A Firenze il prossimo 19 Ottobre 2019 alle ore 9:30 presso l’auditorium Santa Apollonia in Via San Gallo 25A, si riunirà la ReTe dei comitati per la Difesa del Territorio per riflettere cosa fare, “davanti al fallimento di tutte le forze politiche” sulle questioni ambientali, del territorio, dell’energia, dell’acqua, della salute, delle grandi opere e di tanti altri progetti dannosi per i territori. Ne parliamo con Eros Tetti presidente della ReTe che da anni in prima persona, non con pochi rischi, porta avanti la battaglia per la difesa delle Alpi Apuane e oggi tenta di riattivare un’azione su scala regionale dopo le sconfitte che i territori hanno subito negli ultimi anni.
Cosa è oggi la Rete dei Comitati per la difesa del territorio?
La ReTe è un’interconnessione di tante realtà che si occupano su scala regionale, ma non solo, di tante tematiche di difesa del territorio: dalle questioni ambientali, della sanità e salute, del paesaggio, dell’energia, dell’economia, ecc. Un luogo di confronto, progettazione, studio, resistenza e creazione di alternative da opporre allo sfacelo della politiche locali che ormai sembrano non rispondere più agli abitanti ma a voleri che giungono anche da molto lontano. Forze politiche -tutte, nessuna esclusa- ormai arroccate che non sono più strumenti di rappresentanza del popolo. Quindi, per chiudere, ci opponiamo ai disastri imposti con proposte alternative facendo resistenza sui territori.
E come sta andando?
Malissimo! Negli ultimi anni sono state molte le sconfitte; noi ci siamo sempre posti in dialogo con le forze locali (politiche ed economiche) cercando di partecipare proponendo serie alternative e non solo opponendoci (ne è testimone anche tutto il percorso fatto per il piano paesaggistico della Regione Toscana) ma alla fine la politica ha scelto di stare dalla parte del profitto e non dei cittadini e del loro benessere. Siamo in una situazione emergenziale unica, non solo dal punto di vista climatico come ci ricordano i giovani di Fridays fro future e Earth Strike, ma anche dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
Perchè? Che cosa avviene in Toscana?
Siamo una costellazione di disastri! Dovunque il territorio è sotto attacco: si pensi che sono previsti dal Piano regionale cave 47 milioni di metri cubi da cavare per le Alpi Apuane e 30 milioni per la Val di Cornia nei prossimi anni, un disastro (non si dimentichi che le Apuane e la Val di Cornia sono terre di Parchi!!!). Si vuole trasformare l’Amiata in un polo geotermico come Larderello dove ormai la situazione è agghiacciante. Pensiamo poi ai SIN nel livornese ancora in attesa di bonifica, il passaggio dell grandi navi oppure il nuovo progetto di bio raffineria. Passiamo poi alla piana fiorentina e al nuovo progetto di aeroporto o l’impattante sotto attraversamento e così via passando per i disboscamenti selvaggi, inquinamenti di ogni tipo, discariche, inceneritori e via dicendo… Non ci facciamo mancare nulla! Sono ormai lontani i tempi in cui la Toscana era un faro di buon governo ed era “ovunque bella” come recita un progetto regionale. E l’emergenza dei nostri luoghi di vita è altissima
E quindi avete deciso di fare una lista per partecipare alle prossime elezioni regionali con la tua candidatura a Presidente?
Chiariamo bene. Tutto nasce dalla discussione su quanto ho detto in precedenza: di fronte alla gravità della situazione, alcuni attivisti hanno lanciato un documento in cui prospettavano l’urgenza di una battaglia basata su tre punti e su cui da tempo si stava ragionando. I punti sono i seguenti: 1) Lanciare in ogni territorio della Toscana, laddove ancora resiste il “Buon vivere toscano”, tanto nelle città che nelle montagne, la costruzione di forme articolate di economia integrata alternativa al modello dominante, inquinante ed energivoro diffuso anche in Toscana; 2) Lanciare una serie di Referendum regionali per abrogare tutte le leggi regionali (su cui si può indire un referendum) che si collocano contro la Natura; 3) Costruire una Lista autonoma da ogni orientamento partitico e della politica italiana, una lista civica e costituita a partire dai Comitati e dalle rappresentanze libere dei territori. Nel documento mi si chiedeva -e per me è un grande onore- di mettermi a disposizione, in quanto figura unitaria (essendo Presidente della ReTe e di uno dei comitati più grandi, Salviamo le Apuane) in qualità di candidato alla Presidenza della Regione Toscana. Ci ho riflettuto, superando non pochi problemi e perplessità soggettive ed oggettive, ed oggi è evidente che la costruzione della Lista sia un mio desiderio. Ne abbiamo discusso molto anche nella Giunta ma la decisione non può che essere dell’Assemblea dei Comitati e, dunque, il 19 ottobre, a Firenze, chiederò ai Comitati della ReTe ma anche ad altri soggetti che si sono dichiarati interessati a stare nell’iniziativa, di approvare i tre punti programmatici, fra cui la Lista.
E’ una scelta coraggiosa: avete fatto delle previsioni sull’effettiva capacità di attrarre elettorato?
Sentiamo il vento… Molti segnali ci dicono che -di fronte allo scadere della politica, all’egoismo di parte, ai pericoli per il Pianeta, all’incapacità dei governi di reagire con efficacia, all’eternità ormai delle crisi economiche, alla mancanza del lavoro e del futuro- una parte crescente dell’elettorato non crede più alle forze politiche e cerca una nuova rappresentanza e sentiamo che questa gente vuole tornare alla semplicità delle scelte, a una politica di buon senso, a misura d’uomo, che sia attenta ai bisogni che il popolo esprime, alle sue sofferenze ed insofferenze, che ascolti, che sappia coniugare l’Economia e la Natura (cioè il Bello e l’Utile), che pensi ai giovani, che riparta dai territori e dalle economie locali così ricche di risorse inutilizzate, dai nostri straordinari prodotti e bellezze e dalle tante culture ed identità locali delle sue Province. Insomma: che recuperi l’identità della Toscana che si sta perdendo. Noi, qui in Toscana, chiamiamo la sensazione di benessere che ispira -nel Mondo!- la nostra Regione, il “Buon Vivere Toscano” e cioè attenzione allo stare bene (mangiare bene, bere bene, stare in compagnia, vivere il bello dell’arte e dei paesaggi, stare all’aria aperta ed essere gioiosi, allegri e solidali. Per noi, l’economia, il lavoro, il welfare, la politica deve ripartire da qui, ma con grande serietà, competenza, concretezza, esperienza (e qui ci sorreggono tanti supporter del mondo produttivo, amministrativo, universitario, così come i nuovi contadini, i comitati locali, le rinate comunità di paese, di luogo, ecc.). Le tantissime telefonate ricevute dal momento in cui questa ipotesi ha iniziato a girare sui social ci dicono che il vento è favorevole… e non è solo una sensazione autunnale.