Seduti in cerchio, al parco, meditazione iniziale, proposte sul futuro e abbracci limitatissimi. Lunedì 6 luglio, dalle 19, nel parco della Montagola è tornato l’appuntamento fisso di Extinction Rebellion Bologna: l’aperitivo ribelle. Come di consueto, le attiviste e gli attivisti hanno incontrato i curiosi, spiegando in breve il movimento e poi hanno aperto un’assemblea interrogandosi apertamente sul futuro del gruppo bolognese nella nuova normalità post Covid-19

Dalla fine del lockdown ad oggi, praticamente tutti i movimenti, gruppi autonomi, partiti politici sono tornati in strada a “riprendersi gli spazi”, negati dalla pandemia. Una sorta di risposta “presente” all’appello imposto dal Covid- 19 su molte questioni sociali aperte prima della crisi sanitaria, che adesso sono ancora più pressanti. In queste settimane abbiamo assistito, oltre che al ritorno in piazza di vari partiti, all’approdo in Italia di Black Lives Matter, al ritorno di Non Una di Meno, al Pride ridimensionato, alle richieste degli infermieri e di quelle delle lavoratrici e lavoratori della scuola e dello spettacolo.  A questi, nella città delle    torri, si sono aggiunti diversi presidi e manifestazioni: in difesa dei Prati di Caprara, del popolo kurdo, di quello palestinese, il presidio per la liberazione di Patrick Zacki , da ultimo, le mobilitazioni contro il taglio degli alberi della zona intorno all’ex caserma Mazzoni.

In tutto questa frenesia di energie e rivendicazioni ci siamo chiesti, più di una volta, dove fossero finiti FFF e Extinction Rebellion. Abbiamo ipotizzato che movimenti così giovani e cosi “fisici” avessero potuto risentire in maniera drastica del Covid. Abbiamo riportato le nostre analisi e i dubbi direttamente alle attiviste e agli attivisti di Bologna. La risposta :” Siamo stati sempre qui. Abbiamo cercato di trovare il meglio dalla pandemia. Certo è stata dura non potersi rivedere e riabbracciare – viviamo di rapporto umano- ma per fortuna esiste Zoom! Lo abbiamo usato tantissimo! Abbiamo cercato di comprendere quello che stava succedendo, abbiamo fatto diverse formazioni on line.  Ci siamo rigenerati e in tutta Italia abbiamo ripreso forza, adesso anche qui a Bologna siamo pronti per riprendere le nostre azioni più radicali, ma in realtà non ci siamo mai fermati”

@vittoria sichi
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Fotoreportage @Vittoria Sichi

 

In effetti, sebbene l’ultima azione “radicale” a Bologna risalga all’irruzione in Consiglio Comunale in febbraio, il gruppo bolognese ha continuato ad intessere rapporti con le realtà cittadine, all’insegna di quello che chiamano “movimento dei movimenti”, l’unico modo efficace- secondo loro- di raggiungere la massa e concretizzare il cambiamento. Il gruppo bolognese è stato in prima linea nel progetto Don’t Panic, fornendo supporto organizzativo e volontari.

L’incontro è terminato al tramonto tra birrette e stuzzichini, ma con una novità: abbracci limitatissimi e solo con precauzioni. L’appuntamento con l’aperitivo è per lunedì prossimo, alla stessa ora. L’appuntamento con le azioni- assicurano- è a fine luglio.