Dichiarazione di Massimo Pasquini, Segretario Nazionale di Unione Inquilini:
“Da Confedilizia giungono quotidianamente commenti esagitati e nervosi contro la proroga degli sfratti. Strano perché Confedilizia è responsabile della ripresa della sospensione degli sfratti in quanto negli ultimi venti anni ha ispirato e sostenuto tutte le politiche abitative di stampo corporativo di stampo liberista attuate dai governi che si sono succeduti. Non solo, proprio in tempo di pandemia Confedilizia, tranne qualche eccezione locale, si è opposta strenuamente alla ricontrattazione e riduzione anche temporanea degli affitti, cosi come si è opposta alla revisione dei valori dei canoni di locazione agevolati, oggi anch’essi insostenibili.
Questo produrrà e sta già producendo migliaia di richieste di convalida di sfratto in quanto centinaia di migliaia di famiglie non ce la fanno a sostenere affitti dopo avere subito il lockdown e connesso a questo licenziamenti, casse integrazioni, perdite di reddito. Stiamo andando incontro ad uno tsunami sociale di grandi dimensioni che produrrà effetti negativi sia su inquilini che proprietari al quale Confedilizia risponde con grida manzoniane sulla proroga sfratti. Sappia Confedilizia che in autunno avremo così tante nuove sentenze di sfratto per morosità che la proroga sembrerà solo un venticello autunnale.
Oggi coerenza e buon senso vorrebbe che affrontassimo la questione emergenza abitativa in maniera costruttiva e non alzando i toni. Bisognerebbe governare gli effetti della grave situazione economica creata dal covid. La sospensione degli sfratti, che a noi non piace perché alle famiglie in disagio abitativo servono case popolari a alloggi ad affitto sostenibile rapportato al reddito, è causata dalle poche case popolari a disposizione, da contributi affitto insufficienti e che ad oggi sono arrivati a pochissime famiglie. Senza stanziamenti di somme adeguate per contributi affitto decenti, senza una disponibilità di case popolari sufficiente al fabbisogno e avendo come orizzonte decine di migliaia di nuove sentenze di sfratto la sospensione degli sfratti è stato quasi un atto dovuto. La sospensione degli sfratti è la dimostrazione del fallimento delle politiche abitative finora attuate. Dovremmo invece che lanciare urla e strepiti lavorare nel periodo di sospensione per definire politiche abitative strutturali che affrontino e non peggiorino le condizioni abitative di milioni di famiglie in affitto. Basta con urla e difese corporative della rendita.
E’ il momento di affrontare le questioni strutturali che hanno reso la sospensione degli sfratti necessaria, non della riproposizione di rendite di posizione e di difesa corporative che non portano da nessuna parte”.