L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, l’UNICEF e la Campagna Globale per Uguali Diritti di Cittadinanza lanciano un appello affinché vengano intraprese azioni urgenti volte a modificare le norme in materia di cittadinanza che discriminano in base al genere e che costituiscono la causa principale dell’apolidia infantile nel mondo.

Un nuovo rapporto pubblicato questa settimana dalle tre organizzazioni sottolinea che in 25 paesi esistono ancora leggi che negano alle donne il diritto di trasmettere la propria cittadinanza ai loro figli allo stesso modo dei padri, mentre in tre paesi esistono inoltre leggi che impediscono agli uomini di trasmettere la propria cittadinanza ai figli nati al di fuori del matrimonio.

“Non mi piace essere apolide, non è giusto. Tutti i miei amici possono spostarsi, io no. Sono triste, tutti i miei amici hanno una carta d’identità, mentre io non ce l’ho,” spiega Rama, in Libano.

“Non poter trasmettere la cittadinanza a mio figlio sulla sola base del mio genere è sconfortante e disumano. Perché in quanto donna non posso avere gli stessi diritti che un uomo ha nella mia stessa situazione? Spero che il Governo affronti presto la questione,” afferma una madre bahamense.

“Queste leggi discriminatorie possono rendere i bambini apolidi, escludendoli dalla possibilità di avere una cittadinanza, limitando il loro accesso a diritti di base quali istruzione e cure mediche, ed esponendoli a discriminazione nell’arco della loro vita. L’apolidia per i bambini comporta inoltre il rischio di violenze, abusi e tratta, oltre ad esporre i più piccoli e le loro famiglie all’arresto e alla detenzione,” ha dichiarato Grainne O’Hara, Direttore dell’UNHCR per la Protezione Internazionale.

Benché norme discriminatorie rispetto al genere in materia di cittadinanza fossero spesso normali in passato, oltre l’85% dei paesi nel mondo ha implementato riforme volte a garantire che tali leggi imponessero il rispetto dell’uguale diritto di uomini e donne di trasmettere la propria cittadinanza ai loro figli, tra cui, più di recente, Madagascar e Sierra Leone.

La Coalizione guidata da UNHCR e UNICEF per il diritto di ogni bambino alla cittadinanza e i suoi partner, tra cui la Campagna Globale per Uguali Diritti di Cittadinanza, hanno compiuto ingenti sforzi per porre fine alla discriminazione di genere presente nelle leggi in materia e garantire il diritto ogni bambino a una cittadinanza.

La Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna sancisce la parità di diritti tra madri e padri in materia di trasmissione della cittadinanza ai propri figli, e la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, ratificata da quasi tutti gli Stati, afferma che tutti i bambini hanno il diritto di acquisire una cittadinanza alla nascita, senza discriminazioni sulla base del sesso del genitore che la trasmette.

“Prima di questa legge non avevo la cittadinanza marocchina. Mi sentivo diversa dagli altri. Ora però posso fare quello che voglio, come tutti gli altri bambini,” dice Halima, cui la madre ha potuto trasmettere la cittadinanza marocchina in seguito alle riforme realizzate nel 2007.

“Nessun bambino sceglie di essere apolide – non possono farci niente, ed è qualcosa che spesso nemmeno i loro genitori possono controllare. Le conseguenze per i bambini possono essere devastanti, facendoli sentire esclusi, isolati e incapaci di rivendicare i propri diritti. Porre fine alla discriminazione di genere nelle leggi in materia di cittadinanza è fondamentale per sconfiggere l’apolidia infantile e garantire che ogni bambino possa realizzare le proprie ambizioni e i propri sogni per il futuro,” ha dichiarato Cornelius Williams, Associate Director per la Protezione dei Minori di UNICEF.

In tutto il mondo, sono milioni le persone prive di cittadinanza. Secondo i dati di 78 paesi gli apolidi nel mondo sarebbero circa 3,9 milioni, ma il loro numero potrebbe essere notevolmente superiore.

L’UNHCR è ormai giunto a metà del periodo previsto per la campagna globale di 10 anni per porre fine all’apolidia, #IBelong, e nel mese di ottobre a Ginevra si terrà una riunione di alto livello per valutare i risultati finora raggiunti, comprese le iniziative volte a modificare le norme discriminatorie in base al genere, e per esortare gli Stati ad assumere impegni concreti su questa e altre questioni relative all’apolidia.

“Le leggi in materia di cittadinanza che discriminano in base al genere colpiscono negativamente i bambini, negano alle donne uguale dignità in quanto cittadine e ostacolano lo sviluppo sostenibile. Ma questo problema, per quanto enorme, ha una soluzione molto semplice. I governi possono dimostrare il loro impegno in materia di parità di genere e per porre fine all’apolidia infantile mettendo in atto riforme che sanciscano pari diritti di cittadinanza per uomini e donne,” ha dichiarato Catherine Harrington, Responsabile della Campagna Globale per Uguali Diritti di Cittadinanza.

Comunicato stampa congiunto di UNHCR, UNICEF e Campagna Globale per Uguali Diritti di Cittadinanza.

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