Precise e puntuali le rivendicazioni per il diritto allo studio degli studenti universitari.

Oggi gli studenti di UniTo e PoliTo sono scesi in piazza per dare una scossa al Governo Piemontese rivendicando il diritto allo studio.

La manifestazione è stata organizzata da:

Il comunicato:

SCENDIAMO IN PIAZZA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO: VOGLIAMO TUTELE!

Secondo l’ultimo rapporto Svimez, la crisi economica e sociale dovuta al Covid-19 comporterà un calo di 10 mila immatricolazioni nelle università italiane.

Questo calo e le conseguenze socio-economiche che ne derivano spaventano il governo del paese, che dopo mesi di silenzio ha espresso la volontà politica di ampliare la notax area attraverso stanziamenti agli Atenei che si spera non rimangano ancora a lungo solo nelle parole pronunciate dal ministro.

I governi regionali non sembrano altrettanto preoccupati, tra questi la regione Piemonte che di fronte alle condizioni aggravate di molte e molti studenti non ha fatto nulla, se non perdere tempo a discutere della proposta di revoca delle borse di studio a chi viola la legge o i regolamenti interni degli Atenei. Noi siamo indignate/i, ci mobilitiamo e scendiamo in piazza perché non possiamo più aspettare i tempi comodi della regione, alla faccia delle necessità urgenti a cui dovrebbe rispondere! Ribadiamo ancora una volta le condizioni precarie di chi è studente universitario/a presso gli atenei della regione Piemonte e si trova senza reali tutele di accessibilità allo studio, in una situazione peggiorata dall’emergenza sanitaria e da come questa è stata gestita dalle nostre istituzioni. Pretendiamo che vengano prese tutte le misure necessarie e stanziati i fondi che spettano al DSU, a livello regionale e all’interno degli atenei, e lo ribadiremo il 30 giugno dalle ore 9.30 in Piazza Castello!

Borse di studio

La situazione di emergenza che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ci ha catapultato in una dimensione di didattica e di vita nuova e complessa, che ha in molti casi reso impossibile seguire le lezioni e sostenere gli esami; la Regione però sembra voler ignorare questa condizione in cui molti/e studenti si trovano, e si ostina a mantenere invariati i CFU necessari per accedere al bando per le borse di studio, compromettendo così la possibilità di tante e tanti di continuare a studiare a Torino e in Piemonte. A fronte di proposte imbarazzanti di “sconti” di 5 CFU, noi vogliamo un abbassamento dei criteri di merito di 12 CFU per i primi anni e di 18 CFU per gli anni successivi, in modo da tutelare concretamente gli e le studenti in difficoltà!

Residenze

Poco si parla di come abbiano vissuto la vita in lockdown gli/le studenti nelle residenze universitarie Edisu, vincolati/e a rimanere chiusu/e nella stessa stanza per dormire, mangiare (le cucine non sono ancora state aperte) e studiare (le sale studio interne alle residenze sono chiuse). Per quanto riguarda le aule studio sul territorio, Edisu ancora tentenna rispetto ad una possibile riapertura. Per quanto riguarda la connessione, fondamentale per la didattica e lo svolgimento degli esami, Edisu non ha fornito sufficienti strumenti o investito per potenziare la rete internet e renderla stabile. Il bisogno di una buona connessione internet è sempre stato trattato come un lusso non realmente necessario, è servita una pandemia per capire quanto invece sia fondamentale. È emersa in questi giorni la volontà degli atenei di candidarsi per ospitare le universiadi 2025, manifestazione sportiva multidisciplinare corrispondente ai Giochi olimpici. Mentre nessuna delle esigenze degli e delle studenti è stata ascoltata, si pensa ad investire milioni in un evento di questo tipo, con la promessa di residenze in futuro. Se si volesse investire sul serio in residenzialità universitaria basterebbe un investimento serio tra Regione ed Atenei (ricordiamo che ci sono ca 4’000 borsisti EDISU idonei/e non beneficiari/ie di posto letto ogni anno!)

Fuorisede

Vogliamo tutele per chi è studente fuorisede (33 mila solo a Torino) e da mesi vive nell’incertezza di come e dove proseguirà la propria vita universitaria. Forse la Regione ancora non si preoccupa dei numeri, ma dovrà iniziare a farlo dal momento che sono tanti/e coloro che stanno rescindendo il proprio contratto di affitto perché non possono permettersi di pagare ulteriormente un canone di affitto senza certezze sulla ripresa della didattica in presenza e in tanti casi hanno anche perso la fonte di reddito che gli permetteva di vivere a Torino. Tutte le promesse sulle tutele e sul supporto ai fuorisede si sono rivelate infondate e noi non possiamo continuare in questa situazione!

Tasse universitarie e didattica

Nell’ultimo semestre dell’anno accademico in corso la didattica è stata frettolosamente convertita al ribasso in una didattica telematica d’emergenza, non sempre valida né accessibile. Non sempre è stato possibile sostenere gli esami e non abbiamo usufruito di quasi nessun servizio in questi mesi. Le università ci hanno dato ben poche sicurezze, tra cui il pagamento per intero della terza rata contributiva, nonostante la didattica sia stata l’unico servizio “garantito” dagli Atenei. Per il prossimo anno accademico, che si svolgerà ancora in larga parte con la didattica online e che vedrà un peggioramento delle condizioni socio economiche di tutt*, vogliamo una contribuzione più bassa. Non possiamo aspettare settembre, servono garanzie subito!

Semestre Bonus

Quello che emerge da questi mesi di emergenza è un importante ritardo sulle carriere di tutte e tutti; ritardo in larga parte inevitabile e non dipendente dalle e dagli studenti, che peserà fortemente, da un punto di vista sia economico che accademico, su tutt* noi. Un semestre aggiuntivo consentirebbe a tutti/e di essere considerati/e in corso fino alla sessione di laurea autunnale dopo il primo anno fuori corso. Ad esempio, uno/a laureando/a triennale potrebbe laurearsi nell’autunno dopo il quarto anno di corso, uno/a laureando/a magistrale nell’autunno dopo il terzo anno di corso e così via, anche per le lauree a ciclo unico. Questa misura amplierebbe la finestra di sessione di laurea straordinaria dell’anno precedente (ad ora fissata tra marzo e aprile del primo anno fuori corso), dando a tutti/e un po’ di tempo in più per finire il percorso accademico. Questo provvedimento dovrà applicarsi a tutto ciò per cui è rilevante l’essere o meno in corso: tasse universitarie, voto di laurea, qualifica per le borse di studio e così via.

Queste sono le nostre richieste alla Regione, all’EDISU, e agli Atenei. Siamo stufe/i di chiedere certezze per il nostro futuro senza avere risposte!

#ILDIRITTOALLOSTUDIONONSINEGA

⚠️ ATTENZIONE: TUTELIAMOCI TUTTE E TUTTI! ⚠️”.

Le rivendicazioni:

 

Foto di Si Studenti Indipendenti: