Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori guidati da Craig L. Stewart, del National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa), ha analizzato la velocità di scioglimento del ghiaccio alla base della Barriera di Ross o Ross Ice Shelf, la più grande piattaforma glaciale dell’Antartide. Secondo gli scienziati questa tavolata, che possiede l’estensione della Francia, sta perdendo massa basale molto più rapidamente di quanto si pensasse:circa 10 volte più velocemente del previsto, a causa dell’afflusso di acqua calda”. Il rischio è la sua stessa vita e la stabilità dell’intera Antartide.

A seguito della ricerca condotta in quattro anni, il team ha raccolto i dati da un “ormeggio oceanografico installato sotto la Barriera di Ross”, apposto dai ricercatori della Niwa.

“La stabilità delle piattaforme di ghiaccio è generalmente correlata alla loro esposizione ad acque oceaniche profonde e [più] calde, – spiega Stewart – tuttavia abbiamo scoperto che l’acqua emersa in superficie, riscaldata per mezzo dei raggi solari, gioca un ruolo cruciale nello scioglimento del ghiaccio».
Il dottor Poul Christoffersen, del team di ricerca, fa da eco al collega: “studi precedenti hanno dimostrato che quando le piattaforme di ghiaccio crollano, i ghiacciai che si alimentano possono accelerare [tale processo] di due o tre volte”. La differenza, in questo caso, sta nella dimensione della Barriera che “supera di cento volte le altre piattaforme di ghiaccio che abbiamo visto scomparire”.

I ricercatori, nel corso degli anni, hanno monitorato lo spessore del ghiaccio della Barriera di Ross attraverso un sistema di radar estremamente preciso che avrebbe peremsso di “rilevare anche le più piccole variazioni di spessore”.
Christoffersen e Stewart hanno percorso più di mille chilometri in motoslitta per monitorare e misurare lo spessore del ghiaccio, al fine di tracciare una mappa della funzione basale.

“I tassi di fusione nella Barriera di Ross, e nel mare circostante, aumenteranno in futuro” a causa dei cambiamenti climatici che comporteranno una “riduzione del ghiaccio marino e un’innalzamento delle temperature nel Mare di Ross”, ha scritto Stewart nel suo studio consegnato e pubblicato dall’Università di Cambridge e dalla rivista Nature.
Non solo: l’aumento dei tassi di fusione nella porzione analizzata dai ricercatori, determina implicazioni per la stabilità della Barriera stessa: il rapido scioglimento dello strato glaciale avviene al di sotto di una porzione sottile ma strutturalmente importante.
Per dare un’idea dell’estensione: la piattaforma glaciale della Barriera copre oltre 500.000 chilometri quadrati e rappresenta il 32% della superficie totale del ghiaccio antartico.

“Le osservazioni che abbiamo monitorato e analizzato – ha aggiunto Christoffersen – sono relative alla parte anteriore della piattaforma e hanno implicazione dirette per molti ghiacciai di quella regione antartica: alcuni anche a 900 chilometri di distanza dalla Barriera di Ross”.

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