Oggi la Questura di Padova ha denunciato due giovani di Fridays for Future per “violenza privata” dopo un die-in da loro inscenato venerdì scorso nei locali di una famosa catena di moda veloce (“Fast Fashion”) [1].

Extinction Rebellion Italia apprende con sgomento la notizia di tale denuncia penale, e manifesta solidarietà ai due attivisti denunciati, sia perché ne condivide gli obiettivi, sia considerando che le pratiche del die-in sono fra le proteste nonviolente più usate anche dal movimento XR.

Per quanto riguarda gli obiettivi di una protesta svolta in una catena di fashion, XR intende evidenziare come l’uso sconsiderato delle risorse, come avviene nell’industria della moda, in un momento di emergenza climatica e di collasso ecologico mostra quanto siamo lontani dalla comprensione della portata e dell’urgenza della crisi che minaccia la nostra esistenza. Vuole inoltre chiarire che cosa si intenda con la pratica del “die-in”.

Il die-in è un modo di protestare pacifico e nonviolento in cui i partecipanti rimangono a terra per un breve periodo di tempo: un atto solenne che simboleggia il tipo di futuro che saremo costretti ad affrontare senza un cambiamento di sistema che metta un argine al collasso climatico ed ecologico. Non si caratterizza come protesta violenta e non danneggia cose né persone.

In particolare nei mesi scorsi Extinction Rebellion ha preso di mira l’industria della moda con i suoi die-in e le sue performance di forte impatto visivo, che si sono svolte in concomitanza con la London Fashion Week, di cui gli attivisti avevano chiesto la chiusura [2].

Dal maggio 2018 una branca di Extinction Rebellion (#XR52) che si occupa della filiera del fashion e dei danni che essa fa al Pianeta sta promuovendo un boicottaggio globale dei tessili nuovi di 52 settimane [3].

I motivi per aderire al boicottaggio sono molti: produzione enorme di rifiuti, spesso mandati direttamente all’inceneritore, utilizzo massiccio di acqua per la filiera, deforestazione per fare spazio a colture finalizzate al tessile, inquinamento chimico che influisce sulla biodiversità, violazione dei diritti umani e degli animali, emissioni di CO2, combustibili fossili che stanno dietro alle fibre sintetiche e che inquinano i mari, sfruttamento dei lavoratori della filiera…

Extinction Rebellion invita a usare tessili già in proprio possesso, comprare usato o scambiare e riparare e rendere migliori gli abiti che si posseggono già. Se per svegliare la popolazione su questi temi sarà necessario attuare azioni di protesta nonviolenta, come fatto dagli amici di FFF Padova, è quello che faremo.

Riferimenti

[1]  Alle denunce si aggiungono due avvisi di “pericolosità sociale”, sempre emessi dal Questore Paolo Fassari. https://www.globalproject.info/it/in_movimento/a-padova-due-attivisti-di-fridays-for-future-denunciati-per-un-die-in-a-zara-e-la-prima-volta-in-italia/22329?fbclid=IwAR0U8chBBAOqh03k6CryzPhDZFefBV7Esvu8EitBEoFoV1RcC6kgUxQUyrs

[2]

https://www.vogue.it/news/article/extinction-rebellion-vuole-boicottare-london-fashion-week-2019

https://www.nytimes.com/2019/10/06/fashion/extinction-rebellion-fashion-protest.html

https://www.dazeddigital.com/fashion/article/46000/1/extinction-rebellion-stage-climate-change-crisis-die-in-london-fashion-week-ss20

[3]

https://www.xrfashionboycott.com L’account Instagram del movimento (@ xr.boycottfashion /) mostra i ritratti di coloro che hanno aderito all’impegno di boicottare, dagli addetti ai lavori alla moda agli studenti di moda che descrivono dettagliatamente i motivi per cui si sono uniti a #BoycottFashion.