Di Edgardo Ayala

CAROLINA, El Salvador, 18 settembre 2020 (IPS/GIN) – La vita di Ermelinda Lobos è notevolmente migliorata da quando lei e il resto degli abitanti del suo villaggio, nascosto nelle montagne del nordest di El Salvador, lavorando duramente hanno realizzato una mini centrale idroelettrica e sono si sono resi autosufficienti dal punto di vista energetico.

Ora lei può cucire con una macchina elettrica e farsi luce con le lampadine, invece che con le candele, come accadeva prima del 2006, quando non c’era elettricità nel villaggio di Potrerillos, nell’area rurale di Carolina, un comune di circa 6.000 abitanti del dipartimento di San Miguel.

“Prima cucivo con una macchina a pedale e mi facevo luce con una candela, stiravo con un ferro da stiro a carbone, e questo danneggiava le mie mani a causa del calore eccessivo. Ora cucio con una macchina elettrica e mi faccio luce con le lampadine”, ha detto con orgoglio Ermelinda a IPS.

La mini centrale elettrica da 34 chilowatt (kW) utilizza le acque del fiume Carolina per azionare una turbina che attiva un generatore che produce energia elettrica sufficiente per le 40 famiglie beneficiarie, non solo a Potrerillos, ma anche in un’altra comunità vicina: Los Lobos, nel comune limitrofo di San Antonio del Mosco.

I lavori a Potrerillos sono iniziati nel 2005, con l’aiuto dell’associazione Saneamiento Básico, Educación Sanitaria y Energías Alternativas (Sabes), che ha promosso altri progetti simili nel paese, come la mini centrale elettrica El Calambre, nella frazione di Joya de Talchiga, nel comune di Perquín, sempre nel nord-est.

 

I fondi per il lavoro a Potrerillos sono stati forniti dal governo della comunità autonoma spagnola della regione di Navarra, e per le attrezzature elettromeccaniche da Alianza en Energía y Ambiente con Centroamérica (Alleanza per l’Energia e l’Ambiente con l’America Centrale), che promuove lo sviluppo sostenibile dell’area con i finanziamenti dei paesi europei.

Il costo totale del progetto è stato di 120.000 dollari.

“Sono molto orgogliosa del piccolo impianto”, ha aggiunto Ermelinda mentre terminava di cucire una camicetta, perché “senza di esso userei ancora la vecchia macchina mossa dai piedi e mi illuminerei con le candele”.

Gli abitanti del villaggio hanno raccontato all’IPS il tempo trascorso insieme sul sito, fornendo lavoro per i compiti più ardui, quando il progetto fu avviato nel 2005. Qui vivono circa 100 persone, in 21 famiglie.

Mentre il progetto prendeva forma le attività quotidiane della comunità, tra le altre, furono il trasporto dei materiali da costruzione al sito della diga e lo scavo nel fiume per deviarlo in modo da poter gettare le fondamenta.

“Abbiamo dovuto trasportare pietra, scavare, mescolare e molte altre cose”, ha spiegato Benilda Membreño all’IPS, una delle persone più entusiaste quando nel 2005 sentì parlare della possibilità di costruire una mini centrale comunitaria a Potrerillos.

Benilda si è persino adoperata per convincere gli scettici che si poteva costruire una piccola diga idroelettrica, alimentata dalle acque del fiume Carolina, e che si poteva ottenere elettricità di buona qualità.

“Quando iniziarono i lavori di costruzione e i cavi furono installati, c’erano ancora persone incredule che non pensavano che l’elettricità potesse essere generata dal piccolo fiume, io, al contrario, ho lavorato in ogni fase della costruzione.  Era difficile lavorare in acqua, non sai quanto quanto fosse difficile”, ha aggiunto Benilda, mentre continuava a nutrire una cerva nel suo cortile.

Oltre ai cervi, nella sua piccola fattoria ha mucche, maiali e polli, che forniscono cibo e reddito alla famiglia.

L’agricoltura di sussistenza e, in misura minore, l’allevamento su piccola scala, sono le principali attività economiche a Potrerillos, come in quasi tutto il Salvador rurale, un paese di 6,8 milioni di abitanti.

Ogni famiglia coinvolta nel lavoro si è guadagnata il diritto di farsi servire la propria casa con l’elettricità quando l’impianto ha finalmente iniziato a produrre energia elettrica nel 2006.

“Il giorno in cui hanno collegato la luce ho persino pianto, per quanto ero emozionata”, ha ricordato Benilda.

Secondo i dati ufficiali, in questo paese dell’America centrale il 99,0% delle famiglie ha il servizio elettrico nelle aree urbane, ma nelle campagne il dato scende al 95,2%, e il 2% usa ancora candele o lanterne per l’illuminazione.

