Siamo in guerra contro un nemico invisibile. Molti Paesi alle prese con la pandemia di COVID-19 vivono la situazione come una guerra. Sul campo di battaglia, gli eroi sono in prima linea.

Questi eroi svolgono diverse professioni: medici e personale sanitario fungono da collante per chi lavora nella sicurezza, trasporti, servizi postali, fornitori di servizi finanziari, dipendenti del commercio al dettaglio, ecc. Oltre a loro, negli ospedali, obitori, cimiteri e nei fornitori di servizi sanitari lavorano molti eroi nascosti, che forniscono un servizio inestimabile ed essenziale per tenere unite le comunità.

Gli enormi rischi a cui sono esposti mentre portano a termine i loro compiti sono spesso sottovalutati, come la propria salute, nonché salute e sicurezza delle loro famiglie. Purtroppo, questi eroi nascosti fornitori di servizi essenziali si inseriscono alla base della piramide economica, in società prive di diritti fondamentali di cui altri godono.

Nella situazione attuale, con oltre 44,7 milioni di contagi e circa 1,17 milioni di decessi in tutte le regioni, la situazione è sotto controllo. In simili circostanze ci si aspetterebbe che i leader carismatici assumessero il controllo per gestire il problema, ma sembra invece che sia la pandemia di COVID-19 ad aver preso il controllo della situazione in molti Paesi.

Le massime del Generale George S. Patton, veterano di guerra americano, a proposito delle sue esperienze sul campo di battaglia, vengono usate per affrontare situazioni impegnative. Disse: “Preparati per l’ignoto e rifletti su come altri in passato hanno affrontato l’imprevisto e l’imprevedibile”. Ciò che emerge dalla difficile situazione attuale è che molti leader politici confondono le incognite conosciute e sconosciute e sono felici di screditare l’opinione medico-scientifica per il proprio tornaconto. I loro atteggiamenti dimostrano una leadership irresponsabile in molti Paesi, senza alcuna indicazione o piano strategico per controllare la situazione o per superare la crisi, oltre a non aver imparato dalle esperienze precedenti.

Nel 1918 il mondo fu travolto da una pandemia globale simile. L’influenza Spagnola, nota anche come la grande influenza del 1918, è stata una pandemia influenzale insolitamente mortale causata dal virus dell’influenza H1N1. Per la cronaca, questa influenza non ha avuto origine in Spagna. Furono contagiate quasi 500 milioni di persone, circa un terzo della popolazione mondiale. L’influenza si diffuse nelle regioni mentre il mondo era alle prese con la Prima Guerra Mondiale, quando le superpotenze europee erano in conflitto per il dominio imperialista. Inoltre, all’epoca la scienza non era così avanzata da poter isolare batteri o virus.

Anche all’epoca le teorie complottiste affermavano che l’influenza provenisse dalla Cina. Resta il fatto che la diffusione della pandemia e i decessi causati dall’influenza sono più esigui in Cina che nelle altre regioni. A causa della limitazione all’accesso ai dati in tutta la Cina, qualcuno pensa che le cifre non siano esatte. Una probabile motivazione potrebbe essere l’utilizzo della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e dei suoi metodi di trattamento autoctoni per contrastare la diffusione della malattia.

Con la situazione COVID-19 di nuovo sotto controllo a Wuhan, nella provincia cinese dell’Hubei, i medici che trattano la medicina ufficiale lodano il contributo dei praticanti della MTC per la loro assistenza nella lotta pressante al nuovo coronavirus.

È dunque utile capire come si è evoluta la pratica della MTC in Cina per comprenderne l’eventuale impatto e la sua rilevanza nell’arginare le pandemie influenzali. La pratica della MTC risale a 3000 anni fa: i terapeuti cinesi trattavano i pazienti con tradizionali decotti a base di piante e l’attenta osservazione di sintomi e sindromi, tenendo nota di ciò che veniva trasmesso da una generazione all’altra.

Marco Polo, il famoso viaggiatore italiano che visitò la Cina nel XIII secolo, scrisse che, durante i pasti, i servitori dell’imperatore (dinastia Yuan) dovevano indossare sciarpe di seta che coprivano naso e bocca. Wu Liande, medico e scienziato cinese, inventò una maschera costituita da due strati di garza e chiamata “Maschera di Wu”, a fronte di un’epidemia di peste nella Cina nordorientale verso la fine della dinastia Qing (1644-1911). Gli esperti di vari Paesi hanno ampiamente elogiato questa maschera, utile allo scopo e semplice da produrre a basso costo con materiali facilmente reperibili.

Anche se molti di noi sono ancora alle prese con l’origine del virus COVID-19, una cosa è certa: secondo i documenti storici la mascherina che tutti noi usiamo oggi ha avuto origine in Cina. È dunque evidente che chi dubita dell’integrità della Cina trovi difficile portare una copertura davanti a bocca e naso per preservare la propria salute, anche quando le mascherine non sono di produzione cinese.

