Sparse ormai su tutto il territorio nazionale, le Stoviglioteche costituiscono una virtuosa iniziativa dal basso per limitare il ricorso alla plastica monouso, fornendo piatti, bicchieri e posate lavabili da utilizzare per feste ed eventi di vario tipo. Con l’emergenza coronavirus tutto si è bloccato ma l’auspicio è quello di poter ripartire in sicurezza, per porre un freno al rilancio dell’usa e getta, tra i pericolosi effetti collaterali della pandemia.

Oggi parliamo de La Stoviglioteca di Genova, una piccola realtà locale nata su base volontaria che cerca di riorientare la bussola sul riuso condiviso, offrendo un’alternativa all’usa e getta. Diffuse in tutta la Penisola e gestite da associazioni o privati, le stoviglioteche mettono infatti a disposizione a prestito gratuito kit di stoviglie per feste o eventi a buffet limitando così la produzione di rifiuti. Si pensi che secondo i dati di Legambiente ognuno di noi ne produce quasi due chili ogni anno tra piatti, bicchieri e posate di plastica. E la pandemia sembra aver portato con sé un pericoloso aumento del ricorso ai prodotti usa e getta. Come invertire la rotta?«È una questione di cultura e serve dare una spinta!». Parola di Sabrina Pontetilla, tra le ideatrici della Stoviglioteca di Genova, che abbiamo intervistato.

Com’è nata l’idea?
Abbiamo iniziato questa attività ad ottobre 2019 vedendo in rete altre iniziative del genere. Ci siamo dette: “Intanto si inizia nel piccolo, da un giro ristretto di amici, poi vediamo come va”. A livello pratico abbiamo aperto una pagina Facebook con tutte le indicazioni ed un album con le foto delle stoviglie che via via raccogliamo.

Come avete raccolto le stoviglie?
Abbiamo iniziato a cercare nei gruppi Facebook dove regalano oggetti, a volte appunto stoviglie. In questo modo abbiamo avuto in regalo qua e là piatti e bicchieri di plastica, posate, anche piccoli utensili: dall’apri-bottiglia, al coltello specifico per torte, al vassoio. Abbiamo radunato così un po’ di pezzi. Inoltre alcuni amici ci hanno donato anche pezzi nuovi, però per la maggior parte abbiamo cercato di riutilizzare prendendo da chi aveva utensili usati che altrimenti avrebbe buttato.

Chi si occupa della gestione della Stoviglioteca?
È a gestione volontaria, siamo un gruppo di famiglie che dal 2015 si riconosce col nome Comunità Educante “Asilo nel Bosco” Genova. Siamo quelle famiglie che hanno iniziato a fare attività outdoor per i bambini, quindi l’educazione in natura, la sensibilizzazione a certi temi. Negli anni il gruppo si è arricchito e diversificato anche perché cambiano l’età dei bambini e le esigenze delle famiglie.

Collaborate con altre realtà del territorio?
In questi anni ci siamo sempre appoggiati a SAFE, un’associazione di promozione sociale che ci supporta in tutto ciò che è la parte burocratica. Se abbiamo bisogno di partecipare a concorsi pubblici, iniziative con le istituzioni, lo facciamo tramite questa associazione.

Nasciamo però come gruppo volontario e anche la Stoviglioteca è portata avanti da famiglie. Non chiediamo nulla in cambio delle stoviglie se non una caparra di 20 euro che verrà ridata interamente, ad eccezione di accordi diversi con chi ha preso le stoviglie nel caso di danneggiamento.

Chiediamo la donazione a SAFE di 15 SCEC, che sono buoni solidali che in questo modo facciamo conoscere e girare. Per chi ha il conto avrà già degli SCEC cartacei o elettronici, per chi non lo ha è un modo per incentivare ad aprirlo gratuitamente senza nessun vincolo particolare. A chi vuole fare un’offerta in euro chiediamo di destinarla sempre a SAFE.

Che riscontro avete avuto?
Direi che le nostre stoviglie hanno girato, prima alle feste di compleanno di amici e in seguito la voce si è sparsa anche al di fuori del nostro stretto giro di amicizie.

Come funziona il prestito?
Di solito me ne occupo io. Abbiamo a Coronata un luogo al chiuso che utilizziamo con altre associazioni per diverse attività però dover andare a prendere là le stoviglie e distribuirle per la città diventava dispersivo per il tempo che occorreva. Allora ho deciso per il momento di tenerle in casa in due scatole e quando le persone le chiedono ci si accorda sul luogo del ritiro e della restituzione.

Come ha influito sulle vostre attività l’emergenza coronavirus e le misure che sono state adottate per affrontarla?
Come puoi ben capire da tre mesi è tutto fermo. Speriamo al più presto di riprendere.

Pensate di riuscire a riprendere le attività nel rispetto delle attuali norme igienico sanitarie?
Con altre mamme stiamo valutando la possibilità di confrontarci con altre stoviglioteche più strutturate e gestite direttamente da associazioni, per capire come stanno agendo e organizzarci di conseguenza. Il problema è che sono realtà talmente nuove che non esiste una regolamentazione in questi termini. Ovviamente noi sin dall’inizio ci siamo dotati di un regolamento interno che prevede che tutto sia pulito.

Con le altre stoviglioteche c’è quindi uno scambio, siete in contatto?

Sì, al momento siamo in contatto tramite il gruppo Facebook Piccole Stoviglioteche crescono. Qui anche chi sta avviando l’iniziativa trova consigli su come partire e sui materiali da prediligere.

La cosa bella è che tramite iniziative come le stoviglioteche si creano reti di persone che agiscono in prima persona: tanti “puntini” uniti in una sorta di firmamento. È davvero stupendo!

 

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