La minigenerazione che trasforma

La mini centrale idroelettrica è composta da una bassa diga di cemento che trattiene parte dell’acqua del fiume, che viene poi trasportata attraverso un canale fino ad una camera di carico, alcuni metri più in basso, e da lì l’acqua scende fino alla turbina della centrale.

A differenza dei mega progetti idroelettrici, che di solito sbarrano completamente il corso del fiume, la mini centrale di Potrerillos è progettata in modo che l’acqua deviata per spostare la turbina ritorni nel letto del fiume, garantendo così un uso sostenibile della risorsa idrica.

Oltre alla comodità di avere una buona illuminazione di notte, e di poter guardare la televisione, tra gli altri servizi nel villaggio sono sorte anche piccole imprese che generano nuove entrate per alcune famiglie, sfruttando l’elettricità.

Ermelinda, oltre ad essere una sarta, ha un negozio i cui prodotti di punta sono le bevande fredde, che escono da un frigorifero, mentre a casa di Benilda c’è una piccola officina di saldatura.

“C’è una persona di un’altra comunità che lavora come falegname, e viene qui per usare i suoi strumenti elettrici. Questo significa che la tensione che abbiamo è abbastanza buona da sostenere utensili elettrici, anche quelli per la saldatura”, ha detto il figlio di Ermelinda, Jaime Marquez, che era in visita da sua madre ma vive a Carolina.

Un altro vantaggio di avere energia da un progetto comunitario, piuttosto che da un’azienda privata, è il costo dell’elettricità.

Jaime ha detto che a Carolina paga più di 20 dollari al mese per il servizio e conosce persone che spendono fino a 35 dollari, mentre a Potrerillos la fattura mensile non supera i 5 dollari.

Nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, il generatore si è rotto e gli abitanti del villaggio sono tornati a vivere giorni in cui si ascoltavano le notizie notturne su piccole radio a batteria, illuminati dalla luce incerta di una candela.

“C’era rumore nel generatore, i cuscinetti al suo interno si erano spostati, e io ho detto: qui c’è un guasto. Un meccanico l’ha scoperto e ha detto di sì, sono stati i cuscinetti”, ha detto Neftalí Membreño, che è responsabile della centrale elettrica e non ha alcun legame familiare con Benilda.

Fu deciso di non riparare il generatore ma di comprarne uno completamente nuovo, negli Stati Uniti, ma a causa dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di covid-19 tutto è stato ritardato e la comunità ha trascorso due mesi senza elettricità, un contrattempo che ha creato disagio alle famiglie, anche se sapevano che era temporaneo.

Inoltre, il guasto ha causato un aumento delle spese per le famiglie, perché in ogni casa hanno dovuto comprare candele, cherosene per le lampade o mandare i cellulari in Carolina per essere ricaricati.

“In quei due mesi in cui non c’era corrente ho speso 30 dollari in più per questo”, ha detto Benilda. “A me non piace guardare le soap opera, quello che mi piace è guardare Facebook sul mio telefono”, ha detto.

Dopo l’attesa, a settembre, poco prima della visita dell’IPS, il nuovo generatore è arrivato. Il costo totale, comprensivo di trasporto e dogana, è stato di 3.217 dollari, che le famiglie di Potrerillo avevano già raccolto come contributo comunitario, quando l’ufficio del sindaco di Carolina ha deciso di fornire i fondi.

“Oggi è pronto e perfetto per continuare a lavorare”, ha detto Neftalí, dopo aver mostrato la turbina e il generatore e aver confermato che tutto funziona bene dopo l’installazione.

Se comunitario, meglio

In quei due mesi, i dipendenti dell’azienda privata che distribuisce energia nel Salvador orientale, l’Empresa Eléctrica de Oriente (EEO), sono arrivati nel piccolo villaggio per cercare di convincere i suoi abitanti ad abbandonare lo sforzo energetico della comunità e diventare suoi clienti, hanno detto gli abitanti del villaggio a IPS.

La società è la filiale locale del consorzio transnazionale AES, con sede negli Stati Uniti, che opera in 14 paesi e ha più di 300.000 clienti nell’est di El Salvador. Il gruppo ha anche altre tre filiali che forniscono il servizio in altre regioni del paese.

La distribuzione e la commercializzazione dell’elettricità è stata privatizzata nel paese alla fine degli anni ’90.

“Sono venuti per offrirci il servizio, ma non voglio fare un patto con l’azienda. Preferisco il nostro mini-impianto perché il beneficio è grande”, ha detto Ermelinda, e ha insistito sul basso costo dell’energia offerta dal piccolo impianto, mentre prendeva alcune bevande analcoliche dal frigorifero e le vendeva a un paio di clienti.

“Inoltre, non è paragonabile pagare un’azienda internazionale o pagare, meno, per uno sforzo comunitario che abbiamo fatto qui tutti insieme, che è il frutto dei nostri sforzi”, ha affermato con convinzione.

Traduzione di Francesca Grassia

Revisione a cura di Manuela Donati