La mostra si basa sul tema “l’eco degli stranieri”. Vuole rappresentare il divario tra lo stato geografico e psicologico degli artisti rifugiati, che sono come isole galleggianti. Inoltre, viene presentato un nuovo concetto di storie di rifugiati, di cui si parla costantemente attraverso queste opere, che mostrano una nuova composizione visiva e un nuovo metodo. I rifugiati sono uno dei gruppi umani più vulnerabili al mondo. Sono fuggiti dalle persecuzioni legate alla loro razza, alla loro religione, alle loro convinzioni politiche e ideologiche. Ci sono degli artisti tra questi rifugiati, che identificano la loro esistenza attraverso l’arte. Se senti che c’è un muro tra te e la persona con cui condividi i tuoi sentimenti, allora non sei tanto diverso da uno straniero! Questa mostra diventa uno spazio simbolico, dove tutti possiamo riscoprire il valore del carattere in una società civile da una prospettiva diversa.

  • Ospitato dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo

  • Organizzato dal The Korean Association of University Museums

  • Progettato a cura di Sookmyung Women’s University Museum

  • Artisti stranieri invitati nella prima fase di progettazione dell’esibizione: Coreani: Lee Jooyoung, Cho Minsun, Project Rebel9, Na Hyun, Song Ji-hyung, Woo Jung A; Marocchini: Aicha Nejmeddine; Etiopi: Bereket Alemayehu, Thomas Ashamie; Americani: Aram Han

  • Dal 13 ottobre al 13 novembre 2020

Tradotto dall’inglese da Angelica Cucchi. Revisione: Silvia Nocera