La chiusura della Scuola italiana ad Asmara è la “conseguenza dell’assenza totale di tutti i governi” del nostro Paese, nessuno escluso: così alla ‘Dire’ padre Vitale Vitali, 45 anni di missioni nel Corno d’Africa, che solo a giugno in un’intervista con l’agenzia invocava un intervento di tutela. Secondo il missionario, “oggi c’è grande tristezza perchè l’istituto era un nostro fiore all’occhiello e rappresentava la speranza di dare un futuro a tanti ragazzi cambiando un po’ le cose in Eritrea”.

Padre Vitali riferisce che la Scuola statale italiana di Asmara è ormai “ufficialmente chiusa” dopo che negli ultimi anni si era aggravata la carenza di personale, con docenti italiani sempre più spesso assenti per periodi prolungati in patria e la conseguente assunzione di personale eritreo. “Già lo scorso anno – ricorda il missionario – il governo di Asmara aveva invitato tutti gli alunni a iscriversi alla scuola pubblica”.

Secondo padre Vitali sorprendono alcune reazioni della politica italiana, con accuse rivolte a questo o quel governo. “Bisognava attivarsi prima, dimostrando interesse e cercando una mediazione” dice il missionario. Tra le prese di posizione citate quella della Lega, che attraverso i deputati Paolo Grimoldi e Paolo Borchia oggi hanno denunciato il “fallimento” rappresentato dalla chiusura della Scuola. “Anche chi oggi è all’opposizione in passato ha avuto responsabilità di governo” dice padre Vitali. “Tutti gli esecutivi che si sono succeduti sono stati colpevoli: scagliare pietre, ora, non serve”.

A giugno, nell’intervista con la Dire, padre Vitali aveva chiesto un intervento “incisivo e decisivo” dell’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Oggi il missionario esprime timori anche rispetto a un’altra istituzione educativa in Eritrea, pure finanziata dall’Unione Europea. A preoccupare è il destino della Hagaz Agro-Technical School, gestita dai lasalliani e specializzata in zootecnia, agricoltura e trasformazione dei prodotti, dove ancora 300 alunni studiano e producono formaggio, yogurt, marmellata, vino e ortaggi. “Anche lì si rischia la chiusura” avverte padre Vitali: “Bisogna muoversi prima che, da un giorno all’altro, mettano i sigilli”.