadine sembrano essere un’opportunità  da cogliere al volo, soprattutto per chi ha a cuore l’ambiente, la democrazia e la giustizia sociale. Vedremo, dopo l’udienza del 20, se ci sarà davvero la volontà politica per introdurle nello statuto del Comune di Bologna.