Il comune di Pescara chiude il dormitorio senza fornire alternative ai più poveri tra i poveri, anche in riva all’adriatico per i senzatetto la disposizione governativa #restiamoacasa non è possibile

E’ più di una settimana che il governo italiano ha imposto ristrettezze a causa del coronavirus, necessarie per limitarne i contagi. Come tutti noi ben sappiamo, il rimanere a casa è fondamentale per limitare i danni di questa pandemia, e non c’è bisogno di ripeterlo nell’ennesimo articolo. Ma i decreti emanati da Conte fanno alzare un velo su una serie di effetti collaterali “secondari” che rendono le crepe di questa società sempre più profonde, evidenziandone i gap e i controsensi.

Il controsenso maggiore di questa pandemia è quello di esortare la gente a rimanere a casa ma contemporaneamente negare la possibilità di ripararsi ai senza tetto, chiudendo i dormitori a cui facevano precedentemente affidamento. Come è successo anche a Pescara.

Il 10 Marzo scorso, il giorno dopo del primo decreto restrittivo causa covid-19, il comune di Pescara ha chiuso anticipatamente il dormitorio in Via Lago S. Angelo in quanto si è constatato che tale luogo non è idoneo per fronteggiare l’emergenza, giustificando il lasciare in strada tanti senza tetto con l’arrivo di temperature più miti.

Un provvedimento che conferma l’inadeguatezza della scelta di ubicare il dormitorio nella ex scuola, sprovvista per giunta di docce e un numero sufficiente di bagni. Struttura che, visto il provvedimento emanato, non consente di adottare le corrette misure di prevenzione e sicurezza per senza tetto e operatori che li accolgono.

Bizzarro che la giunta di centrodestra il 6 marzo con delibera n.107 aveva prorogato l’utilizzo della struttura fino al 20 marzo 2020, “sia per scongiurare l’insorgenza di eventuali condizioni climatiche critiche, sia per verificare la successiva collocazione dei soggetti attualmente ospitati nella struttura” esigenze che magicamente sono sparite appena 4 giorni dopo, tant’è che nel provvedimento di chiusura si scrive “con le temperature che si stanno verificando, l’emergenza legata alle condizioni climatiche avverse sta pian piano venendo meno”.
E l’amministrazione comunale non si occuperà del ricollocamento dei senza tetto, lasciando l’incombenza di trovare le soluzioni adeguate all’associazione “On the Road” che opera da anni nel settore e alla quale va il nostro plauso per il suo costante impegno.

Con tali premesse vogliamo invitare l’amministrazione comunale a trovare soluzioni idonee per i senza tetto che vivono nella nostra città. Non si può sopperire alle loro esigenze solo in stato di emergenze o quando le condizioni climatiche sono avverse. Questa approssimazione e ottusità nell’affrontare seriamente la questione ci mette tutti in pericolo, in primis, gli appartenenti alle fasce più deboli” afferma Letizia D’Alberto, co-presidente dell’associazione politico culturale Coalizione Civica per Pescara.
Ribadiamo la necessità che la città di Pescara debba dotarsi di una struttura pubblica aperta tutto l’anno e 24 ore su 24. Una soluzione idonea negli spazi e nella composizione adeguata ad accogliere chi una casa non ce l’ha, e dove poter ripartire per un progetto di vita” concludendo “questo è il compito di chi amministra una città con senso civico e progettualità. Bisogna lavarsi le mani con il sapone per limitare il contagio del virus. Non per declinare le responsabilità”.