HA, HA, HA! Intelligenza Artificiale (IA)

Vi sono due tipi di sogni, quelli che rientrano nell’ambito della fantasia e quelli che soddisfano dei bisogni legittimi. I primi non andranno mai oltre la fase del sogno, i secondi occorrerà cercare di raggiungerli a tutti i costi finché non si realizzano.

Alcuni ripongono molte speranze nell’Intelligenza Artificiale (IA), tecnologia che ci consentirà di risolvere molti dei problemi che sono sorti nel corso del nostro sfrenato sviluppo industriale. Si spingono persino a considerare l’avvento di una nuova razza di automi che supererebbero la nostra intelligenza, favorendo il nostro ingresso in una nuova era che sarebbe difficile anche solo da concepire. Lasciamo l’inconcepibile alla fantascienza, che esplora sia i percorsi di quello che potrebbe essere il nostro futuro, sia i percorsi di universi improbabili e i semplici giochi mentali. L’intelligenza artificiale probabilmente va annoverata nella seconda categoria, per la quale intravedo un pericolo reale nell’investire troppo (in entrambi i sensi della parola) nei sogni prometeici che, nel frattempo, vedono i nostri problemi attuali accatastarsi e intensificarsi.

Dopo aver superato qualche reticenza ed essere stato convinto da qualcun altro, ho guardato un replay del documentario trasmesso su Arte, iHuman L’intelligenza artificiale e noi. Ho anche preso appunti: quello che ho sentito è stato così allucinante che è stato come un riflesso di autodifesa per resistere a una cascata di informazioni, a volte deliranti, a volte ansiose, da cui non sono riuscito a sfuggire per un’ora e mezza. Era difficile per me rimanere immobile davanti al mio schermo e, nella misura in cui ero determinato a scrivere sull’argomento, tanto valeva tenere traccia di ciò che aveva sconvolto il mio intelletto al punto che i miei ricordi rischiavano di essere alterati.

Questo documentario fa il suo esordio col dare la parola a degli amabili folli (ho cercato, ma non ho trovato niente di meglio!), dalla mentalità fantascientifica, i quali sono seriamente convinti che sia possibile creare un’intelligenza artificiale che superi l’intelligenza umana e che possa addirittura competere con Dio! L’altra parte del filmato cerca di spaventarci a morte a proposito delle applicazioni militari e la sorveglianza di massa già in atto o in fase di sviluppo. Vi sono alcuni timidi avvertimenti sui potenziali pericoli di tali applicazioni, che vengono immediatamente contrastati da un discorso deprimente sul tema “che ci piaccia o no, è troppo tardi, non si può più fare marcia indietro!».

Andiamo al cuore della questione con un’antologia di osservazioni che ho messo insieme:

“Questa tecnologia mette nuovamente in discussione il significato dell’essere umano…»

“Sarà una nuova forma di vita. Ci renderà antiquati.»

“L’IA è un’ottima cosa perché risolverà tutti i nostri problemi attuali, ma ne creerà anche di nuovi.»

“Saremo in grado di creare esseri completamente autonomi, capaci di perseguire i propri obiettivi. E poiché questi esseri diventeranno più intelligenti degli esseri umani, sarà fondamentale che i loro obiettivi coincidano con i nostri.»

“Non sappiamo quali potrebbero essere le conseguenze.»

“L’obiettivo finale della ricerca è quello di progettare un’intelligenza che possa fare tutto meglio di noi. Stiamo creando un vero Dio che rivoluzionerà la vita come la conosciamo.»

“Certo, le persone dovrebbero avere il diritto alla privacy rispetto all’orientamento sessuale o alle opinioni politiche, ma temo che in un ambiente tecnologico ciò sia fondamentalmente impossibile. Bisogna rendersi conto che non si può tornare indietro, non si può sfuggire agli algoritmi. Prima accettiamo l’inevitabile e inquietante verità che la sfera privata è arrivata al termine, prima potremo pensare a come preparare le nostre società all’era del post-privacy.»

Vi avevo avvertito, è pesante!

