Il 16 aprile, dopo aver trascorso otto anni in carcere (prevalentemente in isolamento) e aver rischiato per due volte la condanna a morte, il mistico iraniano Mohammad Ali Taheri ha ritrovato la libertà.

La storia di questo maestro che ha provato a unire scienza e umanesimo, sfidando i dogmi del regime iraniano, l’ha raccontata magnificamente Gianluca Costantini in un capolavoro di graphic novel.

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Qui ricordiamo gli aspetti prettamente processuali.

Arrestato nel 2011, Mohammad Ali Taheri è stato accusato di “diffusione della corruzione sulla Terra”. È stato condannato a morte in due successivi processi, nel 2015 e nel 2017, per “aver corrotto le menti e la fede di decine di migliaia di musulmani” con gli insegnamenti nel suo gruppo “Erfan e-Halgheh” (che potremmo impropriamente tradurre Circolo dei mistici), definito una “setta perversa” nella trasmissione televisiva “Il circolo satanico”.

Dopo l’ultima revisione del processo, nel 2018, Taheri è stato condannato a cinque anni di carcere per l’accusa meno grave di “corruzione non aggravata” e alla fine, quasi un anno dopo, rilasciato.