Chi scrive ha una conoscenza base della MTC. La sua eziologia comprende otto categorie e principi applicati per identificare le malattie e le loro cause. Sintomi e sindromi sono esaminate clinicamente per diagnosticare squilibri in yin, yang, esterno, interno, freddo, caldo, eccessi e deficit. Di conseguenza, in passato la MTC non identificava i patogeni come batteri o virali, come avviene oggi. Pertanto, negli esami clinici della MTC una pandemia di influenza come il COVID-19 si ritiene essere causata da patogeni esogeni.

I patogeni esogeni entrano nel corpo umano attraverso pelle, naso e bocca. Il naso è la via d’accesso per i polmoni, la bocca è la via d’accesso per la milza e la lingua è la via d’accesso per il cuore: una breve spiegazione che evidenzia il motivo dell’origine cinese della mascherina utilizzata per prevenire la diffusione di malattie causate da patogeni presenti nell’aria in linea con i principi della MTC. Quindi, indossando una mascherina è possibile prevenire la diffusione di patogeni (se si è già infetti) e non riceverne dagli altri membri della comunità, ottenendo protezione.

Indossare una mascherina è pratica comune nella maggior parte delle civiltà dell’Asia orientale (Giappone, Taiwan) nel rispetto dei valori di un cittadino responsabile.

I metodi utilizzati nella MTC per curare i pazienti hanno molte somiglianze con l’Ayurveda e l’Helawedakam (medicina indigena dello Sri Lanka). Quando i patogeni presenti nell’aria attaccano, i metodi terapeutici si concentrano principalmente sul rinforzo del sistema immunitario e l’espulsione del patogeno dal corpo.

Molte delle erbe aromatiche hanno di solito l’effetto di espellere i patogeni e incrementare il qi (l’energia vitale del corpo secondo la MTC) e il sangue.

Gli ingredienti a base di erbe usati nella medicina dello Sri Lanka e nei decotti della MTC hanno molte somiglianze, ma le proprietà possono variare. Oltre a questi principi, l’eziologia della MTC include anche fattori emotivi e condizioni climatiche nell’identificazione dei fattori che causano varie malattie.

Con la pandemia di COVID-19, sui social media circola molto materiale a sostegno di questa tesi, sottolineando l’importanza di migliorare la propria immunità e benessere emotivo. Sono certamente rilevanti per contenere il virus, ma gli aspetti più importanti sono la distanza sociale e indossare la mascherina.

I fatti storici riguardanti i metodi di contenimento della pandemia influenzale e i principi della MTC sopra descritti espongono i problemi legati all’incapacità del governo di gestire la crisi da COVID-19 al di fuori della Cina. Il modello autoritario in Cina e la leadership dimostrata dal Presidente Xi Jinping con la ferma decisione di portare province e città in lockdown hanno impedito la diffusione del virus e tenuto la situazione sotto controllo. Gli aspetti culturali e le credenze radicate nella società cinese consentono ai cittadini di rispettare le disposizioni ed essere disciplinati.

Citando nuovamente il Generale George S. Patton: “Non dire mai alle persone come fare le cose. Dì loro cosa fare e ti sorprenderanno con la loro ingegnosità”. Se questo ha funzionato perfettamente in Cina, così non è stato in altre parti del mondo.

Nei Paesi con la gestione peggiore della crisi da COVID-19, la popolazione non ha ricevuto un messaggio chiaro su cosa fare, come è invece accaduto in Cina, ma è stato confuso da priorità contrastanti e messaggi poco chiari. In molte democrazie i leader attuali sono stati eletti cavalcando l’onda della popolarità, suscitando emozioni patriottiche nel processo elettorale gestendo abilmente la disinformazione per raggiungere il proprio successo elettorale. I loro messaggi alla popolazione mancavano di chiarezza e non erano pronti per imparare da chi ha affrontato con successo, in passato, l’imprevisto e l’imprevedibile. In più hanno osato ignorare la scienza e le opinioni mediche professionali. Ecco come il COVID-19 ha testato le capacità di leadership di molti politici.

Almeno d’ora in poi questi leader dovranno trovare delle soluzioni al problema, invece di trovare problemi nelle soluzioni risultate efficaci, in passato, nella gestione di situazioni simili. Questo articolo ha elencato alcuni fatti storici, problemi e soluzioni alternative in modo che i lettori possano fare pressione e influenzare i loro poveri leader in modo da poter trovare la strada giusta.

Di Jayasri Priyalal per InDepthNews*

* L’autore è il Direttore Regionale responsabile per il Settore Finanza dell’UNI Global Union, Asia & Pacific Organization – Singapore.

Traduzione dall’inglese di Enrica Marchi. Revisione: Silvia Nocera