Lush, la famosa catena di vendita di cosmetici, attenta a molti temi etici, è stata presa di mira per una posizione contro transfobia e omofobia.

Edimburgo, un gruppo di ragazzi ha attaccato un adesivo transfobico sulla vetrina del negozio LUSH. La risposta del punto vendita non è tardata ad arrivare.

Lush ha sempre avuto un occhio di riguardo per quanto concerne l’omofobia e il razzismo e anche questa volta ha difeso la comunità LGBTQ+ affiggendo fuori dal negozio un cartello che recita: “Per favore non entrare nel nostro negozio con segni di Covid-19, razzismo, omofobia, sessismo o transfobia“.

Molti altri punti vendita Lush, sparsi per tutto il mondo, hanno aderito all’iniziativa esponendo il cartello all’ingresso del negozio.

In un periodo delicato come questo, dove l’orientamento sessuale delle persone viene spesso messo in dubbio e dove le persone si dividono sempre di più in fazioni etichettandosi per definirsi, Lush ha mandato un segnale di inclusione e appoggio verso le “minoranze”.

La risposta del pubblico non è stata così positiva come si sperava, infatti è stato lanciato l’hastag #BoycottLush al fine di schierarsi contro la decisione dell’azienda e i commenti negativi sono stati tantissimi.

Purtroppo dopo molte critiche il negozio di Edimburgo ha deciso di ritirare l’insegna e cancellare i post sui propri social.

Fonte: MaiMa

La storia di Mark Costantine, cofondatore di Lush, è emblematica: abbandonato all’età di 2 anni, ha conosciuto la condizione di persona senza fissa dimora.

Conosce quindi molto bene la condizione di sofferenza delle persone discriminate, socialmente fragili e rifiutate.

La sua passione ambientalista e animalista lo ha portato a produrre, con grande successo, prodotti vegetariani, ecocompatibili e cruelty free.