Sorgenia chiede alla Regione Toscana un rinvio di 180 giorni. Ecosistema Val d’Orcia: ora avanti con determinazione verso l’inchiesta pubblica, alle popolazioni non può essere negato il diritto alla consapevolezza e alla trasparenza.

Ancora sorprese sul fronte della Centrale Sorgenia in Val di Paglia. Ieri la responsabile della Direzione Ambiente ed Energia dalla Regione Toscana ha comunicato ai soggetti presentatori delle osservazioni alla VIA il rinvio del contraddittorio previsto presso gli Uffici del Settore Valutazione di Impatto Ambientale per il 9 marzo. Il rinvio è stato determinato, pare, dalla richiesta di Sorgenia, l’azienda che ha promosso il progetto di centrale geotermica a ciclo binario a media entalpia, di sospendere per 180 giorni l’istruttoria, allo scopo di fornire chiarimenti e integrazioni. Evidentemente le molte e puntuali osservazioni al progetto pervenute in Regione e la loro qualità analitica ha fatto vacillare la sicurezza fin qui mostrata dall’azienda proponente.

La posizione di Ecosistema Val d’Orcia da subito è stata chiara, ovvero che il contraddittorio nel chiuso delle stanze della Regione, con uno sviluppo peraltro di poche ore, non soddisfacesse la fondamentale esigenza di partecipazione democratica e trasparenza richiesta da parte dei cittadini e del territorio. Abbiamo infatti avanzato formalmente la richiesta di attivazione, a norma della legge regionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale, anziché un inconsistente “contraddittorio” in cui le parti si confrontano nel chiuso di una stanza, il procedimento di “inchiesta pubblica”, che prevede invece sessioni aperte al pubblico da svolgersi nei territori interessati, in modo da informare in maniera più trasparente e corretta, nonché di permettere la concreta rappresentatività delle popolazioni.

Superfluo infatti ricordare come il progetto, che impatterebbe sul territorio per decenni, ha suscitato osservazioni e critiche da parte di un vasto fronte: dalle amministrazioni dei comuni vicini, all’Unione dei Comuni, alla Soprintendenza, alle associazioni di difesa ambientale, agli operatori turistici, agli imprenditori agricoli, ai semplici cittadini.

Un procedimento, quello dell’inchiesta pubblica, tanto più dovuto dal momento che l’amministrazione del comune su cui sorgerà il progetto ha rifiutato la richiesta della cittadinanza di indire un referendum sulla liceità della delibera comunale che, escludendo dalle Aree Non Idonee all’installazione di impianti geotermici la zona della Val di Paglia, apriva di fatto le porte alla costruzione della centrale.

Il rinvio del contraddittorio, pertanto, può rappresentare una fondamentale occasione anche per la Regione di ricostruire un rapporto corretto rispetto alle forme di partecipazione previste dalla legge, che noi per primi ci impegniamo a sostenere anche con l’attivazione di una raccolta di firme strutturata e formalmente corretta per la richiesta di inchiesta pubblica. Troppe sono le criticità e i dubbi emersi: sul piano minerario, sul piano sismico e geologico, su quello paesaggistico, sulla sostenibilità economica e sociale, sugli impatti acustici, sulla strategia di sviluppo territoriale complessiva, per citare solo le principali.

Il territorio dell’Amiata e della Val d’Orcia merita rispetto, ascolto e attenzione: vogliamo sperare che chi ha responsabilità a livello regionale saprà riconoscerlo.

Ufficio Stampa Ecosistema Val d’Orcia

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