La nuova, ennesima crisi di governo, non è un regalo per gli italiani. A dire il vero , si tratta di un autogol realizzato da un popolo allo sbando soprattutto dopo i nefasti governi di Berlusconi e la deliquescenza della socialdemocrazia alla PDS e PD, specie alla salsa renziana, e la sparizione elettorale della sinistra progressista dopo la bella illusione vendoliana. Noi Italiani stiamo dando prova, da più di venti anni, di volatilità e d’incertezza, soprattutto di opportunismo politico e di egoismo corporativo sociale. Sullo sfondo di una società sempre più xenofoba e violenta, cinica e persino volgare, siamo stati facile preda, come piuma la vento, dii salvatori della patria improvvisati, incolti di cui l’ultimo in auge, il Barbaro, avrebbe aumentato il consenso in suo favore dopo aver chiesto apertamente agli Italiani, una decina di giorni fa, di dargli “i pieni poteri”; e ciò in aperta violazione della Costituzione della Repubblica italiana (lui, vice-primo ministro del governo !!)

Gli Italiani non sanno più bene se devono credere nella politica e nella democrazia, gli stessi politici avendoli invitati frequentemente a ridurre “i costi” della politica, a diminuire i membri eletti del parlamento, a privatizzare i beni e servizi essenziali per la vita. Non sanno più nemmeno se devono preferire lo Stato del welfare o il regime di assicurazione privata generalizzata all’americana USA per cui seguono subito con entusiasmo un qualsiasi affarista politicante che promette loro di ridurre le tasse. Non hanno più la pallida idea di sapere se devono essere favorevoli all’Unione europea pur nell’ostilità necessaria all’attuale unione anti-sociale, ineguale e oligarchica per cui s’imballano con faciloneria per le dichiarazioni “fuori dall’Europa” di agitatori incoscienti obbligati a ritrattare tutte le velleità proclamate. Sanno pero’ che i colpevoli dei loro problemi sono i nemici esterni gli altri, soprattutto gli arabi, specie i mussulmani, e tutti i migranti che hanno invaso il nostro paese – e desiderano continuare a farlo – per beneficiare a sbafo della nostra sicurezza sociale (sic!), della nostra ricchezza (!) e distruggere la nostra civiltà, i nostri valori, la nostra identità.

Spero di non sbagliare, la mia lettura della crisi è che il Barbaro ha creduto che era venuto il momento di accelerare i processi, di acchiappare la disponibilità di un popolo da tempo allo sbando di darsi in braccio ad un capo forte, furbo, volitivo, che si dichiara “uno come noi”, capace di parlare con le nostre parole, anche volgari, di dare certezza, e di rinvigorire e difendere gli interessi degli italiani contro “i poteri prepotenti” europei (intendi, Germania, Francia…). Ebbene compiendo questa accelerazione, il Barbaro ha commesso un grave errore politico: ha sottovaluto la reazione di difesa non solo delle altre forze politiche rappresentate in parlamento ma anche di una parte incerta e insicura del popolo italiano, impauita dalla richiesta dei “pieni poteri” formulata dal Barbaro. Si è cosi rapidamente formata una reazione di “union sacrée” contro “i pieni poteri” e quindi di opposizione a nuove elezioni politiche che diventerebbero automaticamente un plebiscito per o contro il Barbaro.

Certo, nella formazione dell'”union sacrée” non mancano gli opportunismi politici, le incoerenze e le ambiguità. E’ però salutare constatare che di fronte alla spudoratezza di un candidato dittatore molti Italiani stanno reagendo con forza e dignità, ritrovando la vecchia bussola della democrazia rappresentativa e del rigetto del potere di uno. Non è molto ma è sufficiente per ritrovare alcuni cammini chiari e fondamentali sulla via della costruzione di una società giusta, fondata sul diritto al lavoro, ugualitaria, dinamica, proiettata verso un futuro comune anche di fraternità e di pace. Il tutto dipenderà dalla consistenza della coerenza e convinzione delle forze ostili all’idea di abbandonare il futuro dell’italia nelle mani di un barbaro.