Dopo l’incontro del 22/12/2020 per la “consegna del dono natalizio” alla Sindaca di Torino, promosso dalla rete di associazioni e cittadini che si richiama al manifesto “Per la Società della Cura”, la delegazione che è stata ricevuta in Municipio vuole condividere alcune considerazioni.

Le delegazione è stata ricevuta con cordialità e cortesia, di cui bisogna doverosamente dare atto alla Sindaca.

Purtroppo l’esito è stato deludente per la visione riduttiva della funzione di governo della Città che è stata trasmessa.

La risposta relativa alla vicenda dell’area del Maria Adelaide ne è stato un esempio: “… la posizione dovrebbe essere non facciamo nulla finché non vengono stanziate le risorse per fare un ospedale … io non la condivido perché penso di avere il dovere di cercare delle alternative perché quello spazio ha bisogno di essere riqualificato”

Verrebbe da dire: utilizzo per la sanità territoriale o per uno studentato, “questa o quella per me pari sono”.
A fronte di un voto unanime del Consiglio Comunale che ne richiede l’utilizzo per servizi sanitari pubblici se ne prospettano altre utilizzazioni, come villaggio per le Universiadi da adibire successivamente a studentato, in base alla maggiore o minore facilità nella disponibilità di fondi per le differenti soluzioni.
È grave, non tanto per il merito delle scelte quanto per l’assenza di una visione dell’uso del territorio, legata alle necessità della Città; per di più questo in un quartiere molto problematico, che nelle scorse elezioni amministrative ha sfiduciato le forze politiche cui aveva affidato la rappresentanza per il tempo di quasi un secolo, contribuendo così all’elezione dell’attuale amministrazione.

Questa disattenzione non è solo una dimenticanza; ma è un grave errore che acuisce la sfiducia nelle istituzioni democratiche.

Riguardo alla privatizzazione della Cavallerizza, la cui difesa come bene totalmente pubblico è stata un preciso punto qualificante del proprio programma elettorale, è accettata “perché… mancano i soldi”.

Questo atteggiamento rassegnato corrisponde però a un energico voto in Consiglio Comunale contro la proposta di Ordine del Giorno su derivati e Cassa Depositi e Prestiti (identico a quelli votati in molti comuni fra cui in quello di Roma, lì all’unanimità)

Argomento, quello dei derivati, cui la Sindaca ha dato una risposta burocratica. Burocratica nell’autentico significato della parola: tecnicamente corretta ma priva di prospettiva politica.
Una effettiva rinuncia a esercitare un ruolo di rappresentanza politica della Città di fronte ai più’ alti livelli istituzionali.
Rinuncia forse accettabile per realismo in un piccolo centro, assolutamente inaccettabile e inadeguata provenendo da chi governa la quarta città italiana.

Ringraziamo certo per la cortesia istituzionale dimostrata, ma facciamo presente la nostra delusione e il nostro impegno di lotta, in una città posta sotto tutela da forti poteri finanziari, per dare voce e forza ai cittadini indifesi.

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