La ‘rinascita della sinistra’ preoccupa un certo numero di persone in Italia.
Il libro di Tomaso Montanari, “Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’è”, pubblicato con coraggio da Chiarelettere poco prima del lockdown affronta il tema e cerca di delineare alcune possibili soluzioni.
In primo luogo Montanari fa  una critica severa all’azione della sinistra storica: il punto centrale dell’analisi è quello di governi di centro sinistra che hanno fatto politiche di destra: sul lavoro, sugli immigrati, sul pacifismo, sulla democrazia, sulla stessa costituzione.
Questa critica, puntuale, documentata, spietata e assolutamente condivisibile cerca anche di spiegare il disamore elettorale per i partiti di sinistra da parte di una fetta importante di persone che finiscono o per affascinarsi per i temi della destra (sicurezza, immigrazione, nazionalismo) o accrescere il numero degli astensionisti,  per disillusione o disgusto. Se la sinistra fa una politica di destra perché votarla?
Per Montanari costruire la sinistra vuol dire riprendere e sviluppare i valori fondanti, e lui ne identifica e chiarisce alcuni.
In primo luogo rimettere al centro la persona umana, la dignità della persona umana, l’importanza di ogni singola persona e dei diritti di quella persona: i diritti delle donne, degli immigrati, dei carcerati; un argomento particolarmente caro a Montanari è quello dei diritti degli immigrati, da tempo calpestati in modo bipartizan da tutti i governi di ogni colore succedutisi negli ultimi decenni.
La seconda: “la prima cosa per cui vale la pena combattere è la terra”; significativamente il capitolo dedicato all’emergenza climatica è intitolato “fraternità”, quasi a ricollegare il vecchio tema della Rivoluzione Francese a quello della crisi attuale. Questa priorità sarà scontata ma nello scorrere i programmi che i candidati governatori del centro-sinistra stanno presentando non si nota un particolare fervore ecologista né proposte concrete, più in là delle dichiarazioni a effetto. Montanari cita molto Francesco, sottolineando come le parole del Papa non abbiano prodotto un salto qualitativo nei programmi di sinistra, dove ancora la contrapposizione tra produzione e salvaguardia della salute e dell’ambiente non sembra minimamente risolta.
Democrazia e potenti: altra priorità decisiva, scalzare i potenti dal trono e ridare potere alla gente (ed anche risorse con il reddito universale di base). L’idea di sinistra è quella di una società non di un mercato: Montanari rivendica le conquiste sociali ottenute dalla sinistra (anche riformista) nel XX secolo; conquiste sociali che vanno difese e aggiornate, non rinnegate come strumenti di un mondo che se n’è andato.
Eguaglianza: ultima priorità che denuncia lo spaventoso dislivello mondiale tra ricchi e poveri, una forbice in costante aumento, alimentata dalla speculazione finanziaria; disuguaglianza che spinge le giovani generazioni verso i fanatismi, le false soluzioni, il terrorismo.
Ma Montanari sottolinea anche che per “insorgere” (“Insorgere! Risorgere!” si chiama l’ultimo capitolo) bisogna cambiare per primi se stessi, cambiare mentalità, smettere di credere nei capi, pensare con la propria testa.
E lì, con questo forte invito alla ribellione il libro ci lascia, quando ci stavamo aspettando una proposta. Forse l’Autore lo fa apposta, la risposta soffia ancora nel vento, la risposta ce la dobbiamo trovare da soli, senza che anche il buon Tomaso diventi un capo. Da un altro punto di vista il sospetto è che una proposta precisa tardi a manifestarsi, visti i vari bastoni tra le ruote e veti incrociati che hanno caratterizzato, negli ultimi tempi, tutti i tentativi di creare una forza politica “di sinistra” rinnovata e in grado di raccogliere i consensi di quella parte di elettorato “progressista” che ormai non sa più per chi votare.
Montanari ci prova a dare il suo contributo al dibattito e questo è buono; buono è anche il fatto di aver insistito con lui perché scrivesse un libro che lui esplicitamente dice non aver avuto tanta voglia di scrivere; buono infine, secondo me, prendere questi spunti per mettere il piedi una cosa che io chiamerei “alleanza per i beni comuni” che generi, dalla base della società, una nuova sinistra in grado di battere la destra non solo sul piano elettorale ma anche su quello del profondo cambiamento del paradigma culturale e degli obiettivi della società.
Tomaso Montanari
Dalla parte del torto.
Per la sinistra che non c’è
Chiarelettere, Milano 2020
€15