Abbiamo passato una serata a distribuire cibo alle persone senza dimora con i volontari che dedicano il proprio tempo al progetto GuardaOltre 2.0

L’appuntamento è alle 19 in via Silvio Pellico 14 da “Cucine confuse” la gastronomia di Paola che presta la propria cucina al progetto.

Entro in negozio puntuale, mi rendo conto che in cucina ferve l’attività, nel tavolino antistante al banco ci sono i contenitori del cibo pronti per essere riempiti, sull’altro tavolino i thermos per il the.

Paola ci spiega che nei menu della gastronomia ci sono sempre piatti per persone con patologie, ad esempio persone affette da celiachia.

Stefano esce dalla cucina, comincio a farmi spiegare come funziona: hanno tre squadre che escono tre volte la settimana per la distribuzione del cibo nella zona della circoscrizione 1, l’unica che per ora ha aderito e avrebbe stanziato circa 1.000 euro che dovranno pervenire.

Vengono distribuiti 250 pasti a settimana, ma l’obiettivo è arrivare a 600.

Sta partendo la distribuzione anche a persone anziane in difficoltà economiche.

La Circoscrizione 3 ha contribuito per un progetto molto interessante che coinvolge persone in condizione di fragilità sociale nella preparazione dei pasti per le persone senza dimora.

Per poter svolgere questa attività hanno seguito dei corsi, quindi sono persone messe in grado di fare un lavoro e reinserirsi nel tessuto sociale.

Sono arrivati, durante il primo lock-down, contribuiti da Compagnia di S. Paolo e dalla Regione.

Ci racconta particolari interessanti: i loro contenitori dei pasti sono rigorosamente biodegradabili, cercano di recuperare la materia prima dall’invenduto dei mercati, c’è un anche accordo con Coldiretti.

Ci dice con un certo orgoglio che, mentre i pasti che il Comune distribuisce nelle proprie strutture d’accoglienza costano più di 5 euro e sono distribuiti in contenitori di plastica, i pasti di GuardaOltre 2.0 costano 2,50 euro circa e sono distribuiti in contenitori biodegradabili che sono molto più costosi.

Il menu è sempre bilanciato: proteine, carboidrati, il dolce e il the caldo.

Parlo con Amelia, colonna della logistica, mi spiega che nel gruppo che organizza l’attività ci sono tre persone più un’altra persona che ha mansioni di segreteria.

Stefano mi ha parlato di lei, ma se le parli con Amelia di persona ti stupisce.

Mi spiega com’e organizzata l’attività: i volontari durante la distribuzione mappano il territorio in modo da sapere sempre quanti pasti servono e dove consegnarli.

Non è una cosa banale dal momento che si tratta di una popolazione che si sposta o viene cacciata dal posto in cui dorme, in circoscrizione 1 sono state censite circa 170 persone senza dimora, il progetto prevede di espandersi e quindi di mappare anche le altre circoscrizioni.

Sanno sempre quanti pasti distribuire e dove, Amelia ci spiega che nulla, ma proprio nulla dev’essere sprecato, determinazione e passione vibrano nella sua voce.

Sono circa le 20, fuori dal negozio ci sono i volontari, la cosa che mi colpisce è che i loro occhi brillano, questa sera siamo fortunati, Stefania ha la macchina, il cibo viene distribuito anche in bicicletta o a piedi.

Sono stati preparati 73 pasti che vengono distribuiti alle tre squadre: 27 ad una squadra e 23 alle altre due.

Carichiamo le cassette con i 23 contenitori di cibo, le fette di torta, i thermos e partiamo.

In squadra siamo Catalina, Stefania, Stefano ed io.

Facciamo il giro, è un continuo salire e scendere dalla macchina, le persone capiscono da subito chi siamo, o forse è il profumo del gulash con le patate che si diffonde dai contenitori che fa da biglietto di presentazione, ci sorridono, Stefania e Stefano si occupano del cibo, Catalina ed io del the.

L’atmosfera è allegra, Catalina mi racconta della sua vita tra Italia e America Latina, Stefano ci racconta aneddoti della sua esperienza di educatore.

Il mondo delle persone escluse dalla società è a volte un mondo surreale, l’allegria e l’ironia sono antidoti per poter stare a contatto con quelle realtà e rimanere emotivamente sani.

Sono le 21.30 circa, abbiamo finito il giro, è ora di salutarsi e tornare alle nostre vite.

E’ stata una parentesi intensa, un momento di condivisione nel quale quattro persone hanno “convissuto” senza filtri, immerse in un momento presente che a ripensarci sembra molto dilatato.