Il 2 ottobre scorso si è tenuta la prima udienza del caso Cipro, ma sembra che nessuna agenzia abbia diffuso notizie in merito. Il caso in questione è quello della ragazza inglese di diciannove anni, che nel luglio scorso aveva denunciato di essere stata violentata da un gruppo di giovani israeliani in un hotel di Ayia Napa, nell’isola di Cipro. Sottoposta ad interrogatorio da parte della polizia cipriota, aveva poi ritrattato l’accusa. Le motivazioni di questo gesto erano state rese note successivamente, dando vita ad un caso internazionale. Cinque degli israeliani vennero liberati il 25 luglio, dopo che non fu trovata alcuna prova che li collegasse al caso. I restanti sette tornarono in libertà tre giorni dopo il ritiro delle accuse di stupro.
Secondo la ragazza, le autorità avevano ottenuto la ritrattazione operando pressioni e coercizioni psicologiche. Non è stato reso noto se esistano referti medici che attesterebbero la violenza subita: in questo caso, essa sarebbe inconfutabile. Michael Polak di Justice Abroad, l’organizzazione internazionale creata per aiutare coloro che cercano di farsi strada attraverso i sistemi giudiziari stranieri, con tutti gli ostacoli che presentano, e che è l’unica ad avere diffuso informazioni circa l’udienza del 2 ottobre, ha commentato: ” questo rimane un caso molto importante per testare l’adesione dei tribunali ciprioti ai diritti sanciti dalla Costituzione, dalle disposizioni della Convenzione Europea e dalle direttive dell’Unione Europea direttamente applicabili in materia di giustizia. È importante che il procuratore generale cipriota consideri fermamente l’interruzione della questione nei confronti dell’adolescente che è un denunciante per stupro e ha trascorso in carcere un periodo significativo di reclusione ».
In un comunicato diramato da Justice Award, il 27 agosto, giorno nel quale presso il Tribunale distrettuale di Famagosta si è tenuta la prima udienza per il caso, la ragazza è stata rappresentata da un team di legali dell’organizzazione, composto da Lewis Power, un avvocato di alto livello del Queen’s Counsel, dall’avvocato cipriota Nicoletta Charalambidou, esperta sostenitrice dei diritti umani, e da Ritsa Pekri, esperta di diritto penale.  Nel comunicato si legge, tra l’altro : “ Il team ha presentato un appello di non colpevolezza, basato sullo stato di vulnerabilità della ragazza, già sotto shock per lo stupro e, a suo dire, costretta al ritiro della denuncia. Inoltre, è stato posto all’attenzione il fatto che la ragazza era stata trattenuta per ben 8 ore nella stazione di polizia senza un avvocato, e su come l’adolescente e la sua famiglia intendano far valere i propri diritti ai sensi della Convenzione europea, della legge costituzionale cipriota e delle disposizioni dell’Unione Europea.
L’accusa dovrà ora dimostrare che la dichiarazione di ritrattazione non è stata ottenuta attraverso l’oppressione o altre circostanze che avrebbero potuto renderla inaffidabile, al di là di ogni ragionevole dubbio. Inoltre, dovrà provare che la ragazza abbia mentito, portando prove concrete.
Durante l’udienza del 2 ottobre, l’ufficiale Nicoletti della polizia cipriota, è stato chiamato a testimoniare. Nicoletti ha confermato di aver guardato le prove video del caso, confermando che non esistono prove che mostrino sesso consensuale con il gruppo di giovani israeliani. L’agente Nicoletti ha aggiunto che un testimone israeliano ha dichiarato di essersi trovato fuori dell’hotel dove alloggiava la ragazza, imbattendosi in 5 dei giovani connazionali. Alla domanda se stessero andando in discoteca, i giovani hanno risposto che stavano andando nella stanza di una ragazza inglese, e che tutti intendevano ‘ fuck her ”, dicendolo in in un ‘ modo cattivo e aggressivo ‘.
Michael Polak di Justice Abroad’s ha dichiarato: “Siamo soddisfatti del modo in cui le prove sono emerse oggi in tribunale e rimaniamo fiduciosi che giustizia sarà fatta per la nostra cliente, che ha subito un terribile crimine a Cipro e ha bisogno di tornare alla sua vita e alla sua casa..”
Secondo la Convenzione di Istanbul, alla quale si riferiscono i legali di Justice Award , “ la violenza di genere viene considerata come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione (Art. 3, lettera a) ”. I Paesi dovrebbero esercitare la dovuta diligenza nel prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire i colpevoli (Art. 5). La Convenzione stabilisce precisamente le forme di violenza, quali la violenza psicologica (Art. 33) e gli atti persecutori e stalking (Art. 34), nonché il reato di stupro (Art. 36).
Nel caso in cui venissero accertati i reati, commessi sia dai presunti stupratori che da parte della polizia, il caso potrebbe diventare un precedente nella storia giudiziaria europea .
Il processo è stato aggiornato al 15 ottobre, mentre continua la raccolta fondi on line, istituita dalla famiglia per sostenere le spese processuali.