Aggiornamenti sull’esperienza di convivenza con i lupi in Trentino.

Un aumento del numero di branchi (e quindi di lupi) in un’area comporta un conseguente aumento dei danni al bestiame e un inasprimento del conflitto con la zootecnia?

Questa è una delle false credenze che vede nell’espansione della popolazione di lupo un fenomeno non compatibile con la sopravvivenza delle attività zootecniche. In sostanza, per molti, più lupi significano più predazioni sul bestiame.

Questo non è reale, se le aziende zootecniche applicano le corrette strategie di prevenzione. E a comprovarlo ora c’è anche l’esperienza del Trentino. In questi grafici, tratti dal Rapporto Grandi Carnivori della Provincia di Trento, è evidente questo fenomeno.

Nel primo grafico vediamo l’evoluzione della popolazione di lupo in Trentino dal 2010 al 2019.

 

Fonte: Provincia autonoma di Trento. Servizio Foreste e Fauna

Un aumento costante del numero di nuclei riproduttivi, con un significativo trend positivo nel corso dell’ultimo anno, in cui si è passati dai 7 branchi censiti nel 2018 ai 13 presenti nel 2019. Ci si aspetterebbe di osservare un simile trend anche nei danni al comparto zootecnico. E invece è sufficiente osservare il secondo grafico per capire come la realtà sia totalmente diversa.

Fonte: Provincia autonoma di Trento. Servizio Foreste e Fauna

Tra il 2018 e il 2019 si osserva una netta diminuzione nel numero di eventi di predazione sul bestiame domestico (e una conseguente significativa diminuzione nei costi degli indennizzi forniti agli allevatori).

Come spiegare un simile trend, che smentisce la tesi di chi vede negli abbattimenti la soluzione al conflitto con la zootecnia?

Semplicemente con l’azione di moltissimi allevatori, che hanno deciso nell’ultimo anno di adottare sistemi di prevenzione (cani da guardia, recinzioni elettrificate, ricoveri notturni, ecc.) e proteggere il proprio bestiame in modo efficace e sostenibile. Questo è stato possibile anche grazie al contributo della Provincia, che ha cofinanziato parte dei materiali e delle tecniche necessarie e ha operato un’intensa attività di informazione presso le categorie interessate.

Convivere si può, come dimostrano sempre più esperienze, come questa dal Trentino. La soluzione al conflitto non sono gli abbattimenti, ma la prevenzione.

Luigi Casanova

Articolo originale pubblicato su Mountainwilderness.

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