“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli.” Martin Luther King

L’imprenditore statunitense Elon Musk, fondatore di Paypal, Tesla, SpaceX, ossia un programma spaziale privato recentemente candidato a un progetto lunare NASA e di Neuralink Corporation, ha recentemente dichiarato che probabilmente entro un anno la Neuralink metterà in commercio un impianto cerebrale per “correggere tutto ciò che funziona male nel cervello”, secondo la dichiarazione di Musk. Questa corporazione è un azienda di neurotecnologie che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili. Secondo Musk questa tecnología presto in commercio potrebbe evolversi in un’interfaccia neurale completa che consentirebbe la simbiosi tra uomo e intelligenza artificiale. “La fusione tra uomo e macchina è vicina”, afferma l’imprenditore “porterà alla modificazione delle relazioni umane, le persone saranno collegate tra di loro in un gigantesco cloud” ossia in uno spazio virtuale avente capacità di memoria inimmaginabili.

Immaginiamo che esista “un movimento culturale, intellettuale, e scientifico, che afferma il dovere morale di migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana e di applicare le nuove tecnologie all’uomo affinche’ si possano eliminare aspetti non desiderati e non necessari della condizione umana come la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento, e persino, l’essere mortali”.

Fantascienza? No, realtà. Scienziati di diverse branche come neurologi, ricercatori in biotecnologia applicata, nanotecnologi e studiosi di intelligenza artificiali, si uniscono assieme a filosofi sotto le vestigia di questo movimento nato non nell’anno Ford 632 alla seconda, ma nei primi anni del 1980. La meta sarebbe quella di manomettere la natura umana con l’idea di “migliorarla” e di prolungare l’esistenza terrena del corpo. Il presidente della World Transhumanist Association, Nick Bostrom, considera il transumanesimo un nuovo paradigma proiettato verso l’evoluzione dell’essere umano. Evoluzione però verso cosa e dove? Bostrom considera un transumano come una persona in cammino verso il postumano, un cammino che dovrebbe portare a un “miglioramento” psicofísico rispetto a un essere umano “normale”. Quali caratteristiche definiscano la normalità nell’essere umano, non è però chiaro così come non lo è cosa si intenda per miglioramento della specie umana. Il postumano sarebbe un essere con un’aspettativa di vita di oltre cinquecento anni, capacità cognitive due volte superiori rispetto a un umano attuale dotato di una capacità di controllo degli input sensoriali in grado di non provare sofferenze psicológiche, ossia in grado di avere un totale controllo sulle proprie emozioni attraverso l’uso di antidepressivi in grado di bloccare neurotrasmettitori e centri di controllo.

La personalità individuale, che esprime in parte la nostra ricchezza umana, verrebbe così stravolta; il mondo emozionale verrebbe quindi messo tra parentesi concepito come una sfera irrazionale su cui avere un férreo controllo e considerato un ostacolo alla costruzione del nostro benessere. Niente di più lontano dalle acquisizioni delle scienze dell’uomo contemporanee, che sono invece riuscite a connettere la dimensione cognitiva, quella emotiva, il piano delle azioni e quello dell’agire sociale. La mente umana sarebbe, secondo questo movimento, ricondotta a pure connessioni neurali. Sempre secondo il fondatore della WTA il postumano avrebbe tra le sue proprietà quella di avere un corpo in sintonía con i propri desideri e di creare copie di se stesso.

E se ciò che desideriamo non corrispondesse a ciò che necessitiamo per la nostra felicità e autorealizzazione? Eppure secondo la Dichiarazione dei principi Transumanista, il movimento sarebbe “fautore del benessere per tutti gli esseri senzienti (siano questi umani, intelligenze artificiali, animali o potenziali extraterrestri)”. Attraverso un’attenta selezione di embrioni sani, futuri postumani, avverrebbe l’eliminazione di esseri umani “con difetti e patologie”. Quali sarebbe allora le vite considerate meritevoli di vivere o meno? Chi lo deciderebbe? Scenari simili al film Gattaca in cui la selezione genética fa da sfondo alla storia. Attraverso la nanotecnología molecolare si impianterebbero microchips nel corpo umano, attivando e incrementando così alcune potenzialità umane dedicando un’attenzione particolare a quelle cerebrali, così come di fatto sta elaborando Elon Musk con la sua compagnia. I fini non sarebbero solo quelli terapeutici, ma specialmente di potenziamento del corpo umano. Visione molto riduzionista dell’uomo che lo ricondurrebbe alla pura materialità e lo definirebbe solo in base a ciò sarebbe in grado di percepire direttamente con i sensi senza considerare le sue potenzialità, la sua trascendenza ed esistenza di un qualcosa di non materiale.

Attraverso uno scanner si otterrebbe una scansione della matrice sináptica della persona con il fine di trasferire il vissuto individuale dal corpo dell’uomo a un altro corpo o a un’interfaccia materale-digitale per ottenere un cyborg, ossia un ibrido tra un essere umano e una macchina. Ancora non abbiamo capito il funzionamento del nostro corpo, alcuni sono alla ricerca di risposte a domande esistenziali ed invece di riflettere sull’origine della nostra natura umana si rimuove l’argomento pensando a come trasformarci a un qualcosa che di umano, forse, poco ha. A un qualcosa che forse è simile “a un OGM”, usando le parole di Marco Attisani, un transumanista italiano.

I transumanisti affermano che delle macchine aventi un’apparente intelligenza potrebbero essere definite come persone. Concetto di intelligenza sfuggente anche a noi che ci consideriamo tali senza prendere coscienza del rischio di un’estinzione globale di cui siamo in buona parte artefici. Secondo il cieco ottimismo deposto nella scienza dei membri di questo movimento, tra meno di un secolo tutto ciò che abbiamo letto, e molto di più, si compierebbe. Quale scenario ci aspetta di fronte a un mondo in conflitto in cui solo nel 2019 sono stati investiti quasi duemila miliardi di dollari (fonte report annuale SIPRI) in strumenti per uccidere? Basti pensare che il governo italiano si è recentemente impegnato ad aumentare la quota da 70 a oltre 100 milioni di euro al giorno per le spese militari NATO in un paese in piena crisi emergenza sanitaria. Forse allora invece di imparare a volare come gli uccelli e a nuotare come i pesci, dovremmo cominciare dalle basi da ciò che dovrebbe renderci “umani”, dovremmo imparare a camminare come fratelli di un percorso che condividiamo, cosi come suggerisce Martin Luther King.

Questo scritto vuole essere in parte il riassunto di un articolo che invito a leggere, il cui collegamento trovate a seguire,  di Elena Postigo Solana, professoressa associata di Bioetica e Antropologia presso l’Università Ceu di Madrid che affronta il tema ponendo profonde riflessioni. In seguito potete trovare il collegamento un seminario avvenuto a Montecitorio il 6 dicembre 2018 il cui tema era appunto il transumanesimo raccontato da Marco A. Attisani, un membro del movimento transumanista. Buona notte e buona fortuna.

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