Mauro Scardovelli, giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta, fondatore di Aleph – Biodinamica Umanistica (scuola di pensiero, di trasformazione e crescita personale) è un ricercatore che porta nella concretezza della propria vita le proprie scoperte. La sua mente è in grado di spaziare su diversi argomenti e la sua lucidità gli permette di creare collegamenti così da mostrarci una via, come un faro nella notte.

Qual è la sua visione sul mondo che viviamo oggi?

Oggi viviamo il culmine dell’ingiustizia, un’ingiustizia che colpisce tutti i popoli in tutto il mondo. Abbiamo un’elité di super ricchi che, attraverso la finanza, riesce a dominarci.

Questo sistema così ingiusto, infame e criminale si chiama neoliberismo e porta regolarmente allo sfruttamento, alla sopraffazione e alla guerra.

Può farci un excursus di come questo sistema è nato?

È cominciato tutto molto tempo fa, ma guardando la storia del ‘900 si riesce a capire bene cosa sta accadendo. Dopo la Prima Guerra Mondiale, gli Stati Uniti avevano imprese con magazzini pieni che dovevano smerciare. Gli americani erano un popolo sobrio: comprava solo le cose necessarie.

In Europa, non c’era grande domanda, perché era ancora distrutta.

Per alzare l’economia, occorreva creare una domanda interna.

Compaiono nella nostra storia due personaggi: Edward Bernays, nipote di Freud e Walter Lippmann, un editorialista molto conosciuto. Idearono la propaganda , che è diventata oggi la pubblicità .

Bernays utilizzò la psicanalisi per riuscire a rendere desiderabili dei prodotti che gli americani altrimenti non avrebbero comprato. Lippmann trasformò il mezzo dei mass media in una cassa di risonanza per i messaggi pubblicitari. Insieme, sono riusciti a trasformare l’America dei bisogni nell’America dei desideri. Da allora e ancora oggi, in America come in tutto il mondo, il popolo compra perché indotto dalla pubblicità.

La pubblicità rende la maggior parte delle persone condizionate: non pensano più con la loro testa, si compra perché è di moda. Che cos’è la moda se non un’induzione? L’oggetto non è importante perché utile ma come status-symbol.

In questo modo, il sistema neoliberista si è fatto strada nel mondo.

La società è la somma dei comportamenti individuali. L’individuo si forma nella società di appartenenza. Può spiegarci la relazione tra cultura e personalità?

Noi crediamo di essere liberi e in realtà siamo prevalentemente meccanici: facciamo cose di cui non sappiamo la motivazione. La persona che mostriamo agli altri è una maschera, una copertura della nostra anima. Da bambini, le maschere ci sono servite per difenderci, per essere benvoluti e accettati in un mondo a noi ignoto. Crescendo, continuare a portare quelle maschere ci porta a essere narcisisti e ossessivi, lontani da quello che è la salute della psiche.

Intelletto e cuore, in questa condizione, non sono uniti e sono molto suscettibili all’avvelamento del continuo condizionamento culturale. Sappiamo che il cammino dell’uomo è realizzare se stesso e per farlo deve conoscere se stesso: i veri desideri del cuore espressi attraverso una mente lucida. Questo lavoro richiede impegno e dedizione e per farlo, abbiamo bisogno di guide.

I maestri del nostro tempo sono pessimi maestri: aiutano le persone a distruggere se stessi e il mondo che abitano.

Cosa ci attrae verso gli atteggiamenti deleteri che assumiamo? Cosa ci rende propensi ad accettare le condizioni attuali?

Abbiamo due bisogni fondamentali: appartenenza e identità. L’appartenenza è la base in cui possiamo sentirci sicuri. Sentirsi estranei, in una situazione, non ci fa stare tranquilli e sentirsi estranei rispetto al sistema dominante è spaventoso.

È più facile seguire la corrente che risalire il fiume.

La paura della solitudine ci porta a nascondere la nostra identità. Ecco che per soddisfare il nostro bisogno di appartenenza siamo spesso costretti a mettere da parte noi stessi.

Questa società ci spinge verso mode, atteggiamenti, abitudini che sono lontane da ciò che può far bene all’uomo perché è una società fondata sull’economia non sul nostro benessere. Per il mondo di oggi, è importante la crescita economica e il benessere è visto come una conseguenza di essa, mentre il benessere di un individuo avviene quando egli realizza se stesso, conoscendo i propri desideri liberi dal condizionamento e contattando le proprie risorse interne.

È chiaro che un individuo di questo genere non è un buon consumatore: è troppo imprevedibile e troppo scaltro per accettare che qualcuno gli dica cosa deve fare, come deve pensare, vestirsi, mangiare…

Quando passiamo il nostro tempo libero in un centro commerciale, apparentemente lo facciamo perché è un divertimento, in realtà siamo lì perché non conosciamo noi stessi e non sappiamo che altro fare.

Per ritrovarsi e allontanarsi da atteggiamenti e situazioni deleteri occorre circondarsi di un nobile gruppo.

Che cos’è la paura?

È una reazione ad ampio raggio. C’è la paura fisica: entra un animale feroce in questa stanza e abbiamo un impulso a scappare o immobilizzarci. È un istinto. Poi, c’è la paura connessa alla cultura e alla situazione storica che si sta vivendo.

Questo tipo di paura fa presa sulle maschere narcisistiche e ci porta a non pensare liberamente, inducendoci a pensieri e azioni che non sono nostri e non contribuiscono al nostro benessere e alla nostra realizzazione.