Convinti che ci troviamo di fronte a problemi che vanno oltre le nostre possibilità, questi teorici dell’Intelligenza Artificiale Generale* sognano di sbarazzarsene affidandoli a macchine che sarebbero più capaci di noi. Potrebbero anche sviluppare una forma di intelligenza superiore alla nostra. Ma allora, se questi super cervelli generassero altri problemi, non rischierebbero di essere di un tipo talmente nuovo che non saremmo più in grado di comprenderli o, peggio, di esserne consapevoli?

Cosa intendiamo esattamente per intelligenza? Francis Hallé, botanico ed esploratore che ha studiato forme di vita più primitive della nostra, come le piante, la definisce così: “Un essere vivente è intelligente se può risolvere tutti i problemi che incontra in vita e morirebbe se non li risolvesse.»

Ma se non hai davvero una vita, che tipo di intelligenza svilupperai? Si può parlare di intelligenza solo quando i neuroni vengono utilizzati solo per risolvere problemi che non ti riguardano? Voi stessi avete un “voi”?

Aggiungiamo a questo che l’intelligenza dell’essere umano non consiste solo ed esclusivamente nella risoluzione dei problemi vitali dell’esistenza. Essa eccelle anche in campi così lontani dai nostri bisogni primari come quelli dell’arte, per esempio? E ne ricaviamo immense soddisfazioni, che ci sembrano… di vitale importanza per il nostro sviluppo e la nostra prosperità. Ebbene sì! La nostra realizzazione fa parte dei nostri bisogni vitali, fondamentali, esistenziali, senza i quali la vita sembrerebbe scialba e banale. Non avrebbe senso e ci toglierebbe la motivazione a lottare per la nostra sopravvivenza. Le due cose sono intimamente legate.

Dovremmo anche parlare della impellente necessità di riunirci, di aiutarci a vicenda, di diventare una società. Sono tutte aree che rimarranno per sempre estranee all’immaginazione di una macchina (ammesso che ne abbia una) fatta di silicone e circuiti stampati, non importa quanti terabyte sia in grado di analizzare in un nanosecondo.

Ciò che gli esperti hanno detto in questo documentario è stato talvolta illustrato da esempi di IA in azione. Per esempio, abbiamo potuto ammirare uno strano automa, che assomiglia a un ragno d’acciaio, mentre un geek ** era entusiasta del fatto che “i vantaggi dell’IA superano di gran lunga i suoi difetti, quindi non ci fermeremo qui”. Sembra che ci sia davvero molta strada da fare! Un lungo cammino…

Devo però confessare che la mia prima reazione istintiva è stata quella di essere io stesso estasiato di fronte alle prestazioni del robot che non inciampava! Ma a chi era rivolto il mio elogio? Verso questo assemblaggio di parti meccaniche? No! Ai progettisti umani di ciò che rimane, nonostante tutto, un’impresa tecnologica.

Ci saranno sempre esseri umani dietro le macchine. Anche quando parliamo in maniera impropria di macchine autonome, esse sono autonome solo nel contesto dei compiti che attribuiamo loro. Siamo quelli che premono il pulsante che lancerà un drone per bombardare qualche covo di terroristi. Le autorità militari lo hanno capito una volta avuta la certezza che gli operatori assegnati a queste cosiddette missioni virtuali vivono abbastanza lontano da dove svolgono il loro lavoro. Il tempo trascorso a fare il pendolare da casa al luogo di lavoro serve come camera di decompressione psicologica prima di tornare alla vita normale di un marito, di un padre o di un vicino.

La pressione sarà sempre sulle nostre spalle, i robot non saranno in grado di farlo per noi. Sarà ancora più forte se cercheremo di sbarazzarcene a tutti i costi. Siamo l’unico depositario della nostra coscienza. L’unica via di fuga è l’incoscienza. Ma chi vorrebbe seriamente costruire un modello di società su un programma del genere? La Silicon Valley ha una reputazione per l’uso di droghe pesanti tra i suoi team di sviluppo, il che può spiegare in parte tutto ciò.

La seconda parte del filmato tratta di ciò che è già una realtà e che non è triste! O meglio, molto triste, addirittura deprimente. Droni, robot killer, reti di telecamere di sorveglianza, riconoscimento facciale… Benvenuti nel mondo di domani che inizia oggi! Sembrerebbe che mentre i nostri amabili folli continuano a fantasticare sulla comparsa di una nuova forma di intelligenza superiore, coloro che finanziano la loro ricerca non perdono tempo a deviare tutto ciò che già possono sfruttare dai loro progressi tecnologici verso obiettivi molto meno nobili dell’avvento di una razza superiore.

