Sawan Masih, un pachistano di religione cristiana di Lahore, è stato assolto il 7 ottobre dal “reato” di blasfemia per il quale nel 2014 era stato condannato a morte.

All’origine della condanna era stata una conversazione privata con un amico musulmano, rivelatosi poi non esattamente tale, durante la quale Masih aveva, secondo il tribunale di primo grado, “offeso il profeta Maometto”.

Come succede frequentemente, anche in questo caso la legge sulla blasfemia era stata usata per scopi privati: acquisire terreni, facendo letteralmente terra bruciata, in un quartiere cristiano della seconda città del Pakistan. Non appena l’amico di Masih aveva reso nota la sua denuncia, una folla di 3.000 facinorosi aveva preso d’assalto la zona dando fuoco a 100 abitazioni e costringendo la comunità cristiana alla fuga.

Insomma, l’ennesimo esempio – questa volta a lieto fine – per cui la legislazione sulla blasfemia andrebbe abolita una volta per tutte.