Liberare l’io cosciente dalla paura è molto più facile che non liberare il mondo dal neoliberismo.

Quando l’io ha paura diventa combattivo e conflittuale.

In questo mondo, il modello economico homo homini lupus ci ha condotti a una lotta su tutti i livelli: esternamente, siamo l’uno contro l’altro e internamente, l’io lotta con le parti fragili che reputa deboli per la sopravvivenza.

A fianco alla paura c’è la rabbia. Oggi, c’è un alto livello di odio, di risentimento e di rancore che non ha neanche un oggetto preciso. Non si sa chi è la persona o la situazione che veramente odiamo, ma la tensione che accumuliamo deve scaricare e diventa la rabbia che dirigiamo verso tutto ciò che può mettere in crisi il nostro sistema.

Qual è il primo passo per iniziare la rivoluzione interiore?

Occorre, innanzitutto, capire che siamo condizionati. Quando diciamo io voglio questo, chi dentro di noi vuole queste cose? Sono io che lo voglio o è un condizionamento? Questa è la prima cosa.

Noi siamo frammentati: desideriamo e pensiamo contemporaneamente più cose, spesso in contraddizione tra loro sono. Questa frammentazione interna non ci consente di fare un’azione rivoluzionaria nel mondo e ci rende facilmente condizionabili.

Questa società è basata sulla separazione esterna e interna degli individui. Solo se ci si sente separati dall’altro, ci si può convincere a competere con l’altro e ad agire solo nel proprio interesse. Solo se siamo internamente frammentati in parti che tra loro non comunicano, possiamo accettare i paradossi del nostro quotidiano: una parte narcisistica di me stesso è convinta che la fama, il potere, la carriera siano obiettivi da perseguire anche se in me c’è una parte amorevole, solidale che vede la sopraffazione come un atteggiamento disdicevole.

Quando c’è questa separazione, è più semplice per chi ha potere creare una propaganda convincente.

Fino a tempo fa poco tempo fa, essere usurai era biasimevole; oggi chi vince miliardi in borsa è fiero di sé ed è anche stimato.

Frammentazione e condizionamento abbattono i valori che ci rendono umani e vengono sostituiti da valori culturali e mondo di oggi, ci portano ad assumere atteggiamenti dannosi e indecorosi.

Dobbiamo metterci in cammino verso l’unificazione dell’anima: trovare l’ io centrale che unifica tutte le parti di me. Dopo aver compreso di essere condizionati e frammentati, occorre fare la scelta di trasformare la situazione. È come se fossimo andati a una pessima scuola che ci ha frammentato ora dobbiamo andare a una scuola che ci fa integrare.

Ci sono scuole (la nostra, quelle di Marco Guzzi, di Marco Ferrino, di Romano Madera…) che accompagnano in questo lavoro.

Oggi è possibile incontrare gruppi che praticano il de-condizionamento, anche tramite internet è possibile reperire materiale valido. Cambiare noi stessi e il mondo è possibile.

Abbiamo la forza dell’anima che non si arrende di fronte a nulla, pronta a tutto pur di togliere le ingiustizie del mondo.

Un’azione concreta che potete fare adesso è anche firmare questa petizione: https://www.unialeph.it/petizione-popolare-nazionalizzazione-del-debito-pubblico-attraverso-il-btp-italia/  .

È stata creata da economisti esperti e firmata da me e Claudio Messora come fondatori. Questa petizione chiede di fare un’operazione che ci porterebbe fuori dalle difficoltà in cui versiamo. La cosa più importante adesso per italiani è che venga messa moneta nell’economia per aiutare famiglie e imprese.

È indispensabile per non avere una guerra civile ed è facilissimo: si tratta di invitare il popolo italiano a trasferire i soldi che hanno nel conto corrente e comprare BTP riservati.

In questo modo, lo Stato avrebbe a disposizione centinaia di miliardi per fare spesa pubblica.

C’è un messaggio che vorrebbe comunicare alle persone che stanno leggendo l’intervista?

Praticate il buon umore. Quando non c’è buon umore, c’è qualcosa che non va dentro di noi e non possiamo incolpare il mondo esterno. Impariamo a gestire il nostro umore. È possibile e doveroso vivere nel buon umore perché il mio umore contribuisce a creare le mie relazioni e perciò il mio mondo.

Allenare la capacità di contattare il nostro cuore e saper creare in noi uno stato di serenità, vale più di qualunque tesoro sulla terra. Anche nella peggiore condizione, si può a vivere bene e possiamo incontrare delle risorse nascoste in noi. Grazie alla forza dell’anima, siamo sempre liberi.

Sulla base di questo buon umore, possiamo, poi, unirci in gruppi, espandere la nostra gioia e creare un nuovo mondo.

Scherzate, giocate, fate divertire i bambini.

Come affrontare un momento di crisi e viverlo come un’opportunità?

Leggete libri che aiutino a evolvere la coscienza: Yogananda, Gandhi, Tich Nath Han, Krishnamurti…

Leggeteli lentamente, frase per frase, riflettendo e interiorizzando i messaggi. Vivete questi testi come se il maestro fosse lì vicino a voi. Evitate video, musiche, letture, film, programmi tossici.

Fatevi ispirare dai geni dell’umanità: attraverso il loro lavoro scopriamo strade che ci portano a incontrare la nostra anima.

Prima di agire, dobbiamo ritrovarci e riunificare la nostra mente. Siediti, calmati, non fare niente, ascolta Mozart e ritorna a te stesso.