PUSH è un laboratorio di design per l’innovazione sociale. Attraverso la metodologia del service design puntano a trasformare le città e aiutare le comunità, le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni a innovare ed essere efficaci in modo sostenibile.

PUSH è un’organizzazione no profit che nasce a Palermo nel 2013 con lo scopo e lo spirito di portare innovazione sociale all’interno di contesti urbani. Progetta e sviluppa servizi con l’obiettivo di rendere le città più sostenibili e migliorare l’esperienza dei propri cittadini attraverso progetti di ricerca applicata, attività di partecipazione o iniziative di innovazione sociale.

L’idea, come afferma uno dei fondatori Domenico Schillaci “è venuta quasi per caso. Nel senso che noi abbiamo avuto l’opportunità circa sette anni fa, quando abbiamo cominciato le nostre attività, di vincere un bando promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca per un progetto legato al tema dell’innovazione sociale. Il progetto si chiamava Traffico 2 ed era legato alla mobilità. A partire da quello, abbiamo detto: perché non utilizzare e applicare lo stesso metodo anche ad altre tipologie di progetto? Perché non creare un gruppo di giovani ricercatori che cerca di sviluppare progetti e idee per migliorare le città e rendere i cittadini più felici? Con questa idea si è sviluppata PUSH e dopo sette anni, oggi, possiamo dire che stiamo riuscendo, non con poca fatica, nel nostro intento”.

PUSH è un gruppo di giovani con una visione del territorio illuminata che hanno compiuto una scelta imprenditoriale valida e coraggiosa. Sono professionisti con competenze eterogenee e complementari: dal design all’ICT, dai nuovi media ai modelli di business. Utilizzano un approccio di tipo orizzontale, “con una metodologia del design incentrato sull’utente e una finalità, quella dell’impatto sociale”, racconta Schillaci.  “La scelta di Palermo è dovuta a diversi fattori: molti di loro, infatti, ci sono nati, altri ci vivono ormai da tantissimi anni e, in particolare, volevamo contribuire a far sì che il nostro territorio potesse migliorarsi”.

Con questa idea e con metodi e approcci innovativi hanno affrontato criticità e problemi di una città in continuo fermento e attraverso la loro scommessa sono diventati attori protagonisti di questo inarrestabile processo di cambiamento, generando un notevole impatto positivo sul territorio.

Uno degli ultimi progetti e uno dei più importanti a cui stanno lavorando si chiama MUV ed è un progetto nato per incentivare la mobilità sostenibile all’interno dei centri urbani. Fino al 2020, PUSH coordinerà un consorzio di 14 partner di 8 diversi paesi europei – Belgio, Danimarca, Finlandia, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Spagna – in una ricerca che ha come obiettivo quello di migliorare la mobilità urbana applicando un approccio innovativo: incoraggiare i cittadini a muoversi in modo più sostenibile attraverso un gioco che mescola esperienza reale e digitale.

Il progetto mira ad accrescere la consapevolezza dei cittadini sulla qualità dell’ambiente urbano al fine di promuovere il passaggio verso scelte di mobilità più sostenibili e salutari. Il sistema MUV si compone essenzialmente di un’app che traccia i tragitti giornalieri degli utenti e premia quelli più sostenibili e di un network di stazioni di monitoraggio per la rilevazione di dati ambientali e la misurazione dell’impatto del progetto sulle aree interessate.

Gli ambiti di applicazione della ricerca da parte di PUSH sono molto vari. Uno dei progetti che mi ha entusiasmato maggiormente è Borgo Vecchio Factory. Borgo Vecchio è un antico rione del centro palermitano abitato per la maggior parte da famiglie con gravi difficoltà economiche. In questo contesto uno dei problemi maggiori è indubbiamente quello della dispersione scolastica.

In collaborazione con l’artista muralista Ema Jons, venti bambini e ragazzi, tra i 5 e i 15 anni, hanno partecipato a laboratori di street art doposcuola. I disegni e i dipinti prodotti durante i laboratori sono stati utilizzati come bozzetti per dei murales realizzati a più mani sui prospetti delle case del quartiere. Sono riusciti quindi a generare un forte impatto sia visivo che sociale attraverso l’educazione artistica non-formale e il coinvolgimento dell’intera comunità urbana, a partire dalle generazioni più giovani.

Infine permettetemi una digressione di carattere personale. Ho conosciuto PUSH durante l’Urban Thinkers Campus, un evento che hanno organizzato nel 2017 presso la fondazione Sant’Elia a Palermo. È stato un evento straordinario. Per un paio di giorni le stanze di quell’antico palazzo del centro di Palermo hanno respirato una ventata d’aria fresca. Interventi brevi, sia in italiano che in inglese, che raccontavano idee, progetti, processi, realtà sperimentate altrove, nel campo dell’innovazione sociale, in ambiti diversi tra loro, dalla bio edilizia ai circuiti di moneta complementare, dai nuovi modi dell’abitare ai processi di rigenerazione urbana passando per gli orti sui tetti.

L’ambizioso obiettivo era quello di ideare, discutere ed elaborare proposte concrete per il futuro di Palermo. Rimasi subito affascinato dall’organizzazione dell’evento e fu poi grazie a quei contenuti che è iniziato il mio percorso di approfondimento legato all’innovazione sociale in Italia. Grazie PUSH!

 

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