Il pericolo è reale, perché non dimentichiamo che dietro le macchine ci sono sempre gli uomini, e nell’uomo i migliori e i peggiori si trovano sempre fianco a fianco.

Alla fine del filmato, un commissario europeo, Vera Journova, lancia un avvertimento poco rassicurante: “Quando parliamo di riconoscimento facciale, a volte ripenso alle ore più buie della nostra storia, quando la gente doveva vivere in un sistema in cui una parte della società era accettata mentre l’altra era condannata a morte. Cosa avrebbe chiesto Mengele per avere un tale strumento? Permetterebbe una selezione molto rapida ed efficiente. È una visione apocalittica.»

È un pericolo che non possiamo escludere. Ma da dove nasce questa necessità di spiarci a vicenda, sia attraverso il voyeurismo (livello individuale) che la sorveglianza di massa (livello collettivo)? Da dove viene questa sfiducia generalizzata, ironicamente legittimata dalla crisi del coronavirus con l’uso di maschere e l’allontanamento sociale?

“Non ci sono estranei sulla Terra”, ci ricorda Cimade. Con i nostri telescopi giganti, abbiamo scansionato lo spazio ad anni luce di distanza, e finché non ci sono prove del contrario, non ci sono alieni nell’universo. Siamo soli. Nessuno contesta la nostra posizione in cima alla piramide evolutiva. Di chi abbiamo paura, allora?

Sembrerebbe che abbiamo paura di noi stessi, quello che siamo capaci di fare, quanto siamo capaci di andare lontano. Qualcuno deve fermarci. Da qui l’idea ridicola di sprecare ancora di più le risorse dell’unico pianeta che abbiamo: “Siamo in grado di fabbricare un cervello di silicio. Le prime Intelligenze Artificiali Generali saranno in realtà centri di raccolta dati molto, molto grandi, che saranno ad alta intensità energetica e consumeranno quanto 10 milioni di famiglie.»

Fantastico! 10 milioni di famiglie, quanti cervelli disponibili potrebbero essere usati per riprendere il controllo di noi stessi ed evitare di perderci nelle chimere? Abbiamo le risorse, sono totalmente ecologiche e riciclabili all’infinito, ed è dentro di noi che giacciono inesplorate. A volte abbiamo la tendenza a dimenticarlo.

C’era una volta un eminente studioso che sfidò Dio con queste parole: “Signore, ti sfido. Ora sono un tuo pari. Sono riuscito a creare la vita da una manciata di sporcizia.»

Dio rispose: “Interessante. Mostrami un po’ quello che sai fare.»

L’uomo si china allora per raccogliere una manciata di terra, ma Dio lo ferma subito: “Ah, no! Quello, mi appartiene.»

“I fatti non fanno paura, ma se avete intenzione di evitarli, voltare loro le spalle e scappare, è questo che fa paura.” Jiddu Krisnamurti

 

Traduzione dal francese di Maria Rosaria Leggieri

* Intelligenza Artificiale Generale, che sarebbe una tacca sopra l’Intelligenza Artificiale Amichevole. Ci sarebbe molto da dire per la semantica impiegata.

**Nel gergo di Internet, persona che possiede un estremo interesse e una spiccata inclinazione per le nuove tecnologie (NdT)

Informazioni sull’autore: Pierre Boquié

Grafico in pensione nelle Cévennes, Pierre Boquié ha scoperto da giovanissimo l’insegnamento di Prem Rawat, il quale regala strumenti pratici per conoscere sé stessi ed esplorare le proprie risorse interiori. Durante il suo percorso, Pierre ha potuto verificare l’attualità di una saggezza ancestrale, anello mancante dell’evoluzione umana, basata sull’equilibrio tra coscienza e sentimento. Attraverso testimonianze oneste e sincere, condivide la sua visione del mondo, le sue speranze in un approccio alla pace a livello individuale, e rende omaggio alla vita, il nostro bene più prezioso, e ai suoi innumerevoli benefici.

pierre.boquie@free.fr