Il commento di Prince Alfani, coordinatore medico di MSF in Libia:  Il bombardamento del centro di detenzione di Tajoura la scorsa notte, che ha ucciso decine di migranti e rifugiati, è una tragedia orribile che poteva essere facilmente evitata. 

Al momento dell’attacco, oltre 600 uomini, donne e bambini vulnerabili erano intrappolati nel centro. I nostri team hanno visitato il centro proprio ieri e hanno visto 126 persone nella cella che è stata colpita. I sopravvissuti sono estremamente spaventati per la loro vita. MSF ha ricevuto chiamate di soccorso dalle persone nel centro e ha trasferito all’ospedale di Al Najat quattro feriti gravi dal Tripoli Medical center, una delle strutture sanitarie in cui il ministero della salute libico e la mezzaluna rossa hanno trasferito i feriti. 

 Non è la prima volta che migranti e rifugiati finiscono nel fuoco incrociato del conflitto a Tripoli. Dall’inizio dei combattimenti a inizio aprile, ci sono stati diversi attacchi all’interno o nei pressi dei centri di detenzione nell’area di Tripoli. Appena otto settimane fa, nel centro di detenzione di Tajoura, frammenti da un’esplosione hanno distrutto il tetto nell’area riservata alle donne e hanno quasi colpito un bambino. 

La realtà di oggi nel paese è che per ciascuna persona evacuata o ricollocata quest’anno, un numero più che doppio di persone è stato forzatamente riportato in Libia dalla guardia costiera libica, sostenuta dall’Unione Europea. 

Invece di vuote condanne, oggi più che mai serve un’urgente ed immediata evacuazione dalla Libia di tutti i rifugiati e migranti rinchiusi nei centri di detenzione. Oggi, ancora una volta, inazione e disinteresse sono costate la vita di rifugiati e migranti vulnerabili.” 

MSF lavora in Libia dal 2011. Da oltre due anni, fornisce cure mediche a rifugiati e migranti nei centri di detenzione che rientrano formalmente sotto l’autorità del Ministero dell’Interno del paese e del suo Dipartimento per combattere l’immigrazione illegale (DCIM) a Tripoli, Khoms e Misurata.