La performance di Extinction Rebellion ‘Cry-In: lacrime di sangue e petrolio’ al laghetto dell’EUR è stata impedita dalle forze dell’ordine, nonostante il suo carattere nonviolento e pacifico.

 Attivisti e attiviste si sono incatenati ai cancelli di accesso al Palazzo dell’ENI, dove rimarranno sino a che il Ministro Patuanelli non verrà ad incontrare il movimento.

 XR ha inviato stamane una lettera al MISE. Si richiede al Ministro Patuanelli un confronto per discutere di azioni concrete e misure necessarie per contrastare la più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato: il collasso climatico ed ecologico, perpetrato e alimentato da ENI. Questo Governo deve sciogliere dalle catene i cittadini che per mandato ha il dovere di proteggere, compiendo ora scelte coraggiose e non più rimandabili.

 Queste le richieste:

  1. Porre fine agli incentivi che lo Stato concede a tutte le aziende che traggono profitto dalle attività estrattive;
  2. Rifiutare di concedere qualsiasi tipo di finanziamento a Eni fino a che non invertirà completamente la propria politica energetica rinunciando definitivamente ai combustibili fossili;
  3. Contrastare la narrativa di “greenwashing” di Eni sostenendo con noi l’inconsistenza e l’ipocrisia della “transizione verde” che questa azienda dice di perseguire;
  4. Rifiutare di concedere qualsiasi tipo di finanziamento a Eni fino a quando non smetterà di sfruttare selvaggiamente le risorse delle popolazioni più povere del mondo.

 Intanto, con un bagno di petrolio finto su attiviste, si inscenava il dolore che ENI causa ogni giorno in ogni parte del mondo, mentre dichiarazioni di carattere scientifico ribadivano l’allarme della scienza rispetto al collasso che investirà il nostro Pianeta se non agiamo ora.

 Noi non siamo ENI.